Magazine Cultura

American sniper, stay away from me

Creato il 16 gennaio 2015 da Cannibal Kid
Condividi
Obiettivo avvistato. Ce l'ho nel mirino. Clint Eastwood questa volta non mi sfuggirà. Non può scapparmi ancora. Sono stato sempre fin troppo buono nei suoi confronti. Da quando Pensieri Cannibali è in attività ho esaltato Invictus persino al di là dei suoi reali meriti; ho salvato alla grande quel polpettone di J. Edgar nonostante fosse piuttosto noiosetto e avesse un trucco da spavento; ho trattato con i guanti quella brutta copia di Shyamalan che rispondeva al nome di Hereafter; più di recente ho regalato persino una generosa sufficienza a un film del tutto dimenticabile e banalotto come il musicarello Jersey Boys, ma adesso basta. Chiamatelo se volete rispetto nei confronti dei vecchietti, per quanto di solito non mi faccia problemi nei loro confronti, gli Expendables ne sanno qualcosa, però adesso non è che posso graziarlo tutte le volte. Devo ricordarmi che sono pur sempre, o almeno lo ero, uno dei blogger cinematografici più spietati della rete. Sono stato addestrato a seguire il Lato Oscuro della Forza da Darth Vader, Blair Waldorf e Marilyn Manson, non posso continuare a deluderli. Ho avuto il vecchio Clint nel mirino ben 4 volte e non ho mai premuto il grilletto fino in fondo. Ce la farò questa volta? Calma. Prima di arrivare a lui, ho da prendere di mira qualche altro obiettivo legato al suo ultimo film, American Sniper.
AMERICAN SNIPER, STAY AWAY FROM ME
La sceneggiatura Di cosa parla American Sniper? Parla di un vero soldato, Chris Kyle, un cecchino dei Navy Seals dalla cui autobiografia è stata tratta la sceneggiatura scritta da Jason Hall, che al momento è nel mio obiettivo. Sceneggiatura? E hanno pure avuto il coraggio di nominarla agli Oscar? Se fate un salto sulla pagina Wikipedia a lui dedicata, saprete tutto sulla sua vita e non è che il film scavi molto più a fondo. Tutt'altro. Sarà colpa del personaggio, sarà per via dell'autobiografia da cui è tratta, ma la sceneggiatura di American Sniper ha lo spessore di una pagina Wikipedia. Senza offesa per Wikipedia. O lo stesso spessore di una sottiletta. E manco quelle fila e fondi. Primo bersaglio, lo sceneggiatore Jason Hall: eliminato.
AMERICAN SNIPER, STAY AWAY FROM ME
Sienna Miller Puntiamo l'obiettivo verso un bersaglio più gradevole. Molto più gradevole alla vista. Sienna Miller è un gran bel donnino, per quanto renda più da bionda che da brunetta. Mi spiace parecchio doverla abbattere, però come attrice non ci siamo. Proprio non ci siamo neanche da lontano. Per testare un'interprete bisogna metterla alla “prova lacrime”, una prova in cui ad esempio la divina Natalie Portman è maestra assoluta e in cui invece Sienna Miller è drammatica. Drammaticamente ridicola. Secondo bersaglio, Sienna Miller:  con dispiacere, eliminata.
AMERICAN SNIPER, STAY AWAY FROM ME
Maschilismo A voler cercare un'attenuante per la povera Sienna Miller, va detto che Clint Eastwood le ha regalato una delle parti femminili peggiori viste nel corso del secondo Dopoguerra. Sienna Miller ha il ruolo di Taya, una donna che viene abbordata in un bar dal protagonista Chris Kyle/Bradley Cooper. Sembra la più grande figa di legno della storia, dice cose tipo: “Non sposerò mai un Navy Seals” e poi il primo Navy Seals che le capita di fronte... se lo sposa. Dopodichè diventa una moglie il cui unico scopo nella vita è sfornare un figlio dietro l'altro e piangere (tra l'altro male, come detto sopra) al telefono con il marito militare. Qualcuno potrà dire che Eastwood in passato c'ha regalato delle figure femminili molto forti. Oddio, non così tante, ma una sicuramente: la protagonista di Million Dollar Baby. Vero, peccato che, con quello di Sienna Miller, tra l'altro l'unico personaggio femminile dell'intera pellicola, ci abbia scaraventati indietro fino al Medioevo. Se la rappresentazione della donna nel 2015 deve essere ancora questa, ben vengano tutte le Katniss Everdeen ed eroine varie delle nuove saghe fantasy. Terzo bersaglio, il maschilismo: eliminato.
AMERICAN SNIPER, STAY AWAY FROM ME
Bradley Cooper Bradley Cooper è un bel ragazzo e mi è sempre stato simpatico, fin dai lontani tempi in cui aveva ruoli minori nelle serie Alias e Nip/Tuck. Fin dai tempi in cui tutti ridevano se lo chiamavo attore. Ah, ridono ancora?
Per lui vale un discorso simile a quello di Sienna Miller: a livello recitativo non è che sia un fenomeno. Negli ultimi tempi aveva offerto qualche buona prova come ne Il lato positivo e in American Hustle, solo che in quei casi era accompagnato da un gruppo di interpreti straordinari, mentre qui, alle prese con un film che poggia interamente sulle sue pompate spalle, non regge tutte le due ore e passa di durata. Bradley Cooper si è calato parecchio nella parte, più che muscolato si è proprio gonfiato per fare il Navy Seal, ma i suoi limiti espressivi vengono fuori. La sua nomina agli Oscar al posto del pazzesco Jake Gyllenhaal de Lo sciacallo è uno dei più grandi abbagli dell'Academy da quanto hanno dato la statuetta a Roberto Benigni per La vita è bella anziché al grandioso Edward Norton di American History X.
Anche per lui, come per Sienna Miller, vale in ogni caso l'attenuante di avere a disposizione un personaggio ben poco carismatico. Un uomo che si crede un cowboy e invece è “solo un bovaro da quattro soldi” [cit. dallo stesso film]. O può anche essere definito, considerata la sua esaltazione personale, un (Alessandro) Cecchino Pavone. Quarto bersaglio, Bradley Cooper: eliminato.
AMERICAN SNIPER, STAY AWAY FROM ME
Il resto del cast Per il cast di contorno, Clint Eastwood è andato a tirare fuori alcuni degli attori meno espressivi attualmente in circolazione nel panorama televisivo americano attuale. Il pessimo Brian Hallisay di The Client List e Revenge, il ridicolo Eric Close di Senza traccia e Nashville, gli imbalsamati Sam Jaeger di Parenthood e Luke Grimes di True Blood e infine Jake McDorman di Greek, Shameless e Manhattan Love Story, quest'ultimo l'unico del lotto che si salva insieme a Jonathan Groff di Looking e Glee. Quinto bersaglio, il cast del film al quasi completo: eliminato, con un paio di obiettivi graziati.
AMERICAN SNIPER, STAY AWAY FROM ME
Patriottismo Il patriottismo americano dell'ultima pellicola di Clint Eastwood emerge in ogni elemento a partire dal titolo e in quasi ogni inquadratura e sequenza. Non certo un patriottismo di facciata, tra l'altro. Tra l'esaltazione dei valori militari e quelli americani, a farne le spese sono i personaggi musulmani presenti, che appaiono molto brevemente e sembrano usciti non dalla realtà, bensì da un racconto di Matteo Salvini o da un articolo di Oriana Fallaci. Per il protagonista Chris Kyle è quasi come se non fossero delle persone in carne e ossa, ma solo delle sagome del poligono di tiro da fare fuori una dopo l'altra. Proprio come sto facendo io con gli elementi di questa pellicola. Per quanto riguarda il discorso sulla guerra, questa sembra una versione più commerciale di The Hurt Locker. La storia che racconta è molto simile, al punto che si può parlare di una scopiazzatura adatta al grande pubblico del film di Kathryn Bigelow, solo che quello era girato in maniera molto più dura e cruda e il messaggio finale che tirava fuori era profondamente differente. Laddove in The Hurt Locker la guerra era vista come una (tossico)dipendenza nociva, qui viene guardata con molta più condiscendenza. Come un male, ma un male necessario. Se Clint Eastwood vuole convincerci che la guerra in Iraq lo è stata, gli faccio i complimenti per il coraggio che dimostra di possedere ancora. Per quanto mi riguarda però non è stata un male necessario. Solo un male inventato. Sesto bersaglio, il patriottismo: eliminato.
AMERICAN SNIPER, STAY AWAY FROM ME
Clint Eastwood Veniamo finalmente all'obiettivo principale: Clint Eastwood. Eccolo qui nel mio mirino. Questa volta non mi può scappare. Questa volta non devo lasciarlo scappare come in passato. Per eliminarlo potrei colpirlo al suo punto debole. Qual è il punto debole di Clint Eastwood? Clint Eastwood è un repubblicano vecchio stampo. Ecco, a me del fatto che Eastwood sia un repubblicano non frega un cazzo. Così come non mi importa, quando guardo un loro film, delle accuse di pedofilia nei confronti di Roman Polanski e Woody Allen. Così come non mi frega un cazzo che Lars von Trier sia un misogino neonazista (cosa poi ancora tutta da verificare). Non mi interessa delle loro opinioni personali o di quello che fanno quando sono nella vita privata. Io sto qui a giudicare le loro pellicole. Nymphomaniac sarà anche girato da un misogino neonazista, però i valori che emergono durante la sua visione sono di tutt'altro segno. Almeno per quanto mi riguarda, Nymphomaniac è un film femminista, anarchico, che si batte contro tutti i pregiudizi e contro tutti i fascismi politici, sociali e mentali.
American Sniper invece è un film repubblicano non perché girato da un repubblicano, ma perché sono quelli i valori che emergono dalla visione, o se non altro dalla mia visione. Lo so benissimo che non bisogna confondere il punto di vista di un protagonista del film con quello del regista. The Wolf of Wall Street e The Act of Killing ne sono due recenti eccellenti esempi. Solo che in questo caso Clint Eastwood omette di raccontarci quanto la guerra in Iraq sia stata non solo sbagliata, ma fondamentalmente tutta un'invenzione di Giorgino Bush, e quindi l'eroicizzazione del protagonista Chris Kyle che viene mostrata nel finale del film pare non solo eccessiva, quanto proprio fuori luogo. Non ho niente in contrario all'idea di una pellicola che racconta della vita di Chris Kyle. Mi sta meno bene invece un film che lo ritrae come un eroe, a tratti quasi un supereroe capace di far fuori un nemico a 2000 metri di distanza (seh, va beh, sarà davvero andata così o ha ingigantito un tantino la cosa?). Come considera il padre del protagonista nella sua similitudine animalesca di inizio film: il mondo si divide in lupi, pecore e cani da pastore. Per me Chris Kyle non era un cane da pastore come qui suggerito. Era una pecora. Uno che anziché usare la sua testa premeva il grilletto soltanto perché un imbecille gli aveva detto che si fa così, voi come lo chiamate? Io di sicuro non posso considerare eroe un uomo che ha ucciso (almeno) 160 persone perché gliel'ha ordinato George W. Bush, o perché credeva che fosse giusto, o perché pensava di difendere i valori della “nostra” cultura. Che poi quali sarebbero, questi valori che voleva difendere? Imbracciare un fucile a migliaia di chilometri di distanza mentre la moglie era a casa da sola a sfornare bebè?
Al di là dei suoi discutibili contenuti, esposti tra l'altro con una superficialità estranea al resto della produzione eastwoodiana, da un punto di vista cinematografico American Sniper è cinema bellico stanco, superato, spacciato per moderno grazie a un impianto tecnico di primo livello (le nomination al sonoro e al montaggio sonoro sono le uniche due sensate date alla pellicola). Dopo una mezz'ora iniziale dal ritmo piuttosto sostenuto, la pellicola affonda presto nella noia e nella ripetitività. Chris Kyle va in missione e poi torna, va di nuovo in missione e poi torna, va ancora in Iraq e torna negli USA, va in guerra e poi a casa. Lo stesso Clint Eastwood parte a razzo e poi pare annoiarsi mentre filma ogni scena in maniera sempre più spenta, finendo per realizzare una pellicola che non possiede un briciolo della potenza di fuoco di altri film di guerra recenti come il sottovalutatissimo Redacted di Brian De Palma, l'imminente Fury di David Ayer o il citato The Hurt Locker di Kathryn Bigelow.
Clint Eastwood a questo punto cosa farà? Lontano anni luce da film coraggiosi e degni di ammirazione come Million Dollar Baby, Gran Torino e Invictus, continuerà a sfornare questi spottoni propagandistici pro-bellici? O verrà persino in Italia a girare la storia dei “nostri” due eroi nazionali, i marò Latorre e Girone? Almeno quest'ultima cosa non credo avverrà, anche perché questa volta l'ho davvero abbattuto. Settimo bersaglio, l'obiettivo principale Clint Eastwood: eliminato. E senza manco dover usare un proiettile.
AMERICAN SNIPER, STAY AWAY FROM ME
American Sniper (USA 2014) Regia: Clint Eastwood Sceneggiatura: Jason Hall Tratto dal libro autobiografico: American Sniper di Chris Kyle, scritto con (o meglio da) Scott McEwen e Jim DeFelice Cast: Bradley Cooper, Sienna Miller, Jake McDorman, Keir O'Donnell, Luke Grimes, Kyle Gallner, Eric Ladin, Brian Hallisay, Eric Close, Sam Jaeger, Jonathan Groff, Sammy Sheik, Navid Negahban Genere: guerrafondaio Se ti piace guarda anche: Lone Survivor, Captain Phillips, The Hurt Locker

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :