“Solo le mamme grasse sono contrarie alle modelle che sfilano in passerella sul piccolo schermo […] si siedono davanti al televisore con i loro pacchetti di patatine e dicono che le modelle magre sono brutte. Il mondo della moda è fatto di sogni e illusioni e nessuno vuole vedere donne rotonde»
Questo è quanto affermato da Karl Lagerfeld, stilista di Chanel, il quale continua dicendo che le modelle non possono certo essere donne comuni, ma icone che servono a far sognare.
Nonostante lo scalpore che ha creato questa affermazione sembra proprio che questo sia il pensiero comune a molti dato che la maggior parte dei mezzi di comunicazione ci bombardano continuamente di modelli e stereotipi di corpo perfetto.
“Pretendi di più” è la pubblicità proposta dalla palestra Get Fit che esplicitamente ci fa capire come la ragazza nell’immagine dovrebbe pretendere di più da se stessa ossia un sedere (ed un corpo) scolpito.
Proprio per intervenire su questa problematica, in Italia, il Ministero per le Politiche giovanili, la Camera Nazionale della Moda e il Ministro per le Politiche giovanili e lo Sport, hanno fortemente voluto, seguendo l’esempio di altri Paesi europei (come ad esempio la Spagna), il manifesto di autoregolamentazione che impedisse alle modelle sotto i sedici anni e a quelle che non toccano la taglia 38 di sfilare in passerella. L’intento è quello di tornare ad un ideale di bellezza “mediterranea” portando anche la taglia 48 in passerella.
Il Comune di Torino inoltre ha promosso questa iniziativa contro lo sfruttamento del corpo femminile nella pubblicità, paragonando la donna ad un oggetto preconfezionato in vendita.
“Io sono in forma. Tonda è una forma”
Questa famosa citazione di Geppi Cucciari, serve quindi a introdurre le campagne nate “a favore delle forme”.
Un esempio sono senza ombra di dubbio le campagne di “Love Your Body” di cui riporto gli esempi degli ultimi anni.
Il messaggio della campagna del 2011 dice che desiderare di essere qualcun altro significa rifiutare la persona che siamo. Peccato per l’immagine scelta, poco elaborata e abbastanza banale.
La campagna del 2010 dice: “La bellezza non è un modello. Vivi la tua vita. Ama il tuo corpo.” Il messaggio a mio avviso è buono ma avrei scelto di porre come stampo la silhouette della ballerina (modello convenzionale di bellezza in quanto agile e snella), e la sagoma con la gonna come “diversivo”.Nel 2009, invece, è stata scelta questa campagna. Semplice ma efficace. Avrei forse scelto un messaggio più esplicativo per far capire che la campagna è rivolta a chi vede i difetti estetici del proprio corpo come un problema.
Alcune linee di prodotti di bellezza hanno cercato di adeguarsi a queste iniziative. Esempio emblematico è senza ombra di dubbio la Dove che mostra donne belle e sorridenti in corpi non “standardizzati”.
Tuttavia, Dove non si è rivolto solamente alle teenager, ma anche alle donne più adulte.
“Troppo vecchia per essere una pubblicità anti-invecchiamento? Non è questo il caso. La nuova linea Dove per la cura della pelle è pro-age perché la bellezza non ha limiti di età”
Amare sé stessi e accettare il proprio corpo è importante, ed è quello che vogliono trasmettere alcune riviste come ad esempio la rivista femminile tedesca a maggior tiratura Brigitte che da gennaio 2010, grazie all’iniziativa “Senza modelle”, nei suoi servizi di moda non fa apparire modelle professioniste, ma solo le lettrici.
Questa ad esempio è Luciana Schmidt, una lettrice della rivista che ha prestato la sua immagine per un articolo in cui si parlava di massaggi per la cellulite, testati da lei in prima persona.
Anche il V Magazine ha scelto di dedicare un numero della rivista alle donne oversize intitolandolo The Size Issue.
E molte artiste del mondo dello spettacolo si sono mosse proponendo in prima persona il proprio corpo come modello di accettazione di sé stessi.
Ne è qui l’esempio la cantante Beth Ditto.
Elisa Pucci