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Algida & Frigida

Creato il 28 giugno 2013 da Lucrezia Paci @lucreziaholly


C’era una volta… –   Quando la psicologia diventa fiaba

L’idea di raccontarti questa storia  nasce dalla vista, durante una pausa caffè, della scritta sul distributore di gelati nella foto.

 Tratto da una storia vera (La scritta sul distributore dei gelati ne è la prova)

 

C’erano una volta Algida e Frigida.

Algida era un tipo per bene, uno di quelli sicuri che sapeva cosa voleva dalla vita (diceva sempre così). Fino a quando non glielo chiedevano: in quel momento smetteva di sapere cosa volesse.

Frigida era una tipetta sempre sulle sue. Parlava poco ed era la classica “timida”. Fino a quando qualcuno non si dichiarava: a quel punto diventava più isterica che mai.

Un giorno, Algida incontrò Frigida, camminando verso casa.

“Che bella. Ora la bacio.” – si disse.

“E questo cosa vuole da me?” – pensò Frigida.

Algida stava quasi per baciarla quando Frigida drizzò ancora di più la schiena e urlò “Cosa vuoi da me? Io non sono una che baci per strada e poi saluti quando te ne vai.”

Alla domanda “Cosa vuoi?” Algida si bloccò.

In quel momento passò per strada Sammontana, famosa a tutti per la sua generosità in fatto di concessioni intime. “Quanti problemi vi fate!” disse. E se ne andò.

“Meglio se vado anche io…” disse Algida. “Sono confuso e non so cosa voglio di preciso. Ci penso e torno, mi aspetti qui?”

Da allora nessuno rivide più Algida. Voci di quartiere dissero di averlo visto allontanarsi con Sammontana quello stesso giorno. Pare che avessero aperto insieme un’attività di gelati. Fino al momento del matrimonio (a quel punto – chissà perché – vite e attività si separarono).

Qualche anno dopo Frigida, ripercorrendo tutti i giorni la strada in cui Algida l’aveva lasciata, vide un marchingegno strano nel bar centrale.  “E’ un distributore di gelati Algida” – le disse il barista.

“Allora scrivo il mio nome accanto al suo così, se mai lo vedrà, capirà che sto ancora aspettando le sue scuse.” Pensò Frigida, prendendo in mano un pennarello nero.

“Quanti problemi ti fai ancora!” – si sentì urlare da dietro. Era Sammontana, tornata proprio quel giorno in paese. “Se avessi fatto come te mi sarei fatta sciogliere da 4 parole dolci, già tempo fa. Invece sono di ghiaccio e guarda quanto successo ho adesso!”

“Ma il tuo successo si scioglie comunque.” disse Frigida prendendo un gelato dal distributore e mettendolo al sole.

Sammontana rimase così colpita dal gesto che iniziò a sciogliersi, insieme al gelato. “Non volevo offenderti” – disse con le lacrime agli occhi – “La verità è che io e Algida eravamo felicissimi insieme, fino al momento del matrimonio.”

“E cosa è successo?”

“Quando il prete gli ha chiesto se voleva prendermi come moglie ha avuto un’altra crisi. Mi ha detto che non sapeva cosa voleva, che sarebbe andato a riflettere, che sarebbe tornato.”

“E tu?”

“Gli ho detto che lo avrei aspettato.”

“E lui?”

“Credo che stia ancora riflettendo.”

In quell’istante Frigida sentì dentro di sé un moto di solidarietà femminile.

“Ti va di parlarne mentre mangiamo un gelato?”

“Va bene, ma non i suoi.”

Dopo ben 20 gelati dopo, Frigida e Sammontana erano diventate amiche.

E Algida, direte voi? Voci dicono che quando tornò da Sammontana venne respinto. Non sapendo dell’amicizia ormai nata tra le due, cercò quindi consolazione da Frigida che lo accolse così: “Non cerco più le tue scuse, tanto meno mi aspetto che tu sappia cosa vuoi. Un dubbio però devi togliermelo. Le frasi senza senso scritte sul Cucciolone… sono le tue, vero?”

Come dico sempre, niente è più velenoso di una donna inviperita.

Un gelato per raffreddare l’animo femminile, quando si surriscalda, ahimè devono ancora inventarlo. Qualcosa però mi dice che sarà proprio Algida a brevettarlo: magari questo si che lo vuole!

Lucrezia Holly Paci

 


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