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Analisi matematica di un rientro in ufficio

Creato il 29 agosto 2011 da Unarosaverde

Analisi matematica di un rientro in ufficioSupponete che sull’asse delle x del grafico di funzione  a fianco riportato sia diagrammato il tempo. Possiamo immaginare che il valore 0 corrisponda alle 8.00 di mattina, orario di timbratura del cartellino, che il valore 1 sia di conseguenza le 9.00 e che ognuna delle tacche successive indichi l’incremento di un’ora.

Sull’asse delle y, invece, rappresentiamo, per la parte di funzione definita dall’intervallo di a che varia tra 0 e 1 e corrispondente alla curva in giallo, l’andamento dell’umore e di tutta la carica di benessere e positività che è stata acquisita durante le vacanze estive.

Sempre sull’asse delle ordinate, immaginiamo che la parte di funzione per valori di a>1, corrispondente alla curva in rosso, rappresenti l’andamento del carico di lavoro nel tempo.

Ecco: stamattina ero partita riposata, tranquilla, pur sapendo già che un collega avrebbe allungato per motivi di salute la propria assenza di qualche giorno e che, di conseguenza, buona parte dei suoi incarichi sarebbero finiti sulla mia scrivania. La regola dell’ufficio è che le cose da fare si fanno e basta e che, qualunque sia il tuo ruolo, se serve far andare le manine per sopperire alle assenze, le si fa andare. Trovo questa regola, che ho ereditato dalla precedente gestione, molto corretta: oggi qualche giorno di ferie serve a me, domani ad un altro ed è giusto poter scegliere senza troppi condizionamenti. Ci garantiamo elasticità, servizio e qualche grado di libertà, e, anche se più passa il tempo meno operativa sono, non mi dispiace, ogni tanto, occuparmi delle attività di base, così non me le dimentico. Non fischiettavo ma ero anche, tutto sommato, contenta di tornare al lavoro, dato che mi piace e mi diverte.

La prima mezz’ora del giorno del rientro è dedicata, doverosamente, ai convenevoli: come stai, cosa hai fatto, dove sei stato e via così. La mia routine quotidiana prevede subito il controllo e lo smaltimento delle email a cui non permetto mai di superare un limite ragionevole; alla fine di questa operazione apro un file di word che ho intitolato “Cose da fare” e comincio ad organizzarmi e ad occuparmene in base alle priorità. L’andamento della giornata ha cominciato a prendere una piega imprevista prima dello scoccare delle 9.00: nel punto di intersezione delle due curve, come indica il grafico, il buonumore aveva ceduto il posto ad una attonita e rapida constatazione dell’avvicinarsi di una slavina. Carta, email e persone, che transitavano per l’ufficio per discutere di problemi da risolvere, quam celerrime, anzi asap, come si dice in aziendalese, hanno cominciato ad accumularsi.

Non è vero che la mia curva gialla è andata sotto zero: ci vuole ben altro e l’umore è ancora ottimo. Sono però scappata alle 17.30, e solo perché dovevo passare in biblioteca prima che chiudesse, con la sensazione che, oggi, le ore siano schizzate via in un lampo  e che, tra domani e il resto della settimana, l’asintoto della saturazione sia molto vicino, soprattutto perché devo incastrare  nell’intera faccenda tre pomeriggi di fisioterapia. Bene, partenza grintosa (del lavoro, intendo).

Comunque l’abbronzatura c’è ancora tutta, la casa è sotto controllo, la mensola con i libri da leggere durante settembre è quasi piena, i corsi dell’autunno li ho pressoché definiti, le idee  per qualche fine settimana si sprecano e sono in grado di ricominciare a camminare su sentieri piani e facili senza dondolare troppo. Si volta pagina e si ricomincia: buon rientro a tutti!


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