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Altri due no dai servizi sociali. Ci vorrebbe una verifica interna dell’efficacia rispetto alla domanda di aiuto

Creato il 21 marzo 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Un ambulante fallisce, resta senza lavoro. Non ha più soldi, non sa come comprarsi da mangiare. “Con dieci euro mi prendo la pasta, una cipolla, un pomodoro e me la faccio durare due giorni”.
I servizi sociali di Cremona hanno detto no. Neanche dieci euro.
Altro no a una signora rimasta senza lavoro, con figlio a carico.
Nulla neanche a lei.
“Diciamo no anche a persone che ci chiedono 50 euro” ammetteva l’anno scorso un dipendente, perché “non abbiamo più soldi”. E ora va peggio.
Prendersela con l’assessore Amore ormai è inutile, egli insisterà fino alla fine, forse resterà con Perri a cercare i veri poveri senza aiutare proprio i veri poveri. Ma una verifica interna sull’efficacia dei servizi sociali non si fa mai? Questa assurdità amministrativa può persino peggiorare, di pari passo con la sudditanza verso Eni, Stogit, Snam, i centri commerciali e altro ancora. Solo i progetti delle cooperative sono finanziati dai servizi sociali, e fossero anche le migliori iniziative del mondo nel loro settore non sono un rimedio alla miseria. Il noto progetto, costosissimo, per i minori stranieri non accompagnati doveva proprio essere realizzato a Cremona? Per l’orgoglio di qualche leader del mondo cattolico?
I profughi non si possono assolutamente respingere, la rabbia verso gli immigrati però è forte e dannosa. L’integrazione si sviluppa semmai spontaneamente, tra cittadini, ma nel caos politico.


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