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Amstel gold race 2013, kreuziger beffa i favoriti

Creato il 14 aprile 2013 da Postpopuli @PostPopuli

 

di Nicola Pucci

Roman Kreuziger non era certo tra i campioni attesi tra le colline del Limburgo, in Olanda, ed invece si fa beffe dei favoriti e trionfa all’Amstel Gold Race anno 2013.

Kreuziger in trionfo all'Amstel Gold Race 2013 - da sports.fr

Kreuziger in trionfo all’Amstel Gold Race 2013 – da sports.fr

Tra le grandi classiche del Nord non è proprio la più prestigiosa, l’Amstel Gold Race. Forse perchè non ha le pendenze carogne di alcune cotes della Liegi-Bastogne-Liegi o del Muro di Huy della Freccia Vallone; più probabilmente invece perchè ha storia recente se è vero che la prima edizione data 1966. Eppure l’arrivo sul Cauberg fa gola a tanti in questa primavera che pare sbocciare improvvisamente: a Peter Sagan, per cominciare, che veste i panni del più serio pretendente al successo dopo le prodezze alla Gand-Wewelgem e nell’antipasto della Freccia del Brabante; al campione del mondo Philippe Gilbert che proprio quassù ha vestito la maglia arcobaleno qualche mese fa ed in bacheca vanta già due vittorie nella classica olandese più importante; al biondo di Sacile, Enrico Gasparotto, trionfatore dodici mesi orsono ma reduce da capitombolo in allenamento e quasi mai in evidenza in questa prima parte di stagione.

Piace agli italiani, l’Amstel Gold Race, con Zanini che nel 1996 fu il primo ad imporsi e le vittorie anni Duemila di Bartoli, Di Luca, Rebellin e Cunego. Ma tra i sette che dopo soli diciannove chilometri prendono licenza di andare in fuga non c’è traccia d’azzurro: ecco allora all’assalto da lontano Vansummeren, che vinse a sorpresa la Parigi-Roubaix nel 2011; ecco il francese Vogondy, marpione di tante battaglie che ben si disimpegna in salita; ecco il basco Mikel Astarloza, che ha esperienza da vendere e da queste parti spesso figura tra i primi. Il gruppo lascia fare e i magnifici sette accumulano 11 minuti di vantaggio ma non può bastare nel sali-scendi che caraterizza la corsa olandese. Al penultimo passaggio sul Cauberg, -21 dal traguardo, proprio Astarloza rimane solo al comando mentre dal plotone che si avvicina – dopo un tentativo di Damiano Cunegoesce Roman Kreuziger, talento inespresso del Team Saxo-Tinkoff. Con un gruppetto di contrattaccanti il ceco rientra su Astarloza e ai -7 piazza l’allungo decisivo. Sul Cauberg è tardivo il tentativo di Philippe Gilbert che si trascina dietro Gerrans e Valverde ma non riesce ad agguantare la lepre in fuga. Kreuziger vince a braccia alzate e lascia i pronosticati della vigilia con un pugno di mosche in mane. Che il puledrino di razza sia finalmente diventato campione?

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