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Albrecht Dürer: l’Apocalisse di Giovanni

Creato il 15 marzo 2012 da Martinaframmartino

Albrecht Dürer: l’Apocalisse di Giovanni

“Quando l’Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce del quarto essere vivente che diceva: “Vieni”. Ed ecco, mi apparve un cavallo verdastro. Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli veniva dietro l’Inferno.” (Ap 6,7-8)

 

Si tratta di uno dei passi più noti dell’Apocalisse di Giovanni, l’ultimo e il più visionario dei libri che compongono il testo biblico. È l’apertura dei sette sigilli, con la quale inizia la fine dei tempi.

La parola “apocalisse” deriva dal greco, e significa rivelazione. Anche se ormai siamo abituati a pensare all’apocalisse come qualcosa di inevitabilmente catastrofico, in realtà l’ apocalisse è una rivelazione di cose nascoste agli uomini da parte di Dio, principalmente riguardo al futuro.

Questo genere letterario ebbe un notevole successo in ambiente giudaico, in particolare nei due secoli precedenti l’era cristiana. Ebbero visioni notissime già i profeti Ezechiele e Zaccaria, per arrivare poi alla descrizione di una vera e propria apocalisse con Daniele.

Analogamente è possibile trovare nel Corano una narrazione relativa al Giorno della resurrezione, corredata dalla descrizione del Paradiso.

La rivelazione apocalittica non viene trasmessa con le parole, ma con una visione. L’elemento misterioso compare in genere già negli eventi preliminari, che fungono così da preparazione per profeta-narratore del distacco dalla realtà così come la conosciamo. Le circostanze portentose, al pari delle stesse immagini percepite, servono a sottolineare l’importanza di quanto verrà rivelato. E così ecco apparire draghi e animali mostruosi e stupefacenti, combinazioni delle creature più diverse.

 

Sono molte le immagini forti nel testo biblico, a partire da “uno […] con gli occhi fiammeggianti come fuoco”, quattro esseri viventi ciascuno con sei ali, ma anche un agnello con sette corna e sette occhi, quattro cavalli di diversi colori che sconvolgono la terra al loro passaggio, e degli angeli che trattengono i venti per impedirgli di soffiare.

E ancora cavallette che “avevano l’aspetto di cavalli pronti per la guerra” e provvisti di “capelli come capelli di donne, ma i loro denti erano come quelli dei leoni” e “code come gli scorpioni, e aculei”; e cavalieri i cui cavalli avevano teste “come le teste dei leoni e dalla loro bocca usciva fuoco, fumo e zolfo […] le loro code sono simili a serpenti, hanno teste e con esse nuociono

Dalla bocca di due Testimoni, poi, uscirà il fuoco, e nel cielo apparirà “una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi”. Contro di lei si leverà “un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna”, caratteristiche presenti anche in una bestia uscita dal mare.

Visione dopo visione, cataclisma dopo cataclisma, il lettore del testo viene trascinato in un mondo dalla sconvolgente potenza visionaria, splendidamente raffigurato da innumerevoli artisti. Uno dei più famosi è Albrecht Dürer che, nel 1498, ha pubblicato una magnifica serie di xilografie dedicate proprio all’Apocalisse di Giovanni.



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