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alessia e michela orlando: LE PAROLE NAPOLETANE-ANCHE QUELLE PROIBITE-IN DIZIONARIO ETIMOLOGICO NAPOLETANO

Creato il 18 agosto 2010 da Gurufranc

alessia e michela orlando: LE PAROLE NAPOLETANE-ANCHE QUELLE PROIBITE-IN DIZIONARIO ETIMOLOGICO NAPOLETANO

DIZIONARIO ETIMOLOGICO NAPOLETANO

Francesco D'Ascoli-Edizioni del Delfino

Un libro da salvare.


Uno strumento per noi essenziale: non  ci si potrebbe districare nel Napoletano senza l'uso di un dizionario etimologico, giacché è nella ricchezza etimologica di una lingua che si identifica la sua ricchezza. Il Napoletano non potrebbe essere compreso diversamente, non più, adesso che la televisione ha uniformato i linguaggi.

Dalla PREFAZIONE dell'Autore FRANCESCO D'ASCOLI:

In glottologia, pretendere di dire una parola definitiva su ogni voce è indizio di vanità e presunzione. In ogni lingua ci s'imbatte sempre in quel certo gruppo di vocaboli che ostinatamente resistono ai tentativi che si compiono per interpretarti. In questi casi si suole generalmente azzardare una ipotesi e, se il caso è disperato, si ricorre alla nota formula etimo oscuro o etimo incerto e si chiude il discorso, in attesa che le ricerche nel settore possano quando che sia far luce nel buio. Il terreno di ricerca, per quanto riguarda il dialetto napoletano, è abbastanza ampio. Non si può proprio parlare di compattezza e di omogeneità quando si guardi alla storia del Mezzogiorno in cui s'inquadra appunto quella del Napoletano. In certi angoli della regione si rinvengono addirittura relitti mediterranei o preindoeuropei, che rimangono abbarbicati alle successive stratificazioni indeuropee, ai grecismi classici o bizantini, al latino, agli arabismi, ai germanismi, agli ispanismi, ai francesismi.

Per verificarne la effettiva operatività, senza dover attendere l'urgenza di dover tradurre un termine, basta aprire a caso, puntare il dito e leggere. Lo facciamo mentre scriviamo, limitandoci a soli due esempi, per non rovinare le sorprese. Pag. 36; agliéro s. m.: «ghiro»; forma italica glerus (accanto al lat. class. Glis, gliris) che ha dato anche il fr. loir e il port. leirāo.

Un altro esempio a caso. Pag. 498; Récchia. S.f.: «orecchia»; etim.: discrezione dell'iniz; fras.: calà 'e rrécchie, cedere, arrendersi alle argomentazioni di un interlocutore o alla volontà altrui; frase dedotta dal mondo degli animali che, quando smettono di infierire perché rabboniti, abbassano le orecchie (si ricordi l'asino di Orazio: demittit auricŭlas); fa' 'e rrécchie 'e campane, fare orecchio di mercante; per la spiegaz. Vd. 'ncampana; ij' a la récchia, gridare aiuto, schiamazzare contro qualcuno che minaccia; immagine derivata dai cani da caccia che aggrediscono cinghiali e altre bestie per lo più azzannandoli alle orecchie; dà' 'ncòppa 'e rrécchie; con la frase ci si riferisce agli schiaffoni che si appioppano sulle orecchie altrui.

812 pagine, con appendici varie, da consumare gioiosamente, sapendo di apprendere cose straordinarie.  

  

La foto: la copertina del Dizionario Etimologico Napoletano.



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