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Ancora vivo – Walter Hill

Creato il 22 gennaio 2012 da Maxscorda @MaxScorda

22 gennaio 2012 1 commento

Ancora vivo
Come gia’ detto, "La sfida del samurai" e’ un film da considerarsi matrice di soggetti, cosi’ duttile e manipolabile da poter essere piegata a diversi generi e stili.
Se il punto fermo attorno al quale la matrice e’ stato costruita, e’ identificato nel western di John Ford,  ecco come un samurai del 1800 si trasforma nel cowboy di Leone prima e nel gangster di Walter Hill poi.
Bruce Willis, sbandato senza nome, giunge a Jericho, desertica cittadina ai confini col Messico, nella quale l’hobby preferito e’ importare liquore e far parte di una delle due gang in lotta per il potere.
Brutta gente gli italiani e brutta gente gli irlandesi ma Willis e’ brutto piu’ di tutti messi assieme e in breve tempo terra’ in scacco entrambe le fazioni in un gioco molto redditizio per lui ma destinato a durare poco con l’intervento del killer Christopher Walken e della bella ma sfortunata Karina Lombard.
Al film non manca nulla, regia, interpreti, soggetto, caratterizzazione, tutto e pronto per un po’ di sano movimento e divertimento. Del resto, nei continui rimandi e citazioni, si passa da oriente ad occidente al battere di un ciglio e come dal Giappone si va negli USA, dagli USA si spara con la doppia "John Woo" pistola ed eccoci ancora in oriente, in fondo per completare un cortocircuito iniziato piazzando dei gangsters nel vecchio west.
Bruce Willis in epoca di capelli non trapiantati, fa sempre una gran bella figura, anzi il bastardo velenoso col cuore d’oro gli riesce al solito benissimo. Non di meno, Christopher Walken e’ li a ricordarci che seppur sia famoso, meriterebbe ben altri onori nel panorama hollywoodiano perche’ da decenni, in qualunque ruolo si cimenti, e’ comunque straordinariamente all’altezza.
Merita anche ricordare la presenza di David Patrick Kelly nel ruolo del cattivo irlandese Doyle, nome che non dira’ molto malgrado sia stato interprete di un piccolo ruolo che tutti ricordiamo, quel Luther di "Guerrieri? Giochiamo a fare la guerra?" ovvero "I guerrieri della notte" sempre con la regia di Hill, che lo proietto’ nella memoria collettiva e finalmente dopo infinite comparsate, ha un ruolo da protagonista che riscatta un immeritato anonimato.
Tutto molto bello, troppo algido e stilizzato pero’ per lasciare una traccia duratura nella memoria, manca un po’ di quell’anima necessaria perche’ sia abbia voglia di rivederlo e citarlo come esempio di qualcosa.
Cio’ non toglie pero’ che sia un film piacevole e ben realizzato, forse troppo e in questo il suo limite.

Scheda IMDB


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