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Alitalia-Etihad: richiesta di maggiore impegno ai soci privati dopo il no di Poste Italiane

Creato il 18 luglio 2014 da Nicola933
di Francesca Abbatiello Alitalia-Etihad: richiesta di maggiore impegno ai soci privati dopo il no di Poste Italiane - 18 luglio 2014

AlitaliaDi Francesca Abbatiello. L’accordo Alitalia-Etihad è stato raggiunto per metà. Da un lato il ritardo nell’accordo con gli emiratini di Etihad è dovuto al rifiuto da parte di Poste Italiane di coprire parte degli eventuali nuovi oneri o perdite di Alitalia. Pare che un modo per sostituire Poste Italiane si sia trovato. La strada è quella protesa verso una richiesta di maggiore impegno ai soci privati, come ha fatto il presidente dell’Atalanta, Antonio Percassi, che in dicembre ha acquisito, grazie a un prestito della banca Intesa, il 3,9% della compagnia per 15 milioni di euro. Questa via d’uscita sembra avere un punto negativo, in quanto si dovranno trovare parecchi soci privati, tali da coprire il 20% circa delle quote di cui è azionaria Poste Italiane.

Dall’altro, pare segnare un vero passo in avanti, il raggiungimento dell’accordo sugli esuberi. Secondo tale piano, si prevede il ricollocamento in altre aziende di 1.021 lavoratori con l’intervento del governo.

Sul punto, il Ministro del Lavoro, Giorgio Poletti ha sostenuto: “Ci auspichiamo che l’accordo fra Alitalia ed Etihad si concluda positivamente, perché questo è il massimo del risultato possibile. Voglio ricordare che gli esuberi dell’Alitalia sono stati ridotti a 1.635 e che abbiamo fatto tutto ciò che eravamo in condizione di fare per ridurre al minimo i problemi di occupazione”.

Non dobbiamo dimenticare che tale accordo sugli esuberi, ha generato non pochi malcontenti, specie tra le società che dovrebbero tenere presenti gli ex dipendenti Alitalia. Infatti, Frances Ouseley, direttore per l’Italia di EasyJet, ha considerato che: “questo volere socializzare le perdite di Alitalia non fa bene né alle compagnie aeree né ai consumatori. Tutto questo è sintomatico di una mentalità che continua a favorire soggetti che non generano profitti” e Easyjet, che impiega in Italia circa 1.000 persone, non rinuncerà mai ai suoi processi di selezione, che prevedono certi requisiti, ai quali chiunque può partecipare”. Il presidente ritiene sbalorditive le dichiarazioni con lui contrastanti, in quanto “lontane ad ogni principio di libera impresa”.

L’accordo pare aver raggiunto la sua fase finale: “Siamo nell’ultima fase della trattativa e puntiamo a chiuderla entro fine mese e firmare l’accordo”, così ha detto il ceo di Etihad, James Hogan.


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