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alessia e michela orlando: PULCINELLA EBBE UNA AMANTE?-LA CULTURA A NAPOLI-AUTORI VARI

Creato il 20 agosto 2010 da Gurufranc

alessia e michela orlando: PULCINELLA EBBE UNA AMANTE?-LA CULTURA A NAPOLI-AUTORI VARI

alessia e michela orlando: PULCINELLA EBBE UNA AMANTE?-LA CULTURA A NAPOLI-AUTORI VARI

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LA CULTURA A NAPOLI

Autori vari

Edizioni S-a.R.a.

SE LA FOTOGRAFIA avesse potuto far commercio dell'ignoranza napoletana, da un pezzo l'ignoranza nostra farebbe artistica mostra di sé nelle vetrine dei cartolai e girerebbe mezzo mondo in compagnia del lazzarone, del ladruncolo di fazzoletti e dei mangiatori di maccheroni.

Più tempo passa, meno cotesta fotografia è possibile. L'ignoranza perde, giorno per giorno, contorni e colore e si va sciogliendo anch'essa in nebbia di leggenda.

Oggi non ne parlano che certi forestieri, i quali si figurano che gl'italiani siano tutti Calabresi e briganti, e che il più veritiero libro del mondo sia il loro Baedecker.

Parlino invece le cifre.

Napoli ha otto Biblioteche con circa due milioni di volumi; i quali volumi, pare impossibile, son letti, poiché coteste Biblioteche danno un movimento quotidiano di 3000 lettori: un milione di lettori all'anno.

L'Università, quella fondata da Federico II, ha iscritto per l'anno 1990-1 non meno di 6000 studenti, i quali, benché spesso facciano dimostrazioni, son più diligenti dei loro professori. D'altra parte, le dimostrazioni, più o meno politiche, dimostrano soprattutto che gli studenti son giovani e non impediscono che appunto dalla nostra Università siano usciti i più chiari impegni del nostro mondo scientifico e letterario: Vito Fornari, Cardarelli, Capasso, Pessina, Zumbini, D'Ovidio, De Renzi, Bianchi, Lebano, Arcoleo, Gianturco, Gallozzi, Miraglia, Palmieri…

È Federigo Verdinois che scrive ciò, nel volume antologico NAPOLI IERI, dove figurano anche, tra i tanti, testi di Matilde Serao, Roberto Bracco, Benedetto Croce e Salvatore di Giacomo che, lo abbiamo colto tra le righe, quel libro volle fortemente.

Da CUMA, di G.PATRONI:

Chi indaga le origini della greca Neapolis, che si afferma ben presto come un centro di cultura, che serba sotto l'egemonia romana il privilegio dell'uso della propria lingua e tutti i propri costumi, che nel rinascimento italiano e in epoca a noi più vicina, ravvivando il culto gentile delle muse, diviene pure antesignana di progresso del pensiero civile e politico, deve risalire ad un'altra città più antica, della quale il nome stesso di città nuova la dichiara figlia, e che fu, sul suolo italiano, la prima ospite del popolo e dell'arte ellenica, la prima stabile face di una cultura superiore che ci veniva dai paesi orientali del Mediterraneo. Questa città più antica, la fondatrice di Napoli, è Cuma.

Questo Autore, con argomentazioni dotte e conseguenziali, giunge alla dimostrazione che i greci trovarono già una città, con indigeni radicati: quella città aveva origini sannitiche.

E da PULCINELLA di S.Di GIACOMO:

SULLA FINE del cinquecento la commedia dell'arte accolse tra' suoi giocondi interpreti parecchi novelli personaggi. E al Capitan Quaquara, a Ciurlo, a Gian Frittello, a Trastullo e a Bellosguardo s'accompagnaron Cucuba, Coviello, Pasquariello Truono, Francatrippa e Pulcinella. De' più femminieri di costoro si misero a braccetto pur alcune piacevoli donnette e desiderarono di seguirli in palcoscenico. Volete sapere anche i nomi delle allegre comari? Ecco: una si chiama Ricciolina, un'altra la signora Lucretia, una terza Franceschina, la quarta signora Lucia, l'ultima signora Lavinia.

Che diavol venivano  a fare tutti costoro su' palchi delle baracche alle Fiere? Un po' d'amore, un po' di commedia – quel che s'è fatto sempre e da per tutto. Soltanto la lor finzione differiva dalla finzione generale per questo ch'era publica e s'intermezzava di canzonette e di ballatelle, e ad ogni erotica favola rappresentata in piazza assegnava un lieto fine. Meglio: non è vero? Occorre piuttosto che la vita ci paia un bene.

E quindi Di Giacomo ci narra del misogino Pulcinella. Che forse tanto misogino non è alla luce di una:…donnetta su' venticinque o trent' anni, grassoccia, benedeta da Dio – come diceva la servetta veneziana sua compagna a teatro – con un ciuffettino di piume tra' capelli aggiustati a trionfo, nudo il collo, scoverto il seno copioso ch'è radunato in un corpettino sul quale cascano, dalle spalle tornite, due piedini assai ben fatti, con una caviglia ammirabile. La bocca sorride, gli occhi son pieni di malizia e un nasino, rivolto all'in su, rileva l'aria biricchina di tutto il volto. Costei è la signora Lucretia, col vezzeggiativo del tempo chiamata Zena. Chapeau bas! L'amante di Pulcinella.     

Le foto-illustrazioni:

I- Eduardo e Pulcinella nell'epica interpretazione di Achille Millo

II- Pulcinelli acrobati di Gian Domenico Tiepolo:

III- Il francese Polichinelle con la doppia gobba



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