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All’Ovest l’All Star Game dei record! Westbrook MVP

Creato il 16 febbraio 2015 da Basketcaffe @basketcaffe

L’All Star Game è tornato a New York, al Madison Square Garden, per la prima volta dal 1998, quando l’MVP fu Michael Jordan, Tim Duncan e Kobe Bryant e si affacciavano e si poteva ancora parlare di partita più o meno vera. Questa notte, 17 anni dopo, la Western Conference ha battuto 163-158 la Eastern Conference in una sorta di brutta esibizione dei migliori giocatori NBA, senza alcun contatto, senza alcun sentore di difesa, con il tiro da tre a farla da padrone (133 tentati, 48 segnati) e con Russell Westbrook votato MVP vista la prova da 41 punti (27 nel solo primo tempo, record assoluto), ad uno soltanto dal primato storico dei 42 di Wilt Chamberlain, che per fortuna non è stato cancellato. All’Olympic Tower devono farsi delle domande perchè questa roba non è per nulla una bella pubblicità per la NBA in un weekend delle stelle dove le più brillanti sono state Stephen Curry e Zach LaVine, per quanto fatto nel Saturday Night però.

L’aria della Grande Mela e la religiosità cestistica che trasuda dal parquet e dai muri della World’s Most Famous Arena (MSG) rendono come sempre speciale l’All Star Game a New York. A scaldare l’atmosfera ci ha pensato una sexy e scollata Christina Aguilera (replicata da Ariana Garnde e Nicky Minaj nell”halftime) poi, dopo la palla a due coi fratelli catalani Pau e Marc Gasol, è stato LeBron James il primo a incendiare la partita con qualche schiacciata tonante. Il Prescelto, davanti a una platea che contava calibri come Jay-Z e Beyonce, Bill Clinton e Rihanna, Floyd Maywheather e Spike Lee, ha chiuso con 30 punti, 5 rimbalzi e 7 assist ma non è riuscito a superare il record di Kobe Bryant per punti totali all’All Star Game: LBJ ha scavalcato Kareem e Jordan ma si è fermato a -2 dal Mamba, 278 a 280.

Chi invece è entrato e ha dato subito una sgasata importante alla partita, portando insieme ai compagni l’Ovest a +20, è stato Russell Westbrook. La guardia dei Thunder ha alternato schiacciate e balzi insensati sopra al ferro a tiri da tre da distanza siderale, anche poco oltre la metà campo: ha chiuso il primo tempo con 27 punti in circa 11 minuti (nuovo record per punti in un tempo all’All Star Game, più dei 24 di Rice nel 1997 e di Irving nel 2014) e ha finito con 41 in circa 25′, ad uno soltanto dal primato assoluto dei 42 di Wilt Chamberlain. Russ ha giocato come al solito senza mezze misure ma sempre col sorriso di chi si è divertito come un pazzo. Ecco, non come il suo compagno Kevin Durant (3 punti in 10 minuti con 1 su 6 al tiro) e Damian Lillard (11 con 12 tiri in 16 minuti), apparsi svogliati e scuri in volto, quasi offesi per il trattamento della NBA nei loro confronti, il primo per il mancato inserimento in quintetto da coach Kerr, il secondo per la convocazione solo come riserva.

Russell Westbrook set an All-Star record for points in a half, may be on his way to MVP honors pic.twitter.com/5TafvxXV9v

— ESPN Stats & Info (@ESPNStatsInfo) February 16, 2015

 

Prova da MVP anche per il Barba James Harden che ha sfiorato la tripla doppia – 29 punti con 11 su 16 al tiro, 8 rimbalzi e 8 assist – e ha messo i canestri che hanno spento definitivamente le speranze dell’Est. Silenzioso Klay Thompson, 7 punti con 2 su 11 al tiro, più casinista Steph Curry (15 e 8 rimbalzi) che ha pensato più allo spettacolo in palleggio e coi passaggi che al tiro, ma ha messo lì un paio di diamanti da Top Ten nella gara. Molto solidi Cousins, 14 e 7 rimbalzi da vero centro, e Aldridge, 18 con 4 su 4 da tre, un vero e proprio “American Sniper”. 6 e 10 rimbalzi per Marc Gasol, 12 con 15 assist e 6 rimbalzi del generale Chris Paul mentre i veteranissimi Duncan e Nowitzki alla fine si sono pure divertiti. Il caraibico, che probabilmente chiuderà la sua esperienza all’All Star Game nel luogo dove aveva iniziato, finisce con 2 punti in schiacciata e 9 rimbalzi, mentre il tedescone ha infilato una bomba e ha schiacciato al volo stupendosi quasi di se stesso e mimando poi “IT’S OVER” come Carter nel 2000 a Oakland.

A Est, LeBron a parte, ha brillato, e molto, Kyle Korver, che a 33 anni suonati ha bagnato il suo esordio all’All Star Game facendo quello che sa fare meglio, tirare da tre, e ha chiuso con 21 punti – 7 su 12 dall’arco – in 15 minuti. Dei quattro Hawks di coach Budenholzer – che li ha schierati spesso tutti assieme – è stato il più prolifico davanti ai 14 di Teague, agli 8 di Horford e ai 5 punti di Paul Millsap, tutti decisamente più coinvolti quando si gioca per davvero. 6 punti in 9 minuti per un altro debuttante come Jimmy Butler, anche limitato dal problema alla spalla, 10 punti di Bosh e 11 in soli 19 minuti per Kyrie Irving, MVP lo scorso anno e silenziosissimo in questa edizione. Pau Gasol si conferma re delle doppie doppie: è in una striscia di 14 coi Bulls, ad una dal record di Jordan, e ha chiuso con 10 e 12 rimbalzi, giusto per tenersi in forma. 14 punti con un disastroso 6 su 20 al tiro per il padrone di casa Carmelo Anthony che probabilmente chiuderà la stagione per operarsi al ginocchio mentre il backcourt composto da Wall e Lowry ha terminato con 19 e 7 assist e 10+0 rispettivamente.

Il prossimo anno, nel 2016, l’All Star Game si sposterà ancora più a nord, a Toronto, ospite dei Raptors. Al momento è difficile aspettarsi qualcosa di meglio di questa esibizione, tocca all’NBA e al Commissioner Adam Silver cercare di ridare vita ad una formula ormai maltrattata dagli stessi giocatori. E se fosse arrivato davvero il momento di USA-Resto del Mondo anche la domenica? Stay Tuned.

 

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