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Così è, nei fatti. Epifani non è un vero segretario, quella al sua fianco non è una vera segretaria. Analogamente si potrebbe ragionare per il governo: non vero, non condiviso, ma condivisibile. Forse, al limite necessario. Ancora: l'evidenza del rischio di incartarsi in certi momenti, per un partito di incontinenti come quello dem, è, su tutte, la considerazione più priva di originalità.
Certe cose si sanno e non vanno nemmeno analizzate.
Quello che però va detto, e analizzato, è un passaggio su cui Epifani ha retto. Retto bene e forte. Si tratta della manifestazione Fiom di sabato scorso. Prova difficile, sia per la storia personale di Epifani, sia per una storia politica dalla quale il Pd attinge.
Ma la partecipazione del segretario reggente, o di un'ampia delegazione ufficiale (c'era ma ristretta), o la sponsorizzazione, sarebbe stata una pessima strategia.
Il Pd è partito di governo, e andare in piazza a fianco alla Fiom sarebbe stato come andare contro se stesso. Tanto più che da quelle parti politiche a sinistra dei dem, non si era fatto segreto che quella manifestazione, sarebbe stata la prima grande mobilitazione contro il Governo Letta.
Dunque bene il primo passaggio difficile e controverso, su cui Epifani ha dovuto arrampicarsi, a conferma di quello che dicevo, in merito alla possibilità che la reggenza potesse essere una buona soluzione sia per l'organizzazione congressuale, che - come nel caso - per l'appoggio politico al governo.
Semmai, il dubbio, potrebbe accartocciarsi intorno al perché questo Pd viene letto come un qualcosa da contestare, da parte degli operai della Fiom. E senza accedere ad un campo di risposte banali, che iniziano dal dire che si è al governo con Berlusconi, o che si è sempre indecisi sul da fare.
Ma ci si ragionerà con calma, senza rovinare la migliore scelta fatta dal Pd negli ultimi due mesi.
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