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alessia e michela orlando: CAVALCA ADESSO NELLE PRATERIE DEI CIELI RAGGIUNGI L A PACE

Creato il 19 agosto 2010 da Gurufranc

alessia e michela orlando: CAVALCA ADESSO NELLE PRATERIE DEI CIELI RAGGIUNGI L A PACE

alessia e michela orlando: CAVALCA ADESSO NELLE PRATERIE DEI CIELI RAGGIUNGI L A PACE

alessia e michela orlando: CAVALCA ADESSO NELLE PRATERIE DEI CIELI RAGGIUNGI L A PACE

Io ho ascoltato pazientemente le promesse del Grande Padre, ma la sua memoria è corta. Io ora sono adirato con lui. Questo è tutto quello che dovevo dire. 

Nuvola Rossa

CORREVANO CON LO SPIRITO

I nativi d'America

e lo sport

Giampiero Canneddu

BRADIPOLIBRI EDITORE

COLLANA BRADIPANDO

L'ARTE DI LEGGERE

UN LIBRO DA SALVARE

Segnalato al Premio di letteratura sportiva CONI edizione 2006, come opera di rilevante valore saggistico.

 

L'AUTORE

Ci offre l'immagine della lentezza. Ci dice dei suoi tempi da moviola per giungere alla laurea in scienze politiche. È papà di Vanessa. È sposato con Luisa. È nato a Biella. È di origini sarde. È tornato alla sua prima passione, la redazione sportiva, dopo anni di cronaca. In seconda di copertina il volto severo di Makhpiya –Luta, ovvero Nuvola Rossa, capo Lakota (1822-1909), con il solo sguardo e il volto severo, forse ci dice: siete degli stupidi. E noi, che disposte a subire umiliazioni non siamo, che avremmo voluto tanto poterlo fotografare, o vederlo alzare la mano e dire AUGH, contrattacchiamo: con la stessa lentezza, con tono suadente, fermo, ipnotico: sette, sette, sei, sei, dormi, tu dormi, respira profondamente, il sangue irrora il tuo corpo, anche gli organi interni, sei, sei, sei, il sangue rosso irrora la tua mente, cinque, cinque, tu cavalchi nella PRATERIA DEI CIELI, cinque, cinque, tu sei in una energia blu, blu, blu, tu raggiungi stati profondi di te, quattro, quattro, quattro, blu, blu, TU RAGGIUNGI LA PACE, uno, uno, tu stai bene, non hai mal di testa, tu stai bene, tu sei energia, tu sei energia blu. Quando ti sveglierai ci dirai dove abbiamo sbagliato. Adesso puoi dirci come sono andate le cose: una banda di fessi, quelli, i cosiddetti Nostri. Quando arrivavano, alla ricerca della ricchezza, in ossequio al dio danaro, tra strombazzate di trombe stonate, cavalcando già la società dell'immagine, non avevano capito nulla. E Buffalo Bill se ne andava a far vedere quanto sapesse sparare ai bufali inermi nei circhi equestri, davanti a torme di rimbambiti plaudenti, che non avevano altro da pensare che a sterminare indiani, come i bufali stessi.

Giampiero Cadeddu ha fatto un solo errore: non si era consultato con nessun mago professionista e, dunque, nel mese di aprile 2005 (mese in cui il libro fu finito di stampare) non poteva sapere quanto fosse sbagliato considerare che: L'America delle contraddizioni non ha ancora espresso un presidente di colore, ma ha fatto del nero Michael Jordan il campione dello sport più famoso (e pagato) del mondo. In questa America, in cui proprio lo sport è diventato mezzo di riscatto sociale per le minoranze etniche, solo una si sottrae anche a questa regola.

Gli indiani, gli abitanti delle origini, sembrano scomparsi anche dal panorama dello sport professionistico, che ormai ha assunto popolarità planetaria. Eppure la storia dice che per tutte le tribù lo sport era non solo importante, ma sacro e che, nel passato, i nativi americani erano considerati superiori per natura nell'attività fisica. Sono loro gli inventori del kayak e i primi a nuotare a stile libero. Ma resta la storia di un mancato successo, che attraverso la vita di pochi campioni capaci di vincere medaglie d'oro alle Olimpiadi, le idee di allenatori e politici convinti che attraverso lo sport fosse possibile "civilizzare" gli indiani, le battaglie civili di chi chiedeva e chiede rispetto per la propria identità e cultura.

Sbagliato giacché adesso il presidente di colore c'è, ma il resto pure. Purtroppo non si può cancellare la storia vera (non quella scritta dai vincitori), non si può ritornare indietro. Lo sport è competizione e, pertanto, soprattutto in America, dove la selezione  avviene in ogni disciplina tra migliaia di praticanti, è difficile che un essere nelle cui vene scorra sangue rosso possa primeggiare.

Grazie a Giampiero Canneddu abbiamo sentito l'urgenza di leggere il suo libro e di approfondire la storia dei personaggi in copertina.

IL LIBRO

La copertina: viraggio seppia; il volto, lo sguardo severo, di Nuvola Rossa nello sfondo; uno sportivo, Jim Thorpe, in primo piano. Ovvero: austera severità, immobilità regale, la forza della natura immobile, contro gesto atletico plastico, coordinato, giusto equilibrio tra immobilità e potenza esplosiva, già eruttata o che sta per deflagrare. Tra loro due: i vortici energetici di una storia complessa, finita come si sa, ma ancora da indagare.

144 pagine; ottima carta non riflettente; bella veste grafica.

I personaggi della copertina

Nuvola Rossa (Red Cloud) (nato a fiume Platte, Nebraska, 1882 - Pine Ridge, South Dakota, 1909), fu uno dei capi della tribù dei Siouo dei Sioux Oglala. Il vero nome: Makphya Luta.

Negli anni Sessanta dell'800 guidò, vittorioso, la resistenza dei nativi d'America della sua tribù all'attuazione del Bozeman trail, un progetto ferroviario che avrebbe dovuto collegare ilWyoming alle miniere aurifere del Montana. Le armi furono deposte solo dopo all'abbandono del progetto da parte del Governo. Altra sua battaglia vinta fu condotta contro l'esercito americano: si voleva costruire una strada e fortificazioni sul loro territorio. 

Jim Thorpe ebbe una storia complessa e vi è ancora molto di incerto, anche sul vero nome.

È incerto il luogo di nascita; lo è anche la data; lo è pure il nome esatto. Di certo nacque in territorio indiano. Le ultime indagini lo danno per nato il 28 maggio 1887 o 1888, in una riserva indiana vicina a Bellemont o a Prague, Oklahoma. Come nome si trova sovente James Francis Thorpe, ma anche Jacobus Franciscus Thorpe. Figlio di genitori di sangue misto, nati da donne amerindie, il papà era figlio di irlandese; la mamma di un francese. Crebbe come pellerossa. Il vero nome indiano, su cui pare non vi siano incertezze, fu: Wa-Tho-Huk, ovvero Sentiero Lucente. Gli fu imposto, come usava farsi, in quanto legato a un evento: al momento della nascita c'era il sole e illuminava il sentiero che conduceva alla capanna dove vide la luce. Con il fratello gemello frequentò la scuola indiana a Tecumseh, Oklahoma. Purtroppo perse il gemello, all'età di otto anni; ne restò sconvolto e divenne ribelle, tanto da fuggire spesso da scuola. A dieci anni perse anche la madre. Abbandonò il padre e si mise a lavorare presso una fattoria. Tornato a Carlisle iniziò la sua carriera sportiva non poco controversa (gli fu revocato lo stato di dilettante e, pertanto, anche le medaglie olimpiche vinte clamorosamente; al rientro in patria, fu portato in trionfo e festeggiato con una parata a Broadway. Commentò: Sentivo la gente urlare il mio nome, e non riuscivo a capire come una persona potesse avere così tanti amici. Prima del ritiro di medaglie e primi, a sua discolpa dichiarò: ...spero verrò scusato almeno in parte dal fatto che ero semplicemente uno studente indiano e non sapevo tutto quello che c'era da sapere. Davvero, non sapevo che stavo facendo una cosa sbagliata, perché sapevo che molti altri studenti avevano fatto lo stesso, solo che loro non avevano usato i loro veri nomi...).

L'INCIPIT

INTRODUZIONE

Dopo l'esergo, una frase di Martin Luther King, in cui si narra della prima esecuzione capitale mediante gas in luogo della forca (ovviamente fu un nero; invocò di essere salvato da Joe Louis):

"If I could be like Mike" è stato, qualche anno fa, lo slogan della principale campagna pubblicitaria della Nike. I creativi della multinazionale dell'abbigliamento sportivo scelsero di non aggiungere altro a quel diminutivo.  

Il Mike di cui si parla è Michael Jordan. Nero.

IL TESTO

BREVE STORIA DELLO SPORT:

DAI NATIVI AI "BIANCHI"

"Uccidi l'indiano, salva l'uomo"

(frase attribuita a Richard Henry Pratt,

fondatore della scuola  di Carlisle).

Gli aborigini, che Cristoforo Colombo e i primi colonizzatori trovarono nel nuovo continente, amavano e praticavano lo sport.



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