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Anche oggi e' capodanno

Creato il 02 gennaio 2012 da Maltecoron77

La parola a il più illustre deiClandestini: Antonio Gramsci e parole che hanno quasi un secolo, masanno di domani... senza tempo, appunto.
ODIO IL CAPODANNO
Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto lacappa del cielo, sento che per me è capodanno.ANCHE OGGI E' CAPODANNOPerciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno dellavita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravoconsuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione.Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dellospirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci siauna soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, esi fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc. ecc. È untorto in genere delle date.Dicono che la cronologia è l’ossatura della storia; e si puòammettere. Ma bisogna anche ammettere che ci sono quattro o cinquedate fondamentali, che ogni persona per bene conserva conficcate nelcervello, che hanno giocato dei brutti tiri alla storia. Sonoanch’essi capodanni. Il capodanno della storia romana, o delMedioevo, o dell’età moderna. E sono diventati cosí invadenti ecosí fossilizzanti che ci sorprendiamo noi stessi a pensare talvoltache la vita in Italia sia incominciata nel 752, e che il 1490 0 il1492 siano come montagne che l’umanità ha valicato di colporitrovandosi in un nuovo mondo, entrando in una nuova vita. Cosí ladata diventa un ingombro, un parapetto che impedisce di vedere che lastoria continua a svolgersi con la stessa linea fondamentaleimmutata, senza bruschi arresti, come quando al cinematografo sistrappa la film e si ha un intervallo di luce abbarbagliante.Perciò odio il capodanno. Voglio che ogni mattino sia per me uncapodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, erinnovarmi ogni giorno. Nessun giorno preventivato per il riposo. Lesoste me le scelgo da me, quando mi sento ubriaco di vita intensa evoglio fare un tuffo nell’animalità per ritrarne nuovo vigore.Nessun travettismo spirituale. Ogni ora della mia vita vorrei fossenuova, pur riallacciandosi a quelle trascorse. Nessun giorno ditripudio a rime obbligate collettive, da spartire con tutti gliestranei che non mi interessano. Perché hanno tripudiato i nonni deinostri nonni ecc., dovremmo anche noi sentire il bisogno deltripudio. Tutto ciò stomaca.(Antonio Gramsci, 1° Gennaio 1916 su l’Avanti!, edizionetorinese, rubrica “Sotto la Mole”)

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