Magazine Cultura

Ancora un motivo per cui votare Altra Psicologia: il Microcredito

Creato il 20 dicembre 2012 da Raffaelebarone

di Simone Bruschetta

L’Enpap potrebbe essere il primo ente previdenziale professionale ad inserire la microfinanza tra i servizi offerti ai propri iscritti. In particolare il Microcredito potrebbe essere una modalità di investire sui liberi professionisti associati, sostenendoli sul mercato del lavoro e quindi incentivandone la capacità produttiva, con una ricaduta positiva sulle stesse casse dell’Ente.

In tempi di crisi economica l’Enpap rischia di subire una diminuzione degli incassi e quindi della disponibilità finanziaria per il suo sostentamento, a causa del minore gettito per i mancati incassi da parte dei liberi professionisti, o addirittura per la sospensione dell’attività lavorativa degli stessi. Il Microcredito permette di erogare microprestiti per fare fronte a spese fiscali o professionali impreviste, per pagare bollette o affitti gli studi, per fare corsi di riqualificazione o aggiornamento, per acquisire i patentini di alcuni test, ad esempio.

La struttura del credito prevede che l’investimento che l’Enpap fa sul singolo professionista lo obbligherà a crearsi una rete di sostegno e collaborazione professionale che costituirà un vero e proprio capitale sociale aggiuntivo. Il prestito verrà fatto sulla base di un progetto di autopromozione professionale o di autoimprenditorialità da costruire in rete con altri professionisti, al cui interno va programmata un modalità di restituzione personalizzata; basata su microrate frequenti e su tassi agevolati.

Tutte le esperienze di Microcredito Gruppale, fatte secondo il modello dell’economista premio Nobel indiano Muhammad Yunus, hanno garantito un tasso di restituzione del 99%, anche quando fatto tra i più poveri del pianeta. A differenza dei mutui e degli investimenti che le banche fanno con i soldi che noi depositiamo presso le loro cassa, che hanno un tasso di “sfido” molto più alto. Si calcola che in Italia, al momento le banche riescono a recuperare solo il 70% dei soldi che prestano con i mutui.

Considerato che l’Enpap ha ingenti depositi finanziari presso le banche, il microcredito potrebbe permettere di utilizzare almeno una parte di questo capitale economico per investire sulla stessa categoria degli psicologi, sostenendone le attività, caso per caso. Quando l’Enpap sostiene l’attività di ogni singolo psicologo libero professionista, in realtà sta contemporaneamente sostenendo se stessa, in quanto lo psicologo versa alle casse dell’Ente una percentuale del suo reddito. Mentre per ogni psicologo che spegne la sua attività, c’è una fonte di finanziamento in meno per le stesse casse dell’Ente.

Il Microcredito potrebbe permettere di utilizzare, naturalmente in maniera graduale e secondo un piano pluriennale di programmazione, il capitale economico dell’Ente per investire su se stesso, sostenendo il credito ai propri iscritti. Le modalità di sostegno attraverso la costruzione di appositi fondi di garanzia sono attualmente allo studio, nel rispetto dei regolamenti ministeriali e con l’utilizzo delle apposite società professionali di intermediazione finanziaria.

Ma sono sicuro che tutti gli iscritti si sentirebbero così coinvolti in prima persona nella gestione dell’Ente, perché, attraverso l’attivazione di questo nuovo servizio finanziario, sarebbe ancora più chiaro a chi appartengono i soldi nelle casse dell’Enpap. Ciò migliorerebbe anche il sentimento di attaccamento e di appartenenza degli psicologi all’Ente stesso, e a cascata anche la voglia di partecipare alla sua gestione, controllandone gli amministratori di volta in volta eletti.

In poche parole ciò migliorerebbe la democrazia interna e la ricaduta economica esterna. La parola credito significa infatti fiducia. In questo modo è possibile dare fiducia a tutti i professionisti iscritti e ricevere in cambio appartenenza e professionalità da investire socialmente.

In questo periodo storico è necessario investire in tutte quelle realtà politiche ed associative che creano capitale sociale e reti relazionali, per non fare sentire le persone da sole nei momenti di difficoltà. La fiducia è uno di quei beni relazionali intangibili, che non trovano facilmente posto nei bilanci societari, ma che garantiscono incrementi di produttività e di benessere soprattutto in chi, come i liberi professionisti, spesso di trovano a lavorare “da soli”.

Fiducia quindi come credito sulle possibilità dell’essere umano di affrontare le crisi e risolvere i problemi, con l’aiuto dell’altro. Credito come bene comune che non si esaurisce con lo scambio, ma si moltiplica con il tempo e con le persone coinvolte.

Microcredito, infine come possibilità di fare solidarietà professionale, diversa dall’assistenzialismo che crea dipendenza, ma fondata sull’investimento personale e sulla collaborazione leale e responsabile tra le persone.

 

 

Bibliografia, esperienze e metodologia

Barone R., Bruschetta S., Scerba S. (2009), Microcredito e Sviluppo Locale di Comunità, in Rivista Plexus, N. 3/2009. pp. 44-59. http://www.rivistaplexus.it/archivio-numeri-precedenti/numero-3-gruppoanalisi-e-economia/

Barone R., Bruschetta S., Scerba S. (2010), Microcredito come Politica Integrativa di Welfare. In D’Alema M., Licari G., Cori P. (a cura di), Processi partecipativi e sviluppo sostenibile. Cleup, Padova.

Bruschetta S., Barone R., (2010), Lo sviluppo locale di comunità attraverso il microcredito. In Barone R., Bellia V., Bruschetta S. (a cura di), Psicoterapia di Comunità, FrancoAngeli, Milano.

Bruschetta S., Barone R. (2011), Un inquadramento dei Parametri del Set(ting) del Piccolo Gruppo di Microcredito, in Rivista Plexus, N. 7/2011. pp. 44-59. http://www.rivistaplexus.it/ultimi-numeri/ultimo-numero/un-inquadramento-dei-parametri-del-setting-del-piccolo-gruppo-di-microcredito/

Torricelli D.F. (2012), Microcredito e formazione imprenditoriale per sollevare la Psicologia dal volo radente, in Rivista AltraPsicologia, http://altrapsicologia.com/microcredito-e-formazione-imprenditoriale-per-sollevare-la-psicologia-dal-volo-radente/2012/10/

Yunus M. (1997), Vers un monde sans pauvreté. Éditions Jean-Claude Lattès. Trad. it. (1998), Il banchiere dei poveri. Milano, Feltrinelli.

Yunus M. (1998), Vers un nouveau capitalisme. Éditions Jean-Claude Lattès. Trad. it. (2008), Un mondo senza povertà. Milano, Feltrinelli.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :