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Alienazione e patologia nella separazione conflittuale

Da Psychomer
by Chiara Polizzi on ottobre 19, 2012

I casi di separazione tra coppie di genitori sono numerosi e sempre più frequenti anche dopo pochi anni di matrimonio o convivenza. Le ripercussioni del fenomeno, a livello familiare, sono complesse e pervasive, non solo per la vita degli ex coniugi o compagni, ma anche e soprattutto per la prole: i figli di genitori separati devono sottoporsi a pratiche giuridiche, avere a che fare col tribunale (TM in caso di convivenza, TO per coppie maritate), rendersi disponibili a Consulenze Tecniche Psicologiche per poi sentir pronunciare una sentenza di affido (che propende oggi per un “affido condiviso”, non esclusivo, a meno che non si verifichino particolari circostanze).

I sentimenti di ostilità e negatività che permeano la separazione sono stati negli ultimi decenni lo spunto di analisi della genesi di una forma di traide patologica tra genitori e bambino: si tratta della cosiddetta PAS, ovvero la Sindrome da Alienazione Genitoriale (Gardner R., 1985).

La Sindrome da Alienazione Genitoriale definisce le situazioni in cui il genitore affidatario suggestiona i figli, così che il rapporto fra i figli stessi ed il genitore non affidatario si degradi e, talvolta, si interrompa. Nella PAS, i figli finiscono per mostrare un astio e un disprezzo ingiustificato e continuo verso il genitore non affidatario, non dovuto a mancanze, trascuratezze o violenze di questo genitore, ma prodotto da un’alleanza crudele che il genitore affidatario impone ai figli.

Il “padre” della PAS, colui che per primo ne sistematizzò la descrizione, fu Richard Gardner, della Columbia University di New York. Usando le parole di Gardner, la PAS è: “Un disturbo che insorge quasi esclusivamente nel contesto delle controversie per la custodia dei figli. In questo disturbo, un genitore (alienatore) attiva un programma di denigrazione contro l’altro genitore (genitore alienato). Tuttavia, questa non è una semplice questione di “lavaggio del cervello”, o “programmazione”, poiché il bambino fornisce il suo personale contributo alla campagna di denigrazione. E’ proprio questa combinazione di fattori che legittima una diagnosi di PAS. In presenza di reali abusi o trascuratezza, la diagnosi di PAS non è applicabile”.

Gli elementi fondanti la PAS sono di diversa natura. Stando all’autore che più se ne occupò, tra questi ritroviamo:

  • La campagna di denigrazione“. In una situazione normale, ciascun genitore non permette che il bambino esibisca mancanza di rispetto e diffami l’altro. Nella PAS, invece, il genitore programmante non mette in discussione questa mancanza di rispetto, ma può addirittura arrivare a favorirla.

  • La razionalizzazione debole dell’astio che il bambino mostra nei confronti del genitore non affidatario, che si esprime con motivazioni illogiche, insensate o anche solamente superficiali.

  • La mancanza di ambivalenza: il genitore rifiutato è descritto dal bambino come “tutto negativo”; il genitore “amato” come “tutto positivo”.

  • Il fenomeno del pensatore indipendente prevede la determinazione del bambino ad affermare di aver elaborato da solo i termini della campagna di denigrazione, senza influenza del genitore programmante.

  • L’ appoggio automatico al genitore alienante: una di presa di posizione del bambino sempre e solo a favore del genitore affidatario.

  • L’ assenza di senso di colpa: questo significa che tutte le espressioni di disprezzo, nei confronti del genitore escluso, avvengono senza sentimenti di colpa o risentimenti nel bambino.

  • Gli scenari presi a prestito riguardano invece affermazioni del bambino che non possono ragionevolmente venire da lui come, ad esempio, l’uso di parole o situazioni che non sono normalmente conosciute da un bambino di quella particolare età, nel descrivere le colpe del genitore escluso, ecc.

  • L’ “estensione delle ostilità alla famiglia allargata del genitore rifiutato“: questo aspetto, infine, coinvolge nell’alienazione la famiglia, gli amici e le nuove relazioni affettive (una compagna o un compagno) del genitore rifiutato.

Ciò che caratterizza la PAS è la difficoltà del suo trattamento: non è difatti consigliabile affidare il bambino al genitore alienato, allontanandolo da colui che sprona alla denigrazione e all’ostilità; questo perché il rapporto tra loro pare compromesso, inquinato, non recuperabile senza dapprima prospettare un percorso psicoterapico, di intervento e sostegno, che aiuti il bambino a ritrovare armonia con entrambi i genitori, accettandoli e riconoscendone limiti e potenzialità (Cirillo, 2005).


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