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Andare oltre il banchetto dei best-seller

Creato il 16 marzo 2013 da Nerifondi @NeriFondi

Buongiorno e bentornati!

Un post, quello di oggi, per parlarvi dell’odio che provo nei confronti del famigerato banchetto dei best-seller.
Penso che abbiate capito tutti di cosa parlo, no? Quel banchetto (a volte bancone) che si trova all’ingresso di quasi tutte le librerie e sopra il quale stanno adagiati in bella mostra tutti i libri più venduti del momento.

La mia domanda è una sola:

Davvero pensano che siamo così scemi
da comprare qualcosa soltanto perché
molto altri la hanno comprata prima di noi?

Andare oltre il banchetto dei best-seller

Image by Liam Quinn

Ebbene, a quanto pare la risposta è , e quel che è peggio, chi fa un ragionamento del genere ha evidentemente ragione a farlo.

Ma perché? Perché lasciarsi abbindolare da qualcosa solo per la poca voglia di ragionare, per la poca voglia di andare a spulciare tra gli scaffali alla ricerca di qualcosa che ci interessa veramente?
La cosa mi sconcerta, eppure a quanto pare un buon 90% dei frequentatori di librerie seguono questo percorso indotto, acquistando spesso e volentieri quello che gli viene suggerito di acquistare, e contribuendo a loro insaputa allo sviluppo di questo sistema di promozione.

Poi su questo fatto ci sarebbe un bel discorso da fare, perché la maggior parte dei best-seller non sono degni nemmeno di essere stampati, ma non è questo il momento per parlarne.

Andare oltre il banchetto dei best-seller

Image by Zhaunieag

Tornando a noi, sinceramente non so cos’altro scrivere. Non credo che la mia parola possa fare la differenza in questo sistema di lettori-non-lettori che si lasciano abbindolare da qualunque cosa gli venga propinata (come d’altronde in qualsiasi altro campo), ma una cosa voglio comunque dirvela:

Io sono uno scrittore, e so quanta fatica ci voglia per scrivere un libro come si deve. Conosco le lacrime, la crisi della pagina bianca, e come molti altri conosco lo sconforto, l’abbattimento, la sensazione di impotenza che si prova davanti a una strada, quella verso la pubblicazione, che non solo è lastricata di merda (sì, di merda!), ma che in quella merda nasconde degli aculei mortali che cercano ad ogni svolta di farti smettere di scrivere.

Per cui, se come me amate la scrittura, non lasciatevi ingannare da chi vuole solamente vendere, vendere, vendere e ancora vendere. Pensate con la vostra testa e leggete con i vostri occhi, oltre che con il vostro cuore.
Le librerie sono piene di autori validissimi che per ogni libro non vendono più di dieci o quindicimila copie.

Non è il nome, lo pseudonimo, la copertina o la posizione in libreria che fanno un libro.

Sono le parole che lo compongono, specchio della creazione.

Alla prossima!

Neri.

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