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Ancora abusi sul 457. Ma con il nuovo governo le cose potrebbero cambiare.

Creato il 13 settembre 2013 da Lamagadioz

Ancora abusi sul 457. Ma con il nuovo governo le cose potrebbero cambiare.

13 settembre 2013

Ancora abusi sul 457. Ma con il nuovo governo le cose potrebbero cambiare.

Probabilmente non c’è neppure da stupirsi perché ogni mondo è paese e quindi sapere che pure in Australia alcuni lavoratori immigrati con il visto 457 siano sfruttati non desta molto scalpore. Però dovrebbe, perché parliamo di lavoratori nel settore dell’hospitality, un settore che attira anche nostri connazionali in cerca di lavoro come Chef o Restaurant Manager in terra australiana.

 La storia del vietnamita Nguyen Dung può essere un esempio. Qui il link all’articolo originale.

Ha pagato il suo agente dell’immigrazione perché gli trovasse un lavoro: “Mi dicevano che avrei potuto guadagnare 50,000 dollari all’anno – dice –  alla fine ne guadagnavo 15 all’ora”. Gli avevano inoltre promesso un impiego full time ma in realtà fu impiegato come casual, che comportava una paga più alta (ma almeno 20 dollari l’ora, non 15) ma libero licenziamento in qualsiasi momento. Senza contare che la paga così bassa è illegale, perché per il visto 457 occorre garantire uno stipendio di minimo 53000 dollari l’anno, un deterrente per evitare l’immigrazione a basso costo e conseguente sfruttamento dei lavoratori stranieri.

“Avevo la qualifica di Chef – racconta Nguyen- ma mi fecero lavorare come lavapiatti. Dopo cinque mesi, passai finalmente in cucina e provai a chiedere un aumento: loro stessi mi avevano detto che una volta imparato il mestiere avrei potuto chiedere di più. Alla mia richiesta però, mi licenziarono”.

E in tutto questo Nguyen aveva pagato in modo più che profumato l’agente che gli aveva procurato il visto: “Quando ottenni il 457 pagai 10,000 dollari e quando ottenni il lavoro ne pagai altri 10,000”. L’agente gli disse poi che dopo due anni avrebbe potuto ottenere la residenza e in quel caso avrebbe dovuto sborsare altri 10,000 dollari.

Secondo alcune ricerche, molti lavoratori stranieri sono sfruttati dagli stessi connazionali presenti in Australia e che si ritrovano come loro datore di lavoro.

La ricerca del dottor  Selvaraj Velayutham ha coinvolto 40 titolari del visto 457 provenienti dall’India  su un periodo di tre anni. Lo studio non è una statistica sulla soddisfazione del visto 457 e in ogni caso studi precedenti avevano messo in evidenza che il 98% degli intervistati era molto entusiasta di questo visto. C’è da dire infatti che chi lo utilizza in determinate professioni come l’Information Technology o comunque per grandi compagnie, è molto soddisfatto. Le categorie più vulnerabili sono invece quelle dell’hospitality, del manifatturiero e delle costruzioni. La ricerca ha dimostrato che molto spesso i lavoratori di queste categorie lavorano molto a lungo e hanno poco tempo da spendere al di fuori del lavoro per costruirsi forti reti sociali. Molti lavorano 15 ore al giorno, sette giorni su sette.  E gli straordinari spesso non vengono pagati.

In alcuni casi gli intervistati hanno parlato di un doppio contratto: quello che firmavano in India e che riportava le condizioni di lavoro così come concordate e quello che firmavano una volta in Australia, con condizioni di lavoro assolutamente differenti e molto meno favorevoli.

Il direttore dell’ Anti-Slavery Australia (anti schiavitù o anti sfruttamento direi) Jennifer Burn, ha affermato che secondo l’Australian Institute of Criminology il settore dell’hospitality è un’importante area di sfruttamento lavorativo.  Secondo la Burns lo scorso marzo sono state approvate alcune leggi che dovrebbero limitare questo fenomeno per rendere un crimine il lavoro forzato, il reclutamento ingannevole e il debt bondage, che da quanto ho capito è la richiesta di lavorare per ripagare un debito.

Ovviamente tutto questo non può che rafforzare i controlli sul 457 ma anche la rigidità nei confronti di questo visto, sempre più spesso oggetto di abusi e applicazioni distorte.

Ma il domandone è essenzialmente e questo: se un professore universitario con una semplice ricerca è riuscito a tirare fuori questi casi, perché non può farlo anche il Dipartimento Immigrazione? Anche perché si parla di un visto molto richiesto: a maggio 2013 erano state presentate ben 7,810 domande!

Il paradosso è che c’è una certa richiesta di chef specializzati in Australia, ma poi molti visti vengono usati per scopi diversi. Il problema è che molti lavoratori con il 457, provenienti soprattutto dall’Asia, molto spesso non sono a conoscenza dei loro diritti e quindi non protestano.

In ogni caso, adesso che a vincere le elezioni è stata la destra con Tony Abbott (c’era pure quando stavo io in Australia, sempre lui da una parte e Kevin Rudd dall’altra, poi dicono dell’Italia! J ) possiamo aspettarci un approccio differente nelle politiche dei visti. Ma per ora sono tutte supposizioni ovviamente.

E’ molto probabile che la politica di Abbott sia favorevole all’immigrazione qualificata, soprattutto quella del visto 457. E con ogni probabilità cambierà le recenti disposizioni entrate in vigore dal primo luglio 2013. Come ogni democrazia che si rispetti, chi sale al governo deve dimostrare di fare meglio di chi lo ha preceduto e cambiare le cose cattive fatte dal predecessore. Nulla di nuovo sotto il sole neppure nella paradisiaca Australia.

Ma almeno questo giochino può favorire i nostri connazionali che vogliono emigrare! J

Potrebbero in effetti essere ritoccate le tariffe che hanno subito negli ultimi tempi degli aumenti vertiginosi.

Potrebbero inoltre essere rivisti alcuni requisiti, come il livello minimo di inglese richiesto, le qualifiche richieste e potrebbero essere introdotte alcune concessioni in merito alle sponsorizzazioni delle piccole attività e una generale semplificazione dei processi per candidarsi.

Un altro elemento che potrebbe essere rivisto è il diabolico Labour Market Testing che ancora ad oggi non è in vigore ma lo sarà, se non subentra nel frattempo nessun cambiamento da parte del nuovo governo, entro il 29 dicembre di quest’anno.

Il fatto è che la Coalizione, il partito di Albott, non controlla per il momento il Senato, quindi sarà difficile rivedere la recente politica di immigrazione cambiata dal precedente governo, perlomeno finché non si insedierà il nuovo Senato a luglio del prossimo anno.

Staremo a vedere, nel frattempo tenetevi aggiornati!


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