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All’ombra del nocciolo

Da Maxdejavu

ALL’OMBRA DEL NOCCIOLO

1944: un militare e sua moglie, la figlia di pochi mesi e un ragazzo, loro nipote. La storia di una famiglia sarda che giunge in Toscana all’alba dei terribili avvenimenti che sconvolgeranno quelle terre. Essi cercheranno, loro malgrado, di sfuggire le bombe, i rastrellamenti, le stragi naziste e la fame. Incroceranno le loro vite con quelle della Wehrmacht, delle Waffen-SS, dei Partigiani e dei neri della 92° Buffalo. In questa storia i buoni lo saranno al di là della bandiera che indossano, mentre i cattivi oltre ogni umana aspettativa. Un viaggio che parte da Palmas Suergiu e culmina a Sant’Anna di Stazzema, sterminata sotto la furia nazista, intriso di speranze,
disillusioni, pane raffermo e nocciole.

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Copertina del romanzo

Copertina del romanzo

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Alcune recensioni:

  • Se non avessi saputo che si tratta di un romanzo d’esordio, non l’avrei mai creduto. All’ombra del nocciolo è assolutamente un’opera matura, intensa, ben calibrata, che tiene sospesi con una narrazione incalzante e densa di eventi, ahimé drammatici, ma che al tempo spazio lascia spazio a descrizioni che allentano momentaneamente la tensione bellica, permettendo al lettore di immaginarsi spazi, fotografie, ambienti e personaggi. Un romanzo da proporre come testo di narrativa nelle terze medie e che merita l’attenzione delle giurie di premi letterari. (Genny)
  • Un romanzo finito con il fiato in gola alle 2.30 del mattino. Un romanzo letto tra Bruxelles (dove l’Europa unita ci illude che mai torneranno quei giorni del 44) e Trieste ( altra terra spazzata dall’odio furioso quanto assurdo dei fratelli contro i fratelli da una parte all’altra di un confine che non c’è più). Forte di una robusta ricognizione storica, denso di fatti e sentimenti universali e mai banali, tenero di un amore di sangue e di latte, crudo di una ferocia disumana, per tutto il romanzo ho desiderato l’ombra di quel nocciolo. E oggi, mentre vigilo attenta sul respiro di mio marito e del mio bambino che dormono nella nostra comoda casa, penso alle fiamme della Palestina, dell’Ucraina, e di chissà quanti altri angoli di mondo di cui non so quasi nulla. Perché la guerra è guerra. E l’autore di questo romanzo ha tutti i mezzi per farla sentire anche a noi, dopo 70 anni, a noi che abbiamo avuto la fortuna di nascere nella parte giusta del mondo, dopo quel 25 aprile 1945. Per non dimenticare. (Ottavia)
  • Ho letto il romanzo. Molto toccante. Una storia commovente che vuole ricordare la storia nemmeno tanto lontana di un’Italia devastata dal dolore e dalla fame. Commoventi i quattro personaggi. Ben raccontata. I bimbi del romanzo potrebbero essere i nostri figli, Nino e Ada invece potrebbero essere i nonni di tutti. La storia della strage di Sant’Anna poi non la conoscevo. Mi ha lasciato una tristezza e una rabbia incredibile. (Luisa)
  • Meraviglioso! Semplicemente meraviglioso. (Michela)

http://www.youtube.com/watch?v=RqsO7xDjTPk

 


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