Velieri, castelli e vagoni si muovono pacati verso il macabro universo dell’incoscienza. Luci, lampadine e lampade ad olio illuminano un mondo chimerico infestato da strani personaggi. A mettere in scena questo mondo vittoriano è l’illustratore Alexander Jansson. Un solco formatosi tra favole, sogni e incubi, in bilico tra l’oltretomba e l’infanzia. Le sue opere sono delle trasposizioni su tela di fotogrammi rubati dalle fiabe gotiche per bambini di ogni età, in cui l’inverno svedese ne rappresenta una grande fonte di ispirazione.
Un universo talmente trasversale che ricorda quasi i dialoghi scomposti tra Alice e Bianconiglio, nel fantastico Paese delle Meraviglie:
“Bianconiglio: Uh, poffare poffarissimo! È tardi! È tardi! È tardi!
Alice: Questo sì che è buffo. Perché mai dovrebbe essere tardi per un coniglio? Mi scusi? Signore!
Bianconiglio: Macché! Macché! Non aspettano che me! In ritardo sono già! Non mi posso trattenere!
Alice: Dev’essere qualcosa di importante. Forse un ricevimento. Signor Bianconiglio! Aspetti!
Bianconiglio: Oh, no, no, no, no, no, no! È tardi! È tardi, sai? Io sono già in mezzo ai guai! Neppure posso dirti “ciao”: ho fretta! Ho fretta, sai?
Serratura: Oh, mi dispiace, sei troppo grossa, proprio Impassabile.
Alice: Vuoi dire Impossibile.
Serratura: No, Impassabile. Nulla è impossibile”.
Più che impassabile, il mondo di Alexander Jansson sembra impossibile, ma solo per chi non crede nella presenza di mondi ultraterreni e mirabilanti in cui tutto può succedere. Qui, una volta accaduto qualcosa, si può tornare indietro, correre in avanti, rallentare, saltare, cancellare, rivedere, sostituire, osservare meglio e premere in tasto pause quando ci pare il momento giusto. Vista così, chi non vorrebbe fare un salto in questo solco straordinario?
PH Web