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Altro post cinico: i miti sul mondo della prostituzione thailandese

Creato il 18 settembre 2013 da Pulfabio
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Roccia pene e roccia vagina al tramonto, che quadretto romantico! (Koh Samui)
Ecco il post cinico che avevo promesso qui.

La prossima volta che vedo uno di quei report posticci sul mondo della prostituzione thailandese vomito. La maggior parte dei giornalisti italiani sono ovviamente dei buoni professionisti. Ce ne sono alcuni però a cui bisognerebbe requisire penna, portatile, tablet o qualsiasi sia lo strumento che utilizzano per produrre gli intrugli con cui lavano i cervelli dei propri lettori. Una cozzaglia di mediocri operai della parola che si affidano a triti miti e stereotipi per giustificare lo stipendietto che l'editore passa loro.

Quelli che per anni ci hanno propinato il pistolotto delle povere ragazze thailandesi sfruttate o addirittura schiavizzate da turisti sessuali vecchi e bavosi sono fra i più subdoli. Mi risulta difficile pensare che questi individui siano davvero venuti sul posto, che abbiano raccolto testimonianze, osservato, cercato di capire, per prendere infine certe cantonate. Non può non esserci intenzionalità. Deve trattarsi di gente che ha scritto per sentito dire, affidandosi a qualche leggenda o caso isolato strappa lacrime per fare del sensazionalismo e sfruttare l'imperante ipocrisia occidentale. Leggere Michel Houellebecq può offrire qualche spunto illuminante a riguardo. D'altra parte è anche improbabile che per anni io mi sia imbattuto soltanto in casi anomali e controcorrente. Sono arrivato a una conclusione forse un po' arrogante ma tuttavia inequivocabile: semplicemente ne so più io di loro.
Me ne rendo conto ogni qual volta ascolto un italiano che innaffia con le lacrime degli struggenti casi di povere fiammiferaie siamesi costrette a prostituirsi con porci ciccioni e raggrinziti per mantenere le famiglie poco abbienti al villaggetto di campagna, i padri mutilati, le madri inferme, i bimbi affamati. Sia ben chiaro: di porci ciccioni e raggrinziti in Thailandia ne arrivano a vagonate. E di certo queste ragazze provengono da ambienti rurali, semplici e poveri. Allo stesso modo però arrivano da un retroterra socio-culturale simile anche quelle che approdano in città per fare le parrucchiere, le cuoche e le cameriere, le sarte, le bigliettaie degli autobus, le cassiere ai grandi magazzini, le operaie nei cantieri e qualsiasi altro lavoro scarsamente retribuito che non richieda l'utilizzo di parti intime del corpo. Situazioni normalissime in un paese in via di sviluppo. La differenza tra queste ultime e quelle che decidono invece di abbandonarsi tra le braccia grasse e pelose dei presunti vecchi bavosi sta principalmente nell'avidità, nella propensione al gretto materialismo, negli insaziabili vizi da mantenere col sudore della fronte (beh, fronte, si fa per dire, ovviamente): telefoni costosi, vestitini eleganti, scarpe coi tacchi, scintillanti scooter giapponesi, bottiglie magnum di whisky (ovviamente Black Label), cocaina, metanfetamina e tutte le altre stronzate con cui sperperano i soldi che dei poveri idioti forniscono loro in cambio di sesso scandente e illusioni d'amore.
Il fatto che poi i loro clienti siano spesso uomini spregevoli non è prova di sfruttamento e schiavismo. Nella maggior parte dei casi queste donne sono libere di scegliere con chi prostituirsi e il fatto che lo facciano con individui disgustosi la dice lunga sullo scarso rispetto che hanno per il proprio corpo e sul disinteresse che nutrono per la loro dignità. Se se lo possono permettere sceglieranno ovviamente un bel giovanotto, possibilmente alto, biondo e sciocco, a cui scuciranno un bel gruzzoletto dopo essersi divertite probabilmente più di lui.
Non è infrequente poi incontrare anche casi misti: donne che lavorano in un bar equivoco e ammettono di aver fatto le cassiere al centro commerciale fino alla settimana precedente. E pianificano di tornarci a breve. Come se si fossero semplicemente prese un semestre sabbatico.
In questo squallido gioco di ruoli le differenze tra vittime e aguzzini sono spesso difficili da identificare. La Thailandia accoglie ogni anno frotte di ingenui fessacchiotti che dopo un paio di settimane trascorse con delle furbacchione se ne tornano a casa credendo di avere trovato l'amore e inviano regolarmente somme anche ingenti convinti che così facendo riusciranno a tirare fuori le loro pretty women dal baratro della prostituzione in cui sono scivolate loro malgrado. E quelle Julie Roberts dei poveri intascano e sperperano, scopano, si ubriacano, si sballano, fanno shopping selvaggio, mentre ovviamente continuano a fare marchette e a cercare di accalappiare nuovi idioti da mungere nei periodi di magra. C'è chi ha scritto dei libri sugli scambi di email tra zoccole e boccaloni, cose del tipo "Sure, I love you too...but now send me money!"
Di recente presso un banchetto di minestrine sistemato lungo un marciapiedi mi è capitato tra le mani il telefono di una tizia su cui ho avuto la fortuna di leggere un'esilarante conversazione in whatsapp che recitava più o meno così (traduzione in italiano a seguire):
"Hi honey, I miss you so much..."
"Hi, can you send me 8000 baht?"
"Sure darling, I will do it tomorrow, first thing in the morning...I love you..."
"Have you already sent it?"
"Sorry honey, I couldn't do it in the morning, I'll do it right away...kisses"
"What time?"
"After lunch, you will get it tomorrow...I miss you so much"
"Tomorrow??? Not today???"
"Darling, it takes some hours and there is a time difference between Europe and Thailand. Tomorrow for sure you'll have it. Do you remember last time, when I sent you 10000 baht? Just wait a little. Love you..."
"hmmm...alright, tomorrow I will let you know"

(Traduzione:

"Ciao amore, mi manchi tanto..."
"Ciao, mi puoi mandare 8000 baht?"
"Certo cara, lo farò domani stesso, di prima mattina...ti amo..."
"Li hai mandati?"
"Scusa amore, stamane non ce l'ho fatta, ora vado in banca...baci"
"A che ora?"
"Dopo pranzo, li riceverai domani...mi manchi da impazzire"
"Domani??? Non oggi???"
"Amore, ci vogliono alcune ore, e poi c'è una differenza di fuso orario tra l'Europa e la Thailandia. Domani di sicuro li riceverai. Ti ricordi l'altra volta, quando ti ho mandato 10000 baht? Devi solo aspettare un pochino. Ti amo..."
"hmmm, va bene, domani ti faccio sapere")

E così via. La stessa burattinaia di conversazioni del genere ne aveva altre in parallelo con altrettanti citrulli. E non si faceva alcun problema a farcelo sapere. Anzi, sembrava godesse nello sfoggiare la sua abilità di manipolatrice. Un altro imbecille dall'altro capo del mondo le paga l'affitto di un appartamento in un bel condominio in una delle zone più costose di Bangkok. Nel frattempo essendo piuttosto attraente riesce a pescare un cliente diverso quasi ogni sera.

Dopo che un altro stolto le ha pagato a fondo perduto il conto del ristorante si è alzata e ha provato a invitarci in un altro locale (dove andava a battere) per farsi finanziare il taxi. E che cazzo, nemmeno il prezzo del trasporto per andare al lavoro si vuole pagare! Le abbiamo restituito il telefono ridendole in faccia. Si è incamminata rivolgendoci una smorfia da offesa, poi ci ha ripensato e prima di entrare nel taxi ha sfoggiato il falso sorriso da quattro soldi con cui incanta i suoi serpenti: non si sa mai, meglio non tagliare i ponti con nessuno, chiunque potrebbe risultare utile un domani.
Non va sempre a finire bene però. Quasi come fosse un ciclo buddhista dopo qualche anno di questa vita al massimo il karma ricompensa queste scellerate con corpi che si sfaldano, sguardi persi nel vuoto, notti finite a dormire su un marciapiede in mezzo a pozze di vomito, risse feline, scenate patetiche, umiliazioni, pubblico ludibrio, sesso con mostri deformi per quattro soldi.
Ma, ehi, dai, chi se ne frega? Evviva l'amore!
Anche se lo compri tirando sul prezzo al mercato.
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