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Alpi Vs Appennini. Educazione Vs Defend Life

Da Motociclistidatavola
Allora, un giretto sulle Alpi, un po’ di ferie a cavallo del Passo Rolle ed ecco come nasce questo post.La riflessione di partenza, la provocazione senza alcun nesso, è questa: perché in poche centinaia di km si passa dai cartelli “welcome biker” o “wilkomme biker” al famigerato “Defend life” dell’amata Forestale? Perché una percezione così differente del motociclistia.Per sviscerare questo inutile ragionamento mi ci vuole un po’, seguitemi e poi fatemi sapere cosa ne pensate. Intanto fughiamo i dubbi: se credete che il programma “defend life” abbia come scopo reale quello di proteggere le vite di noi motociclisti attraverso un dispiego di forze e risorse potete anche smettere di leggere. “Defend life” è una di quelle trovate di marketing come “benzina verde” o “coca zero”. Obiettivo è far cassa, su questo anche io che sono il re degli ingenui ho pochi dubbi. Uno degli obiettivi di questo post è spiegare che reprimere ed educare sono cose diverse ed hanno anche effetti diversi.
Partiamo proprio dal concetto di educazione. Una delle varie “discipline” dell’educazione è quella stradale. L’educazione stradale nasce già nell’antica Roma. Non è una cazzata. I romani erano maestri a fare le strade e dovettero anche istituire delle regole per gestire i flussi. Per fare il figo vi ricordo che lo stesso Fra Cristoforo dei Promessi Sposi si fece frate a seguito di un omicidio compiuto per un diverbio stradale. Mi pare di ricordare che ammazzò uno con un crik....
Ma facciamo un altro passo fondamentale: l’educazione si distingue dall’istruzione poiché una è legata allo sviluppo di capacità e altro, mentre l’altra è legata alla trasmissione di sapere. Quindi i fattori che concorrono all’educazione sono molteplici ed il processo è meno invasivo ma più profondo. Fra i vari fattori che determinano l’educazione c’è l’ambiente. Inteso sia come elemento che influenza il processo educativo che come elemento che determina il comportamento educato.Esempi banali: se sono in Svizzera, con strade pulite ed un mucchio di cestini ordinati mi verrà facile tenere in tasca la cartaccia e non gettarla, se sono in una città italiana…magari un po’ meno. Chi non sporca in una città sporca è virtuoso, diciamo così. Pensate anche al comportamento atteso in relazione all’ambiente: in una trattoria mi sembrerà educato un sorriso ed una battuta da parte di un cameriere, in un ristorante fighetto mi aspetto un cameriere preparato, distinto, che mi dia del lei e che non faccia battute al tavolo.Ma perché è così importante l’ambiente? Adesso ci arrivo. Prima però parliamo di geografia.Le Alpi hanno due grandi vantaggi rispetto ai nostri poveri Appennini: sono terra di confine, quindi attirano tanti biker stranieri; i passi sono belli sia quelli per un verso che quelli per l’altro. Mi spiego meglio, sulle Alpi non sono famosi e belli solo i passi che tagliano longitudinalmente ma sono belli tutti. Sugli Appennini gli unici passi degni di nota sono quelli che da qua vanno di là e ritorno, con pochissime eccezioni. Questo significa che c’è una geografia che non facilita la nascita di network fra i vari attori del territorio. Sulle Alpi bastano pochi km per fare 4 passi esagerati, sugli Appennini ne servono 200. Sulle Alpi ci sono eventi tipo la Dolomiti Bike Marathon che coinvolge non so quanti locali, oppure si possono trovare mappe con segnati percorsi e locali interessanti (trovata gratis in cima al Passo Rolle con indicati 5-6 itinerari ed evidenziati i locali). Da noi non si trova nulla di tutto questo (potremmo però farlo noi, che ne dite?).
Pensate ad un evento che coinvolga i locali degli Appennini da Modena ad Ancona. Ecco, le Alpi sono più network, per ragioni geografiche e anche culturali.
Tutta questa situazione porta a mettere in atto due differenti strategie. Sulle Alpi i motociclisti sono visti come clienti preferenziali, sono una categoria che viene invitata con cartelli e segnalazioni a fermarsi e consumare (e noi consumiamo un sacco, sempre) lasciando sul territorio risorse. Sulla Alpi vedere tutti questi simboli con riprodotta una moto ti fa sentire ben voluto, a casa. Ti senti come in “svizzera” dove non butteresti mai via una cartaccia. E dopo averti fatto sentire a “casa” ecco che accompagnano la strada con cartelli che comunicano temi sulla sicurezza stradale, che invitano alla prudenza (senza fare terrorismo). Un po’ come se tu entrassi in Hotel, ti accogliessero col sorriso, una bellissima stanza pulita, il cioccolatino sul cuscino e poi una raccomandazione: cerca di divertirti ma per favore rispetta il riposo altrui, tu mica ti metti a rompere il cazzo. Sei in Paradiso e vuoi pure la mela? L’ultima volta è finita di merda, te lo dico.Questo non vuol dire che non ci siano idioti sulle Alpi o che i motociclisti non si ammazzino anche lì, però la strategia è diversa e sono abbastanza sicuro (in una settimana di ferie ho provato a farci caso) che ci sono molti biker che vanno forte ma molti meno che fanno gli stupidi. Ormai siamo tutti abbastanza maturi per accettare la differenza fra andare forte e fare gli stupidi. A me piacerebbe saper fare ad andare forte ma se ci vado faccio lo stupido (perchè non son buono…)Ah, fra l’altro questi biker ben voluti lasciano soldi sul territorio.
Agli Appennini manca questo network che possa anche farsi sentire al fianco dei motociclisti. Vi immaginate un programma “Defend Life” sulle Dolomiti? Ci sarebbero cento esercenti indiavolati con forconi e torce. Da noi è finito sul giornale il singolo gestore che ha visto calare le entrate. Punto.Ma sto prendendo la piega sbagliata, non volevo arrivare a sollecitare gli esercenti a fare network dove anche geograficamente sarebbe complesso (ma non impossibile).Il mio obiettivo era di rimanere sul comportamento di chi viene accolto, viene accettato, viene coccolato e di chi, invece, viene additato come criminale. Chi viene perseguitato come fosse un criminale da spennare finirà per comportarsi come tale, chi viene visto e trattato come un ospite gradito si comporterà come tale. Eccezioni, ovviamente, da un lato e dall’altro.Però a questo punto alla sempre amata Forestale restano due strade: cercare di limitarsi a controlli che le competono senza sfociare in agguati o atteggiamenti “antipatici”, oppure cambiare nome al progetto, non è uno scherzo, sentirsi anche presi per il culo non aiuta. Io se mi fermano dicendo che fanno parte del progetto DL non è che mi sento grato, mi sento preso pure il culo e non aiuterà i miei comportamenti.La mia educazione deriva da mille mila aspetti, i miei genitori, la mia famiglia, le mie amicizie ma anche dall’ambiente in cui mi ritrovo. Volete rendere gli Appennini più sicuri: la strada giusta è quella delle Alpi. Vedrete quanti soldi lasceremo più volentieri sul territorio, magari serviranno per altri guardrail salva vita.Care forze dell’ordine e care autorità che seguite con tanta passione questo blog, ricordate sempre la differenza fra istruire ed educare. Purtroppo la licenza di guida non basta a fare un pilota, serve un ambiente favorevole (servono mille altre cose ma questa è a portata).
La repressione non ha mai dato frutti nel lungo periodo.Nota di colore: sull'Abetone c'è un locale col cartello Welcome biker, una sorta di rifugio per noi....

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