Magazine Diario personale

Anche un neonato, nel suo piccolo….

Da Gattolona1964

Vado spesso e volentieri a trovare il mio pronipote Alessandro, figlio di mio nipote, cioè il figlio del figlio di mia sorella. Non vorrei essere interpretata e pensata come la bis nonna, quindi preciso il legame di parentela. Il piccino è moro come Baldassarre e con la testina piena zeppa di capelli ,età: 24 giorni e qualche ora. Segni particolari, paffuto nelle gote, un poco stitico e con un ciuffo ribelle da rockettaro! Ai tempi si diceva che aveva in testa “la banana”, arrotolata a dovere da mamme e zie. Era una gara a chi aveva la banana più folta ed arrotolata, addirittura fatta con i bigodini! E’ una gioia vederlo bere il latte dalla mamma e dal biberon, posso assistere ad un cambiamento del pargolo,  in continua e quotidiana evoluzione. Ogni volta che vado a trovarlo e posso prenderlo in braccio ( i genitori son primipari e gelosi come i miei amici siciliani…) noto in lui un nuovo particolare fisico o caratteriale. Ieri per la prima volta ho avuto l’onore di vedergli le manine, piccole come una scatola di cerini, con le dita in miniatura che, se acchiappano un mio dito, lo stritolano e non me lo lasciano più. Credo che un neonato di quell’età sia in grado solo di piangere, roteare gli occhi, girare la testolina per cercare di captare i suoni nuovi e da che parte gli arrivano alle orecchie. Consideriamo anche  il fatto non trascurabile che egli, non ha ancora sviluppato bene la vista ma vede solo qualche sagoma e parecchie ombre. Non sa la fortuna che ha nel non vedere ancora e mettere a fuoco tutti gli accidenti che ci sono in giro e le facce di noi, extraterrestri a dir poco! Appurato che oltre alla frequente suzione, dorme, piange e fa qualche smorfia riconducibile ad un sorriso, mi risulta senza timore di smentita, che altre prodezze per ora non è certamente in grado di fare. O almeno, così credevo, ho cresciuto due figli, ma non mi risultava che a quella tenerissima età sapessero anche parlare! Forse mi ero dimenticata del “com’ero io e come eravamo io e gli altri della famiglia “, quando dopo ogni sgravio non fiscale, diventavamo tutti deficiente di fronte alle creature. chissà perchè ma perdevamo la capacità di raziocinio e ci comportavamo come degli emeriti buontemponi per il troppo bene e l’amore infinito riversato su quei tre chilogrammi e mezzo di miracolo umano. Quanta spontanea ed ingenua puerilità ho dimostrato anch’io e mio marito, con i miei bambini! Ma ieri ho riscoperto il piacere e lo stupore di appurare che ogni genitore e parente stretto è così bonariamente e dolcemente sciocchino, di fronte ad un minuscolo essere umano, che non solo non sa parlare ma non sa nemmeno bene ancora come farsi interpretare! La scoperta eclatante e fuori dal comune rimane quella che anche loro sanno parlare! Comunicano con noi, esprimono le loro opinioni e si fanno capire benissimo, parlano con voce già adulta e chiara se hanno fame, sete, mal di pancia, bisogno di fare la cacca o la pipì, se hanno sonno o se vogliono essere lavati. Conversano con noi innamorati di loro e rapiti da cotanta tenerezza. Noi ebeti innamorati ci parliamo e ci diamo le risposte che vorremmo sentirci dire da lui/lei, ma  accipicchia! non è così! L’infante porca miseria, non parla ancora! Ma noi riusciamo a dire, che parla e ragiona: “Come fanno a parlare i neonati? Scusaci Fabiana, ce lo spieghi con parole semplici?” Ma è piuttosto facile scoprirlo, se non addirittura fantastico: sembra una di quelle vignette disegnate su Topolino, con la frase dentro che il personaggio vuole dire. Solo che al posto della nuvoletta ci siamo noi, i parenti fetenti (nel senso buono!) che esprimono al posto suo le proprie opinioni intenzionali o non. In che modo? Inscenando un teatrino, nel quale un adulto fa una domanda, l’altro adulto accanto chiarisce la domanda, il terzo adulto con in braccio il bambino risponde, imitando la voce del bebè, facendo le facce e le espressioni che il piccino farebbe, secondo il nostro pensiero. Un quarto adulto commenterà  eventualmente la risposta, cambiando le parole… E’ una situazione tragicomica, paradossale, una sceneggiata che nei secoli e per secoli si continuerà a perpetuare, ignari del fatto che il piccolo non parla, non si esprime. Dovremmo essere noi “adulti teatranti” che osservandolo bene giorno per giorno ne impariamo a conoscere i bisogni e il perché piange. Mica facile! Ha solo il mezzo del pianto per farsi capire: se ha fame, sonno, se ha dolore, se ha il pannolone colmo, usa sempre lacrime e arriccia mani e gambine in modo diverso a seconda del bisogno che desidera esprimere in quell’istante. Vediamo invece come si comportano gli attori in questa scenetta e a che punto scenico arrivano:

Prozia Fabiana: Ohhh, ma come sei cresciuto Alessandro dall’altro giorno! Ma lo sai che diventi sempre più grande e lungo?

Risponde la nonna emettendo una voce maschile” Sì lo so, che divento grande, sono anche più lungo di un centimetro, mangio tanto io!

Interviene la Baby Sitter“Sto diventando un uomo, non lo vedi Zia Faby come sono lungo?Me ne sono accorto dalle tutine con Winnie the Pooh, mi stanno diventando corte e ho freddo ai piedi, io. Mettetemi un paio di calzine sopra, vi chiedo troppo?

Parla la cuginetta” Sei un bimbo buono tu? E’ vero che non piangi mai mai mai? te le metto io le calzine, sono garbata non temere!”

Parla la prozia” Beh veramente se mi fa male la pancia e devo fare un ruttino, piango anch’io! Non lo avevi capito? E vai adagio con quelle calze, che non solo non mi piacciono ma mi sono pure già strette!

Interviene la mamma del bimbo” Sapete che oggi non ho ancora fatto la cacca ed effettivamente, mi sento un certo brontolio nel pancino. Non vorrei mi scappasse anche una scoreggina!”

Parla la baby sitter” Anzi decido che ne faccio una decina, tanto voi adulti dite che la nostra cacca e la nostra pipì sono sante,le scoreggine mi servono per vivere, quindi ne approfitto ed inizio la guerriglia. mi ricordo una canzoncina della mia tris nonna che diceva: tromba di culetto, sanità di corpo, se non fosse per il mio culetto sarei già morto..

Riparla la prozia“Quindi se lo diceva la tris nonna, io applico il concetto”

Interviene la nonna” Vuoi venire in braccio a me tesorino? Quelli lì non ne capiscono niente di neonati, io invece che sono biologa, dal rumore che produrrai ti saprò dire che cosa hai mangiato a pranzo e perché non lo hai digerito”.

Passaggio di Alessandro da Fabiana alle braccia di nonna “Tienimi bene nonnina per favore, non farmi dondolare la testa come una bambola Lenci, scusami ma mi sento molto ingombrato di pancia, forse oltre che le scoreggine dovrei farti in mano anche la cacca, ma ho il pannolone, tranquilla.. Però poi me lo togli per favore?

Interviene la mamma” Te l’avevo detto che non l’avevo fatta oggi, ma ho prodotto solo quel liquido verdastro a strisce verticali grigie e marroni che voi e il pediatra chiamata meconio. Ma quanto hai mangiato mamma quando ero nella tua pancia? Mi arrivavano certi cibi, proprio non sai cucinare tu!

prende la parola il papà di Alessandro“Me misero! Me tapino! Poverino questo bimbo che sono io! Con la mamma e la nonna che mi ritrovo, per forza che mi fa male la pancia! Meno male che digerisco il nuovo latte, vi pregherei di non sbagliare le dosi, altrimenti rischio di gonfiarmi a dismisura”.

A quel punto Alessandro, stravolto, si addormenta dopo la guerra con petardi, le bombe a mano, i fuochi d’artificio, una puzza da circo equestre, e noi tutti adoranti a pregare sulla cacca, a ringraziare il cielo che l’ha fatta, a fare fioretti se continuerà a fare quei boati ! Effettuato il cambio del pannolone, con lavaggio del santo culetto, applicazione stratificata di Fissan e chiusura della cintura di castità, alias il pannolone pampers prima misura. Fatti anche parecchi ruttini propiziatori e liberatori, tutto a posto, egli dorme beato, senza ciucio in bocca…. ma, nemmeno nella carrozzina viene lasciato tranquillo.

Riprende la cuginetta: Ma lo sai che sei bello tu, ho voglia di darti un bacino ora che sembri un Angioletto e dormi così bene. Ti posso dare un bacino Ale?

Risponde la madre“Ma no Alice, non darmelo un bacino, non vedi che dormo beato e sto quasi per russare? ti prego non baciarmi, non ho l’età, sono stanco e provato, lasciami in pace!

Contro risponde la baby sitter” Se poi mi svegli son guai, ricomincio con la trafila e rompo le scatole a tutti! Lasciatemi dormire almeno un’ora per cortesia.

Parla ancora la prozia Fabiana” Poi vi devo dire che avete tutti quanti un alito da scaricatori di porto, mi nauseate, altro che il mio meconio! Secondo me non guardate i consigli spicci e pratici della mia prozia, fossi in voi masticherei dell’anice stellato.

Gran finale e conclusione unanime degli attori” Non avete ancora capito che i neonati come me vanno lasciati stare il più possibile, dovete toccarci con mani pulitissime, i bambini che frequentano le scuole materne ed elementari non devono baciarci e sarebbe anche ora, che voi, capiste perchè piangiamo, dopo secoli e secoli che anche voi lo fate! Vorrei vedervi con tutto quel latte che beviamo, solo e sempre latte per sei mesi di fila, artificiale o no, qualche cucchiaino d’acqua e stop! Poi subentra la stitichezza, le coliche addominali, il bagnetto forzato, un pannolone che ci stringe lo stomaco, le goccine di vitamina “d”che ci mettete subdolamente sotto alla lingua, quando ci provate la febbre ci  infilate il termometro nel sederino: ma queste son torture cinesi! Questi sono neonaticidi belli e buoni, e lavatevi la bocca e i denti se intendente darci un bacino, ma solo nelle mani o nei nostri piedini, perbacco! E non nei glutei con relativo pizzicotto come fate da secoli, dicendo “ma che bel culetto, tutto suo papà!



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