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Ancora tecnici per i tecnici. Il Governo si allarga, la cinghia si restringe. Primo Maggio di festa e di ordinaria disperazione.

Creato il 02 maggio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Ancora tecnici per i tecnici. Il Governo si allarga, la cinghia si restringe. Primo Maggio di festa e di ordinaria disperazione.

Il "cuore" di Portella della Ginestra

Bizzarro. Il presidente della Repubblica festeggia il Primo Maggio con Mario Monti e lancia il suo accorato grido d’allarme: “Lavoro per i giovani”. Il Professoreannuisce, cos’altro potrebbe fare? Ma si rende conto che la strada è impervia. La disoccupazione giovanile al Sud è del 49 per cento, la media nazionale si ferma (sic!) al 30. 3 milioni di giovani hanno alzato bandiera bianca e deciso di non studiare più né di trovarsi un lavoro, ché tanto non ce n’è, se si esclude una giornata da cameriere a 50 euro (ma solo a Pasqua). Il giovane “né né” d’altronde vive di esempi. Si rende conto che a casa c’è un padre che tira mensilmente 750 euro di cassa integrazione, una madre che è costretta a fare la colf a 7 euro l’ora, un nonno che neppure l’ospizio vuole più per la pensione da fame che ha e un fratello piccolo che quando va a scuola deve portarsi la carta igienica, altrimenti è costretto a pulirsi il sederino con i fogli del quaderno (a righe, graffia meno). Così, costretto a fare il lavavetri dopo aver malmenato un profugo curdo per fregargli il semaforo, a fine giornata ha in tasca i soldi sufficienti per farsi un panino con la mortadella e un bicchiere di birra perché a casa, solo acqua. C’è da dire che gli unici a dargli 50 centesimi per una lavata al parabrezza sono i rumeni e i pakistani. La situazione è drammatica, non ci sono cazzi né sinonimi che possano descrivere il momento che l’Italia sta vivendo. E Monti è stato chiaro: “Fino al 2013 niente tagli alle tasse, solo tagli”, niente adeguamento degli stipendi al costo della vita, solo adeguamenti alla disperazione, niente crescita solo recessione per cui, se un ragazzo vuole tentare di entrare nel mondo del lavoro o studia alla Bocconi o nisba, e chi può studiare alla Bocconi, il figlio di Amilcare il cassintegrato Fiat? Per cercare di non portare l’Iva al 23 per cento a ottobre, il Professore ha chiamato una task force di tecnici per supportare i ministri tecnici del suo governo. SonoFrancesco Giavazzi, che si occuperà di fondi pubblici alle imprese, Giuliano Amato, incaricato di studiare i finanziamenti ai partiti, alle forme associative che in qualche modo percepiscono soldi dallo stato in via diretta o indiretta, e ai sindacati, ed Enrico Bondi, che collaborerà direttamente con il ministro Giardaper la spending review, studiando i tagli possibili a ogni ministero ma soprattutto mettendo mano alla spesa corrente e all’offerta di beni e servizi. Abbiamo appreso che Giavazzi e Amato lavoreranno gratis, mentre a Bondi, il Professorevuole “imporre” un rimborso spese. Ora, a parte il fatto che il commissario della Parmalat i soldi del governo non li vuole, ma un uomo nella sua posizione e con il suo reddito, arrivato a 78 anni (come sempre “largo ai giovani”), che diavolo ci fa con 150mila euro l’anno? Non sarebbe meglio istituire 150 borse di studio per giovani ricercatori o per dare una mano ai ragazzi meritevoli con un reddito familiare da fame? Ma questa è antipolitica. Dell’aria che tira se ne sono accorti ieri, Primo Maggio, due esponenti di spicco del Pd. Chiariamo un punto, non siamo anti-Pd, ci mancherebbe. È che non ci piacciono i presunti padreterni (D’Alema) i furbetti (Veltroni e Renzi), i finti tonti (Piergigi), i cattolici oltranzisti (Letta e Fioroni), gli ex comunisti pentiti, gli ex democristiani sempre in tiro, i faccendieri alla Tedesco e alla Penati, gli imbelli alla Calearo (abbiamo scritto imbelli non imbecilli, per la precisione). Per il resto, il partito di Rosy Bindi e di Ignazio Marino non ci dispiace affatto anzi, se tornassimo a votare sarebbero una scelta degna. Comunque, dicevamo. A Torino, Piero Fassino è stato oggetto di una contestazione ad opera di una ventina di giovinastri scalmanati freschi reduci da un rave party. Niente di grave, ma per un sabaudo vecchio stile è stato uno smacco. Peggio è andata a Piergigi che, volendo celebrare il Primo Maggio in un luogo simbolo quale è Portella della Ginestra, si è ritrovato subissato di fischi e di pernacchie come se avesse parlato il Berlusconi anti-25 Aprile. Ma anche questa è antipolitica. La politica vera, ieri, l’hanno fatta il mezzo milione di giovani presenti a Piazza san Giovanni (50mila per la questura), cantando, saltando e ballando, ricordando i morti sul lavoro, emozionandosi alle note di “Bella ciao”, invocando in modo forte e inequivocabile più giustizia sociale e più opportunità. Ma anche questa, per i facinorosi rappresentanti della casta, è antipolitica. La politica con la P maiuscola per loro è racchiusa in una notizia: “Bossi si ricandida alla segreteria confederale della Lega”. A perdere un pezzo, loro non ci stanno proprio. 

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