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Amore per sempre

Creato il 04 agosto 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

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Siamo come i format che arrivano dall´America, mi dicevi, tutti uguali, fatti per essere visti e non piaciuti, presi senza amore. Eravamo lontani come l´America. Questo ultimo Agosto, o era l´altro Agosto, che ci conteneva coi suoi “bellissimi” di chi ci guardava e non ci conosceva e noi eravamo d´accordo. Gli angeli passavano mentre eravamo a litigare, mentre scrivevo cose bellissime su di te su facebook che non leggevi, a leccare francobolli per lettere d´amore da scambiarci e annusare segretamente. Le targhe dispari circolavano e noi iniziavamo ancora da zero, un po´ pentiti e un po´scotti come la pasta. Un po´incoscienti e un po´traditi. Che ce ne frega a noi dei lunedì che siamo disoccupati, che ci importa degli scontrini sbagliati se la mia mano si appende al tuo mignolo quando serve, che ce ne frega dei treni sui cui viaggiamo che passano sopra a tutti i difetti e di quella volta che lasciavi il telefono squillare nella borsa.

Sogni di pastafrolla, leccavo le fruste ancora sporche aspettando il forno, aspettando che fossero pronti. Pronti da vivere. Troppo concentrato e in anticipo sulla tabella di marcia della vita, tu ti spogliavi sempre meno, per farti desiderare o forse per spegnere il forno, farti dimenticare. Io che venivo a prenderti come si prende il vento, a raccontarti le mie stanchezze scontate le voglie telecomandate. A notte dovevamo decidere se farci ricoprire di salsedine o ruggine, se avvicinare i destini scappati, e cibarci di alito e saliva in ascensore, nel parcheggio, e in tutti i passi carrabili della città. Noi a decifrare sorrisi, a spiegarci le rughe dei giovani, a sentire pungenti perché che ci tengono incollati. Io ti lascio svestita, non percorro più le curve con il palmo della mano, sono strade del passato mentre guardiamo assenti e stanchi il soffitto come se ci stessero trasmettendo sopra i nostri anni fa.

Sperare é un difetto, mi hai spiegato, sfuggendo da una scusa per sfiorarti. É il tuo modo di dirmi che ognuno soffre a modo suo, senza spiegare quando ritiene che non serva. Così, scivoli, vai giù, sembrava che eravamo a senso unico, che il pianto era solo per sciogliere cose belle dal cuore. Ricordami quello che ci dobbiamo, ricordami quando siamo venuti puntuali come un orologio in quel letto disfatto, ricordami il primo rossetto sulla mia pelle bianca. Ricordami come siamo spariti, come ti guardavo nuda sconvolto, come aspettavo i tuoi occhi addosso mentre ti camminavo davanti. Ricordami come ci siamo improvvisati, cosa abbiamo imparato dal posticipare il coraggio, ricordami la tua temperatura dei pensieri.

Sere a star male, spara, ti faccio un marciapiede per andare via. Non ci sono più angoli che tengono per nascondere questo odio amore che felicemente non capiremo mai. Stringe, strappa, restringe, stinge questo nostro problema bellissimo. Finisce tutto quello che mi é entrato, finisce da qualche parte tutto quello che ho amato. Finisce. E tu. Finisci. Il nostro umore al nero di seppia, gli sguardi fuori stagione, le sere di plastica, l´eyeliner strappato dai pianti, i cuori trapiantati nel deserto.

Non finire di ricordarmi tutte le cose. Che non sei più di nessuno é l´unica cosa che ricordo. E tu. Amore, non importa quanto, per un sempre abbastanza lungo.

 



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