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alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 19.03.14

Creato il 19 marzo 2014 da Plus1gmt

Theselbmann, “LEI è un film che spacca i culi”: Quando ho visto il trailer ho sentito un colpo al cuore, perché quell’uomo vestito anni 70 e baffuto aveva un sorriso che mi ricordava quello di Nino Manfredi, e sono sicura che lui sarebbe stato perfetto per girare Lei al posto di Joaquin Phoenix, anche se è stato perfetto, perfettissimo.

Radio Free Mouth, “Si chiamano Converse apposta?”: Gli anni sono passati, e ci incontriamo ancora. Io con i miei piedi divergenti, tu con i tuoi convergenti. Sembri una colonna, di quelle che hanno resistito al logorio del tempo; ed eccomi, improvvisato archeologo, a guardarti con occhi diversi. Ti ho rivisto e ho pensato che stavi bene, davvero. Eri forte, magnetica; emanavi una luce, un calore, una sicurezza che ti invidiavo. Dopo un po’ ho fatto caso che anch’io, a volte, faccio convergere le punte dei miei piedi.

Berlino Cacio E Pepe, “La storia dei semafori di Berlino, dall’Oberkieker all’Ampelmann”: Chiunque metta piede nella capitale tedesca e si trovi a dover attraversare le strisce pedonali si accorgerà di un singolare segnale luminoso per i pedoni che campeggia in gran parte della città: un omino basso e paffuto con tanto di cappello che non appena il segnale diventa rosso allarga le braccia in segno di pericolo. Si tratta dell’ ”Ampelmann”, letteralmente uomo del semaforo. Disegnato nel 1961 dallo psicologo Karl Peglau su incarico di funzionari dell’ex DDR con lo scopo di diminuire gli incidenti stradali, l’omino riscosse subito successo e fu presto impiegato su tutti i semafori pedonali di Berlino est: la sua forma simpatica e allo stesso intuitiva e ben visibile veniva recepita con maggiore velocità dai pedoni, risultando più efficace ai fini della sicurezza. (via)

Selvaggia Scocciata, “Non viaggiare con una ragazza che esce”: Ormai è chiaro, è stato scritto in ogni versione e in tutte le salse, tutti sappiamo perché è meglio “Non uscire con una ragazza che viaggia”. Ma cosa succede se invertiamo il processo? Quali rischi corriamo se viaggiamo con una ragazza che esce?

La Teiera Volante, “Brian Eno – Third Uncle”: Third Uncle è il primo brano della facciata B di Taking Tiger Mountain (1974), secondo album solista di Brain Eno che vide il contributo di Phil Manzanera e Robert Wyatt. Il basso pulsante dell’intro ricalca sfacciatamente la ritmica e il timbro di One of these days dei Pink Floyd, poi il brano prende tutta un’altra piega, anticipando le tendenze musicali degli anni a venire.

Vetrocolato, “Ho pensato di scriverti una lettera, ma non mi escono le parole.”: Ad un padre chiederei perché non mi prendi la mano e anche in silenzio non mi accompagni per un po’. Perché ora sono di nuovo ferma, e ogni volta che mi fermo sbatto sempre contro un muro fatto di indifferenza. E aggiungo pure la mia.

Letizia Sechi, “5 cose che potresti non sapere sulle liste”: Contrariamente a quanto si pensa, non è su Internet che sono nati i listicle (fusione di “list” e “article”). Sono nati sulle riviste. Ma Internet ha offerto un terreno fertile per la crescita e la diffusione di questa forma giornalista ibrida.

Lunanuvola, “Quando si pensa”: Al contrario di quel che molte persone credono, nell’era di Facebook e Twitter, non è necessario esprimersi sempre e su qualsiasi argomento. A volte è meglio tenere la bocca chiusa e riflettere un po’ prima di riaprirla.



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