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All'Università di Verona l'Arte fa da padrona

Creato il 18 maggio 2012 da Emanuelesecco
All'Università di Verona l'Arte fa da padrona
Voglio presentarvi una delle tante mirabili opere che adornano una delle tante toilet (chiamiamolo pure cesso) dell'Università di Verona.
Potete notare che lo stile, sobrio e minimale solo in apparenza, è ricco nel suo tono bicromatico di sottili venature, quasi fosse una pittura eseguita senza pensiero e mente alcuna a quello che sarebbe stato il risultato (una vera e propria pittura di getto). Senza dimenticare lo sfumato che caratterizza ogni pennellata costituente l'opera.
Quella che state osservando è un'opera a più mani. Infatti non si conosce ancora il numero preciso degli artisti coinvolti nella stesura di questo capolavoro (figuriamoci i loro nomi). Quello che sappiamo di loro è che, al 99%, si tratta di studenti universitari, annoiati e vogliosi di pura trasgressione.
Cosa possiamo capire ammirando questo leggiadro e opulento insieme di arabeschi a metà tra un barocco e un rococò?
La voglia di comunicare un qualsiasi ché non è una novità per quanto riguarda la pittura. Qui abbiamo a che fare che un'unione tra pittura e scrittura. Sono infatti le varie frasi a formare il tessuto pittorico, rivelandoci una grandissima volontà di riportare alla ribalta uno stile vicinissimo al pulp. Abbondano infatti riferimenti al sesso, sia nella sfera omosessuale ché in quella eterosessuale, e all'abitudine quotidiana umana di produrre materia fecale. Vi sono anche degli errori di calligrafia, ma fa tutto parte di un contesto più grande.
Il fattore più interessante però rimane la frattura col passato, anche per quanto riguarda gli strumenti di pittura. Se, infatti, gli affreschi hanno sempre goduto di una certa regola fissa per quanto riguarda le tinte e i materiali riparanti, in questa occasione i maestri ci hanno mostrato come un affresco possa essere dipinto anche solo con l'ausilio di una penna a sfera o di un pennarello indelebile a punta larga.
Unica figura vera e propria è una palla da biliardo che, secondo alcuni critici, sta a simboleggiare la vittoria ottenuta con quest'opera. Probabilmente gli artisti erano coinvolti in una scommessa e proprio per questo hanno dato vita a un tale capolavoro.
I messaggi portatici da questa opera, di cui potete comunque vedere solo uno scorcio (in realtà l'opera si estende sul muro per la quasi totale sua interezza), riguardano i tempi moderni: questo mondo è uno schifo, popolato da persone in cerca perpetua di sesso e nient'altro (a pagamento e non). I pilastri su cui si fonda la nostra società sono marci, tenuti insieme con il nastro adesivo da uomini la cui unica preoccupazione è il denaro, tramite il quale sono convinti di poter comprare ogni cosa.
Il messaggio che possiamo leggere in corrispondenza dell'angolo in alto a destra di questo scorcio è la rappresentazione di mille e mille voci che non riescono a sostenere una situazione di simile degrado. È la voce di coloro i quali si sentono traditi dal sistema mondo e dalle sue autorità. È la rabbia provocata dai mille e mille soprusi ai quali sono giornalmente sottoposti i cittadini italiani, consenzienti o no riguardo al governo.
È ora di dire basta, di mandare a cagare (citando letteralmente) qualche testa incoronata e ricominciare a vivere. Ce ne fossero di più di pittori del genere.
Sì, ok. Mi sono improvvisato storico dell'arte. Se da una parte fa molto figo dall'altra mi ricorda che ho due parti di storia dell'arte da portare questa sessione.
Ma senza fare tutta 'sta manfrina, non pensate anche voi che 'sti coglioni imbrattamuri debbano cercarsi un'altra occupazione all'infuori dell'università?
Ecco cosa succede in cesso quando si è così ottusi da non riuscire a rendersi nemmeno conto che quello che si tiene tra le dita è il pennarello sbagliato.
E.


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