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Allargamento ue: il rapporto della commissione europea su bosnia e serbia

Creato il 17 ottobre 2013 da Pasudest
ALLARGAMENTO UE: IL RAPPORTO DELLA COMMISSIONE EUROPEA SU BOSNIA E SERBIAdi Marina Szikora [*]In vista della pubblicazione del rapporto della Commissione europea sull’avanzamento del processo di adesione dei paesi in lista di attesa all’adesione, i media locali hanno scritto che la Bosnia Erzegovina sara’ il paese con la peggiore prospettiva e che addirittura il Kosovo sara’ posizionato meglio. L’agenda europea non e’ la priorita’ dei politici e non e’ stato raggiunto nessun avanzamento, e’ la conclusione della Commissione europea. Sono prevalsi interessi di partito o quelli etnici di breve termine invece che un rafforzamento del cammino europea di questo paese. I rappresentanti politici non condividono la stessa visione sul futuro della Bosnia Erzegovina come nemmeno su quello che riguarda le modalita’ del suo funzionamento. Non esiste il dialogo politico interno fondamentale sulle questioni cruciali quali appunto il processo delle integrazioni europee come nemmeno le priorita’ che riguardano questo percorso. Ancora una volta vi e’ il riferimento al mancato soddisfacimento dei due obblighi chiave della road map del 2012: l’attuazione della sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo relativa al caso “Sejdić-Finci”, che si riferisce alla riforma del sistema elettorale senza discriminazioni etniche, e la condizione che riguarda un meccanismo effettivo di coordinamento. La Bosnia Erzegovina è in assoluto stallo da mesi e il tempo stringe. Il rischio e’ quello di perdere i fondi europei gia’ previsti che non possono pero’ essere investiti a causa dell’assenza di un meccanismo di coordinamento interno che consenta un lavoro efficace con Bruxelles.
Quanto alla Serbia, i media serbi, ancora prima della pubblicazione del rapporto annuale, hanno annunciato che il documento contiene parole di lode per un avanzamento storico ma al tempo stesso non mancano le critiche. Positivo e’ giudicato il processo di riforme del Governo e vi e’ la raccomandazione al Consiglio europeo di aprire i negoziati di adesione entro gennaio 2014, scrive il quotidiano serbo ‘Danas’. La Commissione Europea valuta come “storico” il primo accordo sulla normalizzazione delle relazioni di Belgrado con Priština e approva gli sforzi intrapresi finora sulla sua attuazione. Nel rapporto si constata inoltre che le elezioni locali in Kosovo saranno un test chiave sulla sostenibilita’ del processo di normalizzazione. Le principali critiche e sfide, riguardano invece lo stato di diritto, la riforma della giustizia, la lotta alla corruzione, la liberta’ dei media e la tutela delle minoranze. Le critiche vanno alla troppo lenta attuazione delle strategie incardinate, ovvero al ritardo dell’attuazione dei documenti strategici chiave e dei piani di azione in questi settori. Inoltre, gli organi di controllo indipendenti non sono ancora pienamente funzionanti. Troppo lenta viene considerata anche l’attuazione della strategia sui media e oltre alla constatazione che i media in Serbia continuano ad essere sottoposti all’autocensura e influenzati dai centri di potere politici ed economici. Nel rapporto di quest’anno, scrivono i media serbi, non mancano valutazioni positive per quanto riguarda lo sviluppo delle relazioni regionali, e cio’ si riferisce in particolare alla piu’ stretta collaborazione con la Croazia e la Bosnia Erzegovina. In questo contesto, nella nostra prossima corrispondenza daremo spazio anche alla tanto attesa visita ufficiale del presidente croato Ivo Josipović a Belgrado per incontrare il suo collega serbo Tomislav Nikolić e le altre massime cariche dello stato. A causa del divieto del Gay Pride a Belgrado, nel rapporto della Commissione europea si constata che la discriminazione della popolazione LGBT e’ molto vasta e che il potere serbo non si impegna abbastanza a sopprimerla. Infine, la Commissione valuta che l’economia serba e’ in una situazione grave a causa della lentezza delle riforme strutturali e una spesa pubblica troppo grande.
[*] Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a SudEst andata in onda il 17 ottobre a Radio Radicale

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