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Alla ricerca del punto G: il logo di Google e altre storie di piacere

Creato il 10 settembre 2015 da Davideciaccia @FailCaffe

Ovvero piccola storia dell’affannosa ricerca del piacere da parte di Google e di alcuni dei più grandi brand di cui godete ogni giorno.

nuovo logo di google

Google’s new logo

Domanda: quanti di voi sanno descrivere il “vecchio” logo di Google? Pochi, vero? Che differenze c’erano con quello qua sopra? Boh!

Non sono passati molti giorni dal lancio da parte di Google del suo nuovo logo e già ci siamo abituati, a tal punto da aver dimenticato come fosse fatto il vecchio. A volte non ce ne rendiamo conto, ma anche marchi che ci sembrano immutabili nel tempo, che ci hanno accompagnato durante tutta la vita, in realtà cambiano, si evolvono, si adattano.

A volte è sorprendente come alcuni diventino irriconoscibili, altre volte è sorprendente sapere quanto possa costare il restyling di un logo, seppur in maniera quasi impercettibile per la maggior parte del pubblico. Risale ad esempio a pochi mesi fa il dibattito sul nuovo restyling Alitalia, presentato solo a giugno 2015, e alle spese folli relative a dettagli quasi irrilevanti rispetto a un marchio noto.

evoluzione logo alitalia

Ma dietro ogni grande brand c’è una grande storia, e quello che non tutti considerano è la difficoltà di raccontare tutta questa storia in un solo, piccolo, simbolo grafico!

Tornando a Google e analizzandone la storia, si può fare qualche riflessione anche sull’evoluzione del gusto negli ultimi anni.

Google_Older_Logos

Forse qualcuno non lo ricorda, ma questo è il primo logo di Google (beta) risalente a quando Larry Page e Sergey Brin nel 1997 registrano il primo dominio con questo nome. Curiosità: sapete cosa significa il termine “Google”?

Il nome è un gioco di parole che deriva dal termine “googol”, un termine matematico che indica il numero caratterizzato da un 1 iniziale seguito da 100 zeri (cioè 1 elevato alla 100).

Google_logo_Sept-Oct_1998

Dopo il primo tentativo, alquanto illeggibile, optano nel 1998 per 4 colori sulle sei lettere: verde, rosso, giallo e blu, talmente accesi da sembrare quasi fluo. Perde l’orrenda tridimensionalità rossa per una più garbata ombreggiatura sotto il font serif un po’ bombato.

Google1998

Poi, dopo meno di un mese, cambia l’ordine dei colori: effettivamente il blu iniziale ha un’accezione molto più seria del verde fluo. E compare un punto esclamativo!

Google_logoMa forse il punto esclamativo non ci piace tanto. Nel 1999 iniziava a crearsi una sorta di netiquette e quel punto esclamativo poteva anche sembrare arrogante. Meglio snellire! E si snelliscono anche i caratteri del font, sempre rigoeosamente serif.

Google_logo_2010Fino al 2010 questo look funziona. Ma “veloce è meglio di lento” dice il terzo principio della filosofia googleiana. Quindi meglio togliere le ombre, che si caricano male (soprattutto sui primi dispositivi diversi dal desktop), possono disturbare la lettura diminuendo il contrasto. Ecco allora un bel logo pulito, senza fronzoli, meglio di così…

logo google 2013Ma per Google si può fare sempre meglio, ecco quindi che nel 2013 scompare anche l’ultima traccia di “tridimensionalità” e si opta per uno stile più piatto, più flat, con colori leggermente più chiari, meno brillanti, più light.

Eccellere non basta” dice l’ultimo comandamento. “L’utente prima di tutto: il resto viene dopo” Proprio in nome dell’usabilità, della semplicità, della tendenza flat  che spopola ormai su tutti i device, il 1 Settembre 2015, ecco l’ultima piccola grande rivoluzione grafica del colosso mondiale del web. Google abbandona il suo font con i bastoni e si lancia su un sans-serif molto simile a Futura, ma più geometrico e preciso, più pulito se possibile. Alleggerisce ancora un po’ le tonalità che diventano ancora più pastello. Unico gancio col passato, quella “e” un po’ inclinata che ci ricorda che Google è sempre in movimento. La rivoluzione continua, continua la ricerca del piacere visivo e non, continua la ricerca del punto G del piacere dell’utente, che è sempre il centro di tutte le innovazioni in campo di web.

Google_logo_from_Google's_logo_history_page

D’altronde le più grandi aziende si distinguono proprio per questo: per la capacità di fare ricerca, di guardare avanti, di arrivarci prima e meglio degli altri. Di trainare le tendenze, lanciare le mode. Ma i grandissimi non lanciano mode fini a se stesse, ma utili a migliorare la vita di tutti. Ecco perchè il logo di Google è piatto e semplice, perchè così lo potremo vedere bene e in modo funzionale su qualsiasi dispositivo, anche i più piccoli (pensate all’IWatch), anche quelli che non sono ancora stati inventati. Diventano funzionali anche la favicon, i puntini, il microfono… Ogni dettaglio ha motivo di esistere, e se qualcosa ancora non la capiamo sicuramente risulterà indispensabile tra qualche mese.

Se la storia dei loghi vi incuriosisce, qua sotto trovate una piccola galleria di loghi che si sono evoluti negli anni, adattandosi alle esigenze di mercato e ai gusti del pubblico. Alcune sono davvero incredibili: per esempio quanti di voi hanno mai visto questo? Non indovinerete mai cosa sono diventati… Apple-primo-logo-1976

…ma questa è un’altra storia, forse a breve ve la racconterò!

evoluzione logo wwf

evoluzione logo windows

evoluzione logo pepsievoluzione logo McDonald's

evoluzione logo barilla

evoluzione logo lego

Evoluzione logo Algida

A proposito, lo sapevate che Algida cambia nome in tutto il mondo?

Algida03

Ecco qua! Grazie a Brand-Identity Magazine per le immagini!


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