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Alessandro Oliva denuncia qualche “stranezza” del Manchester City

Creato il 31 agosto 2014 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

Con un articolo apparso sul quotidiano Linkiesta, dal titolo "Per vincere la Premier al City basta aggirare il FFP",  Alessandro Oliva ha osservato come la squadra dello Sceicco Mansour potrebbe aver trovato un escamotage per aggirare, di fatto, il Fair Play Finanziario.

Di seguito alcuni passaggi interessanti dell'articolo, che potete leggere interamente online sul sito del giornale.

Il City, da quando ci sono gli sceicchi, spende più di quanto incassa. Per ovviare alle spese pazze ha ceduto i naming rights dello stadio alla Etihad con un accordo di 400 milioni per 10 anni. (…) Una situazione non gradita alla Uefa, che nel suo dispositivo economico del Fair Play Finanziario vieta gli aiuti di Stato, oltre che le ricapitalizzazioni dirette da parte dei proprietari dei club in caso di perdite ingenti. Così, a metà maggio 2014, la Uefa ha punito sia il City che il Psg, che vive una situazione simile con la sponsorizzazione dell’ente del turismo del Qatar.

Le sanzioni al club sono state articolate in 4 punti. Uno: multa da 60 milioni di euro. Due: tetto salariale per la prossima stagione bloccato al livello di quello attuale. Tre: lista di giocatori per la Champions League ristretta da 25 a 21 elementi. Quattro: limitazioni su mercato e bonus per impiegati. Punizioni che sembrano adeguate, ma che, come scritto all’epoca della multa, non lo sono affatto. Perché la multa da 60 milioni di euro è rateizzabile in tre anni, con tranche quindi da 20 milioni all’anno. Se colleghiamo questa cifra alla restrizione della rosa, si capisce bene che i club “puniti” potrebbero vendere uno/due giocatori e ricavare dalla cessione del cartellino e dal risparmio sull’ingaggio i soldi necessari per pagare la rata della multa. Per fare un’ipotesi, al City basterebbe vendere il talentuoso Stevan Jovetic. (…)

Ma al City questa eventualità non è sufficiente. Per essere davvero sicura di aggirare il Fair Play Finanziario e poter investire del club, gli sceicchi di Manchester si sono inventati un vero e proprio network mondiale di squadre satellite dove parcheggiare i giocatori o da dove farli arrivare al City in prestito. (…)

Tutto è cominciato un anno fa, con l’annuncio della creazione, da parte di Mansour, di una nuova franchigia in Mls, il campionato di calcio Usa. Il New York Football Club, che farà il suo debutto nel 2015, nascerà grazie alla compartecipazione della Yankee Global Enterprises, società proprietaria della celebre squadra di baseball dei New York Yankees. (…)

Ma la decisione di Mansour di investire nel soccer rivela la necessità per lo sceicco di immettere nel club quei capitali che in Europa gli è meno consentito fare, almeno sulla carta. La Uefa nelle regole del Fair Play Finanziario vieta espressamente le transazioni tra i club e le società ad essi collegati, come nel caso di Etihad.
 

Resta da capire se tra le transazioni vietate ci sono anche i passaggi di calciatori, come Lampard. City e New York sono collegate tra loro da due società.  A capo della ramificazione messa in piedi da Mansour c’è la casa madre, l’Abu Dhabi United Group. Legata ad essa c’è la holding City Group, alla quale fanno capo al momento 4 club: il Manchester City in Inghilterra, il New York City Football Club negli Usa, il Melbourne City Football Club in Australia e gli Yokohama Marinos in Giappone. All’interno di questo network, i giocatori vengono mossi come pedine per giocare in attesa delle aperture dei vari campionati (che hanno inizi diversi nel mondo, non tutti cominciano ad agosto come in Europa). (…)

L'articolo contiene anche un'interessante infografica con i numeri del business mondiale di Mansour.


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