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Aler Jotta-Boldori, un milione di euro spesi a Soresina con possibilità di recupero entro un secolo. Ma che senso ha? E nessun aiuto alle famiglie con utenze staccate

Creato il 13 giugno 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Costruiti venti nuovi alloggi popolari a Soresina inaugurati l’anno scorso, assieme ad altri 44 ristrutturati. Definirlo spreco sarebbe inglorioso per i cittadini assegnatari, che si ritrovano alloggi nuovi, dignitosi. Diciamo che è un cattivo esempio: l’Aler, tanto per sognare, avrebbe potuto risparmiare solo ristrutturando e non più costruendo, tanto per aiutare con questi soldi le famiglie cui sono state staccate le utenze di acqua, luce e gas.
Come i supercapi dell’Aler Jotta-Boldori siano riusciti a spendere un milione di euro che rientrerà in circa 150 anni anni senza che nessuno protestasse è semplice. Basta che i padroni dell’informazione alzino il volume del megafono. Inaugurazione neanche un anno prima delle elezioni. Critiche zero.

Basta fare qualche conto. I dati li si possono pigliare da un articolo neutro del settimanale La Vita Cattolica. La notizia viene data, non c’è un commento o una valutazione pur semplice come quella di chi scrive.
Tre milioni di spesa di soldi delle tasse di chi paga le tasse.
Non calcolo i box perché hanno valore commerciale, non capisco perché l’Aler li gestisca. I canoni pagati dai residenti sono assai bassi, poco più di venti euro per la maggioranza.
Per questo l’Aler ha scelto la strategia di ristrutturare gli appartamenti non di costruirli. Jotta-Boldori lo sa perché. Anche il loro Pdl. Ma a Soresina la coppia pidiellina spreca 1,5 milioni solo per 20 alloggi!
Ma il malaugurato bando, cogitato da mente raffinata, non è stato affatto stoppato e la stravaganza dispendiosa è cosa fatta. Tre milioni volati via. Un’incongruità di bilancio è stata fatta passare come una perla. Un’equazione con un fattore proiettato a un secolo e mezzo di distanza ha ricevuto il suo encomio padronale targato Piva e Arvedi. Curioso silenzio delle opposizioni. Perché?
Se l’Aler deve attenersi al pareggio di bilancio, non lo decide Cremona. Lo Stato italiano, complice la Lombardia formigonizzata, ha stravolto e aziendalizzato un ente preposto all’edilizia residenziale pubblica, riservata ai soggetti più fragili. Addio fondo casa, addio trattenute micro in busta paga, addio case per dipendenti costruite da grandi società.
L’Aler di Cremona e regionale ha subito una vergognosa umiliazione, il settore è stato pazzamente punito dai soliti potenti a spese oggi delle famiglie senza casa popolare, in miseria o quasi, o con utenze staccate per morosità.
Questi tre milioni spesi a Soresina restano però una stecca di quelle che fa male alle trombe di Eustachio.
Riporto qui l’articolo di Vita Cattolica fededegno. All’Aler, istituto vitale per la società, l’economia, la cultura di un territorio, il cordiale augurio di procedere verso tempi migliori, ora che la Regione trasforma Aler in Alpe.
Segue l’articolo di Vita Cattolica del luglio scorso. Si nota l’impegno del Comune nella caccia al furbastro formato mignon.

oltre quaranta alloggi
di edilizia popolare

Sono state inaugurate venerdì le case dell’Aler: tre edifici per un totale di 44 alloggi. Si tratta di venti appartamenti costruiti sull’area dell’ex cascina Bozza, zona ippodromo e di altre 24 unità abitative ristrutturate in via IV Novembre nell’ambito di un complesso già esistente. Le case di via Maineri e via Muzio da Soresina (zona Ippodromo) nascono dalle “ceneri” dell’opera pia Nicola Ciboldi e dal trasferimento del suo patrimonio immobiliare al Comune che, cedendo la cascina Bozza all’Aler, ha dato il via al progetto di edilizia economica popolare. Un progetto durato alcuni anni per una spesa complessiva di oltre 3 milioni di euro, di cui più di 2 a carico della Regione e la restante parte a carico dell’Aler. È stato invece di quasi 1,5 milioni di euro l’investimento per la ristrutturazione delle case di via IV Novembre, cifra pervenuta da un contributo regionale. Numerose le domande già pervenute per occupare i nuovi alloggi di edilizia residenziale. Al momento 27 unità sono già state assegnate (11 a famiglie italiane e 16 a famiglie straniere); le restanti 17 sono riservate, come previsto, a persone disabili, persone anziane o sole, giovani coppie e nuove famiglie, forze dell’ordine, amministrazione comunale per urgenze. Tutte le domande sono state attentamente vagliate; in particolare l’Amministrazione comunale, grazie alla sinergia dei vari uffici, ha depennato dalla graduatoria ben 14 domande irregolari. L’intera cerimonia è stata all’insegna della socialità e della centralità della casa quale bene per creare comunità.
Annalisa Tondini

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