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Album di Famiglia – Le scimmie del Nuovo Mondo

Creato il 23 ottobre 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

Per “scimmie del Nuovo Mondo” si intendono tutti i primati che abitano le Americhe (tranne la nostra specie che invece è originaria del Vecchio Mondo). Essi fanno parte del parvordine dei Platyrrhini, che significa “naso piatto”, infatti quasi tutte le specie americane di Primati hanno un caratteristico naso appiattito.

Album di Famiglia – Le scimmie del Nuovo Mondo

La scimmie del Nuovo Mondo si sono separate da quelle del Vecchio circa quaranta milioni di anni fa e da allora si evolvono in modo indipendente. Infatti, esse hanno delle notevoli differenze con quelle che possiamo trovare in Asia, Africa ed Europa.

Vediamo le principali caratteristiche delle scimmi Platirrhine:

  • Hanno abitudini arboricole e per la maggior parte diurne;
  • Sono provviste di code prensili, usate come un quinto arto per dondolarsi fra i rami degli alberi;
  • Tendono a formare coppie monogame in cui anche il maschio si occupa delle cure parentali (anche se le strutture sociali dei Primati sono molto varie, infatti esistono delle eccezioni);
  • Sono incapaci di visione tricromatica, a eccezione di una specie che vedremo in seguito nel corso dell’articolo.
  • Presentano tre premolari per emiarcata (quindi dodici in totale) contro i due per emiarcata (quindi otto in totale) tipici delle scimmie del Vecchio Mondo (uomo compreso).

Per l’esattezza tutte queste specie sono originarie del Centro e Sud America, infatti l’unico Primate che abita il Nord America è Homo sapiens, che è una scimmia del Vecchio Mondo. Gli attuali americani sono i discendenti dei coloni europei, gli Amerindiani (ossia i Nativi Americani) discendono da popolazioni asiatiche che sono giunte in America attraverso lo Stretto di Bering.

La specie più piccola è Callithrix pygmaea, meglio nota come uistitì pigmeo:

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Carina, vero? Vive in Sud America ed è lunga trenta centimetri circa, coda compresa, e pesa circa centotrenta grammi, infatti essa è la scimmia (propriamente detta) più piccola del mondo. Si può trovare nella parte alta del Rio delle Amazzoni, fra Brasile, Colombia e Perù.
La loro pelliccia è folta e colorata, piuttosto morbida; tutte le dita presentano delle unghie lunghe e appuntite, tranne i pollici che le hanno larghe e piatte. Le zampe posteriori sono più lunghe delle anteriori. Si nutrono di frutti, insetti e linfa di alcune piante, che fanno colare fuori incidendo la corteccia con gli incisivi; possono usare la linfa come una sorta di “trappola”, nel senso che possono mangiare gli insetti attirati dalle perdite di linfa che provocano.
La struttura sociale è ancora oggetto di studio: secondo alcuni è una specie monogama, mentre secondo altri studiosi usano praticare la poliandria, ovvero ogni femmina ha più compagni.

 

La specie più grande è Brachyteles arachnoides:

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Il suo areale si trova nella foresta Atlantica Brasiliana, misura circa un metro e mezzo di lunghezza (la cui metà è composta dalla coda), per un peso di quindici chilogrammi circa.
È una specie arboricola, dalle mani a uncino con dita molto lunghe, che si sono evolute così per la sua particolare modalità di locomozione detta brachiazione (ovvero procede con le braccia ai rami degli alberi). Si nutre di frutti, foglie, fiori e semi.
Questa specie è stata cacciata per scopi alimentari dai coloni europei fino quasi a causarne l’estinzione. Attualmente è una specie protetta ed esistono alcune centinaia di esemplari in lieve aumento.

 

Vediamo adesso alcune specie degne di nota, a cominciare da quella con cui abbiamo aperto l’articolo: Callithrix jacchus.

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Il suo nome comune è “uistitì dai pennacchi bianchi” ed è tipica della Foresta Atlantica del Brasile. Per sua fortuna è capace di adattarsi bene anche ad ambienti antropizzati (come giardini e piantagioni), quindi non è una specie a rischio di estinzione. La lunghezza è di circa mezzo metro (coda compresa), per un peso di trecentocinquanta grammi. Le abitudini sono diurne e arboricole; questa specie tende a formare dei gruppi sociali di massimo una ventina di individui, organizzati in una società matriarcale e poliandrica.
Queste simpatiche scimmiette hanno un’alimentazione molto varia, basata sulla linfa che estraggono incidendo i tronchi coi denti, ma integrata con frutti, insetti, uova, nidiacei (pulcini), anfibi, lucertole.

 

Passiamo ora al genere Ateles, comunemente noto come “scimmie ragno”:

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Vivono nelle foreste pluviali di America Centrale e Meridionale, principalmente in aree ricche di alberi da frutto. Pesano circa sei chilogrammi e possono arrivare al metro e mezzo di lunghezza, di cui la buona metà è la coda, la quale presenta una particolarità tipica delle scimmie del Nuovo Mondo e da cui deriva il curioso nome comunque di questo genere: la coda è prensile e può essere usata come un quinto arto, infatti la parte inferiore della punta presenta un tessuto glabro e fittamente innervato molto simile ai nostri polpastrelli. Non è raro, infatti, vedere queste scimmie che si dondolano dai rami appese per la sola coda (come si può vedere in foto), mentre sono intente a raccogliere del cibo con le mani.
Scimmie ragno si nutrono quasi esclusivamente di frutti. Dato che le specie di piante da cui attingono cibo sono svariate decine e tutte con un diverso periodo di maturazione, si pensa che questi Primati abbiano un’ottima memoria, cosa testimoniata dalle elevate dimensioni del loro cervello rispetto al resto del corpo, tanto da farle ritenere le Platirrhine più intelligenti.

 

Passiamo adesso a un parente delle scimmie ragno, la scimmia urlatrice:

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Il nome comune del genere Alouatta è ben meritato, infatti queste scimmie sono capaci di emettere vocalizzi talmente potenti da essere udibili fino a circa cinque chilometri di distanza. Come ho accennato prima, questa specie è l’unica fra i Platyrrhini a essere capace di visione tricromatica (ovvero la capacità vedere il rosso, il verde e il blu).
Può raggiungere il metro e mezzo di lunghezza e gli undici chilogrammi di peso, contendendosi il record di dimensioni fra le scimmie americane con il Brachyteles arachnoides di cui abbiamo parlato prima, del quale è anche parente.
Le scimmie urlatrici sono le uniche Platirrhine completamente erbivore, infatti si nutrono quasi esclusivamente di foglie, integrando la dieta con qualche frutto.
Sono animali diurni e vivono in colonie di una trentina di individui, nelle quali il numero di femmine può superare quello dei maschi anche di quattro a uno.

 

Le ultime due specie che vedremo sono di aspetto davvero curioso.

Il Cacajao calvus, meglio noto come uakari calvo:

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Si può trovare nelle foreste pluviali fra Brasile e Perù, prediligendo luoghi molto umidi, infatti si trova a suo agio quando il Rio delle Amazzoni in piena inonda la Foresta Amazzonica. Questa è una specie piuttosto piccola, infatti è lunga meno di un metro (coda compresa) e può pesare circa tre chilogrammi. È di abitudini arboricole e si nutre di foglie, frutti, insetti e piccoli vertebrati.
La caratteristica più evidente e curiosa di questa specie è la sommità cranica: somiglia alla testa ustionata di un uomo calvo.

 

L’ultima è il tamarino imperatore (Saguinus imperator), soprannominata “scimmia baffona”:

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Credo non sia difficile capire il perché di quel soprannome così curioso. Il nome comune e il nome scientifico derivano dai lunghi baffi tipici di questa specie, simili a  quelli del kaiser Guglielmo II di Germania e molto in voga in quel periodo (però anche le femmine hanno i “baffoni”, nel caso di queste scimmie).
Si può trovare nelle foreste pluviali di Brasile, Perù e Bolivia. Si può anche adattare alle zone deforestate o alle foreste che ricrescono dopo il taglio della foresta primaria. Si nutre di frutti e insetti.
Questa specie, nonostante l’aspetto austero, è amante del gioco e del grooming, ma la cosa più peculiare è la struttura sociale: i gruppi sono poliandrici (ogni femmina ha più compagni). Dato che i maschi non sanno di chi siano i piccoli allevati dalle femmine, sono spinti ad aiutarle nelle cure parentali occupandosi quindi anche di cuccioli non loro.

 

Queste erano le caratteristiche generali delle scimmie del Nuovo Mondo, con un approfondimento sulle specie più curiose. La prossima volta ci occuperemo delle scimmie del Vecchio Mondo e faremo un ulteriore passo verso la nostra specie!

 


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