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Amori in corso

Creato il 19 giugno 2012 da Pellicoledallabisso
AMORI IN CORSO Di Giuseppe Bertolucci, con Amanda Sandrelli, Stella Vordemann, Francesca Prandi, 96 il rospo gay, ITA 1989
Noi di Pellicole dall' abisso, che abbiamo un anima e che pensiamo quotidianamenteal calcio a tutti quelli che combattono per la libertà, rattristandoci  (cit.) non possiamo (ma vorremmo) esimerci dal recensire immortali (immorali) capolavori che, a causa della loro profonda carica emotiva, sono ingiustamente (giustissimamente) relegati a seconde visioni notturne di Rai Movie (sempre sia lodata). E così, ritrovatici all'alba di mezzanotte di fronte a cotanta arte, non abbiamo saputo rifiutarci di passare un paio d'ore a martellarci insistentemente le palle qualche momento di pura e profonda introspezione morale.

La pellicola, o meglio questa ignobile cialtroneria, La Pellicola ci propone fin da subito un ritmo lento, ripetitivo e sottile che ne rende la visione una mattonata di proporzioni bibliche continua riflessione formale sulla caducità della vita e sulla fredda inutilità delle emozioni ripetitive. La scelta di far bisbigliare gli attori continuamente nella direzione opposta al microfono rendendo l'audio qualcosa di stancamente farfugliato e inascoltabile di mantenere un tono basso e pacato nella recitazione onde non ferire i puri sentimenti di incontrollabile furia assassina dello spettatore e permettere così una comprensione completa ed esaustiva del film, è sicuramente qualcosa di ignobile e toccante.

Le protagoniste ( Bianca e Anna) sono due studentesse sensibili, fragili e coscienziose, e noiose e  pesanti e ruffiane che si ritrovano a studiare in un casolare in attesa di Cesare, il fancazzista del loro corso universitario che passa le lezioni a dare voti alle altrui terga il diligente e bel ragazzo di cui sono entrambe innamorate. Bianca confida ad Anna i suoi affettuosi istinti di boviniana memoria trovando il suo alter ego in Anna Karenina l'esatta battuta nel film è: "Anna devo dirti una cosa, sono un vacca, anzi una gran vacca" a cui Anna rispode con un muggito di approvazione e interrogandosi sul gusto e il piacere della sofferenza morale che ci costringe a sorbirci la visione di un film del genere domandarci sempre il perchè delle cose e a non essere mai sazi di conoscenza.

Nell'attesa di Cesare che si guarda bene dal mettere la propria faccia in un film del genere che misteriosamente tarda ad arrivare, arriva Daniela, la scema del villaggio, la ragazza di Cesare, che dopo qualche momento di delirio da copione pazzo e con frasi sconnesse scoramento e di difficile adattamento con le rivali in amore è costretta a confessare il suo tanto fragile quanto inconfessabile segreto che la costringe ad evadere dalla sua  flebile realtà di linda ragazza per bene in quanto è in cinta di Enea, il grezzo poliziotto che la ha fermata per darle una multa e si è fatto saldare il conto in natura perchè in dolce attesa di un alto funzionario dello stato che la ha concupita coi suoi pugni modi gentili e cavallereschi. Abbandona così il casolare e sparisce di punto in bianco da una scena all'altra, forse si è accorta in che razza di film stava recitando se ne va verso il suo destino. Tutto questo in novanta interminabili minuti di agonia e sofferenza per lo spettatore nemmeno un'ora e mezza di film che si conclude con l'arrivo di Cesare, al quale le due ragazze non aprono la porta in quanto poteva anche arrivare prima  avendo scoperto l'allegra spensieratezza dell'amore tra delle rane loro.

Recensito da: Ortnid (Imrahil vergogna)



VOTI TRASH: 70/100 Noia: 98/100 illimitata Ridicolaggine degli effetti speciali: np/100 Presunzione della regia: 100/100 sconfinata Incompetenza degli attori: 70/100

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