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Ancora un "morto cerebrale" che si risveglia e vive in mezzo a noi: non è uno zombie ma un dolcissimo bambino di nome Luca

Creato il 22 dicembre 2011 da Corradopenna
Ancora un
Ecco la parte più importante dell'articolo del Corriere del 19 dicembre 2012 su questo bimbo che la madre ha salvato da sicura morte:
Dovevano donare i suoi reni e il suo fegato a due bimbi come lui. Mamma Tina s'impuntò, contro l'evidenza e persino contro papà Nico che aveva già firmato per l'espianto: «Luca è vivo, lo sento». Aveva ragione.
Ancora un  
Del resto anche il titolo ed il sottotitolo sono espliciti: 
Il ragazzo vissuto due volte e la caccia dei genitori a chi lo ridusse in comaTrovato nella neve in Svizzera: «Pestato per razzismo». Dato per morto, la madre si oppose alla donazione degli organi
Ancora un A questo punto ci sono ben pochi dubbi la diagnosi morte cerebrale funziona davvero male, viene smentita fin troppo spesso in tutti i casi in cui familiari premurosi e genitori amorosi cercano nel proprio congiunto non i segni della prossima morte, ma quelli della vita.
Ancora un  Abbiamo infatti il caso di Zack Dunlap, che è vivo grazie al fatto che nell'ospedale dove stavano per prelevargli gli organi (uccidendolo quindi col bisturi) lavorava una cugina che prima dell'espianto è andato a trovarlo ed ha notato che reagiva ad alcuni stimoli, il caso di Martin Banach, vivo perché i genitori si sono rifiutati a credere al verdetto di morte cerebrale  dei medici italiani e se lo sono portati di corsa a far curare da un medico di propria fiducia. Poi c'è il caso francese del 2008 e le decine di persone in condizioni di morte cerebrale rianimate con la tecnica della ipotermia cerebrale controllata da un'équipe di medici giapponesi.
Ancora un
Secondo un principio universalmente accettato in ambito scientifico la teoria secondo la quale alcuni precisi segni clinici sono associati ad una situazione di come irreversibile che ha come esito sicuro la morte è stata falsificata e non può essere più considerata come valida. Se non si accetta questa semplice, banale verità, non si accettano i principi basilari del metodo scientifico.Ancora un

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