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Alfred Hitchcock: il maestro del brivido e la sua morte cattolica

Creato il 08 gennaio 2013 da Uccronline

Alfred HitchcockIl regista inglese Alfred Hitchcock è certamente una delle personalità più importanti della storia del cinema. Autore di film capolavoro, come Psyco, Vertigo o L’ombra del dubbio, è anche definito il “maestro del brivido”.

Nato da entrambi i genitori cattolici, è cresciuto in un ambiente di rigorosa morale cattolica, «sono stato cresciuto come un bambino ben educato», disse.  Frequentò il Collegio salesiano e il St Ignatius’ College di Stamford Hill  (Londra). Rimase praticante per molto tempo anche da adulto, ed è interessante notare che tre dei migliori registi che abbiano mai lavorato a Hollywood, Frank Capra, John Ford e Alfred Hitchcock, erano tutti cattolici praticanti. Nel dicembre 1926 Hitchcock si è sposato con Alma Reville, ha sempre sostenuto di aver conservato la castità prematrimoniale.

Ad un certo punto si è però allontanato dalla Chiesa e recentemente uno dei suoi biografi, Donald Spoto, ha scritto che Hitchcock avrebbe respinto la visita del sacerdote negli ultimi giorni della sua vita. A tale affermazione ha però risposto sul The Wall Street Journal Mark Henninger, un sacerdote gesuita che assieme ad un suo confratello amico del regista, Tom Sullivan, è stato inviato da Hitchcock stesso poco prima di morire, per celebrare una Messa a casa sua. I due sacerdoti hanno quindi officiato la funzione religiosa per Alfred e Alma.

Ha scritto il gesuita: «Hitchcock era stato lontano dalla chiesa per qualche tempo e rispondeva alla messa in latino, come si usava tempo fa. Ma lo spettacolo più notevole è stato quando, dopo aver ricevuto la comunione, ha pianto in silenzio, le lacrime gli scendevano sulle enormi guance». La cosa si è ripetuta per altri giorni fino al 29 aprile 1980, quando il celebre regista è morto e il suo funerale si è svolto nella Good Shepherd Catholic Church a Beverly Hills.

Sempre a proposito di cinema, recentemente sul sito web spagnolo Religion&Libertad si è parlato di due attori. Il primo è l’avventuriero  Bear Grylls, conosciuto anche in Italia per la serie televisiva Man vs. Wild e uno dei più giovani scalatori dell’Everest. Al contrario di quanto si possa immaginare, il suo modello d’ispirazione non è un eroe del cinema d’azione, ma Madre Teresa di Calcutta, come ha spiegato lui stesso. Aggiungendo: «non ho paura di ammettere che ho bisogno di aiuto. Per questo la mia fede cristiana è stata una grande forza tranquilla e una forte spina dorsale durante le mie avventure».

Martin Freeman è l’altro attore di cui si è parlato, universalmente conosciuto sopratutto per aver interpretato Bilbo Baggins nei tre adattamenti cinematografici de Lo Hobbit. Freeman ha raccontato della sua giovinezza: «La mia pietra di paragone morale era Gesù. E anche se il rapporto con la mia fede non è mai stato così facile -non sono quello che si dice essere un cattolico praticante-, io sono una delle poche persone che conosco che crede davvero in Dio».  Innamorato del Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli, ha poi commentato: «L’idea che gli umili saranno esaltati è senza dubbio una grande idea, così, forse, si dice che la vita di Gesù è la storia più grande mai raccontata. Credenti o no, questa storia è la migliore lezione su come si deve guardare il mondo, ed è davvero difficile da applicare alla vita di tutti i giorni, essere cristiani è davvero difficile».


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