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Andrà tutto bene, la raccolta di racconti degli Scrittori della Porta Accanto: un estratto

Creato il 18 marzo 2024 da Gliscrittori
Andrà tutto bene, la raccolta di racconti degli Scrittori della Porta Accanto: un estratto

#booktok Un estratto di Andrà tutto bene, una raccolta di racconti del collettivo Gli Scrittori della Porta Accanto (StreetLib - Collana Gli Scrittori della Porta Accanto). La Terra si è ripresa il suo spazio: «Fatemi ripigliare fiato, mettere un po’ in ordine, e poi vi lascio andare. Andrà tutto bene».

Mi dispiace davvero tanto, ma era l’unico modo.
Io ci ho provato tante volte a dirvi che non c’era più tempo, che stavo morendo. Ma voi non mi avete mai ascoltata. Eravate troppo impegnati a produrre, a fare, a consumare. Ma che c’avete mai nella testa, nelle mani, nelle gambe. Non ci riuscite proprio a stare fermi, eh?
Qualcuno di voi ha tentato di frenare questa vostra corsa malsana, questa vostra frenesia isterica. Ma non li avete ascoltati. Li avete derisi. Avete pensato “sì, sì, faremo domani”.
Un tubetto di colore strizzato e ripiegato su se stesso, ecco cosa sono ormai. Ma voi davvero credete che continuando a spremermi uscirà ancora qualcosa?
Vi siete presi le terre, i mari, i cieli, avete lasciato ovunque la vostra impronta, sconvolgendo ecosistemi più longevi di voi, intatti dall’alba dei tempi. Avete addomesticato la natura quanto più avete potuto, domando le zolle per farci crescere quel che vi serviva, confinando gli animali in una piramide alimentare con voi al vertice, pure i carnivori vi siete messi sotto i piedi.

Che poi, almeno fosse servito a farvi stare meglio tutti.

E invece vi vedo, quel gruppo di là ha così tanta ricchezza che non riuscirà mai a consumarla in una sola misera vita. Quel gruppo di là ha a malapena di che sopravvivere. E quegli altri… Beh, a quegli altri manco le briciole avete lasciato. Entrate in un panificio e il primo della fila compra tutto il pane, eppure lo sa che tanto diventerà vecchio e lo butterà, perché è solo e mangerà appena qualche panino, altrimenti gli scoppierà la pancia. E gli altri che sono in fila con lui? Niente, preferite farlo diventare vecchio nella vostra credenza, il pane, piuttosto che condividerlo con chi ha fame.
Voi ancora non l’avete capita questa cosa, eh?
Arraffate, accumulate, avidi ciccioni con le guance stragonfie. E sprecate. Risorse, affetti, tempo. Da un colabrodo, le vostre mani, che trattengono solo il vostro ego.
“Tutto sta finendo!” Ho provato ad avvertirvi, a gridare. Ho scrollato le mie ossa e vi ho fatto tremare, un po’ qua, un po’ là. Ho spremuto le nuvole e fatto cadere milioni di litri d’acqua che hanno ingrossato i fiumi e travolto le vostre case. Ho lasciato bruciare interi paesi, dopo che voi gli avevate dato fuoco, non sapete quanto ho sofferto nel veder morire tutti quegli animali, quegli alberi, quelle persone, ma ho lasciato corre, più che ho potuto, perché forse vi sareste fermati. Ho mandato sciami di cavallette affamate a depredare i vostri raccolti, che poi sono i miei. Ho lasciato che il deserto avanzasse e mangiasse le vostre città, confinandole entro mura strettissime e affollate, più compressi delle formiche.
Ma non era mai abbastanza, perché accadeva sempre a qualcun altro.
E ho seguitato a sciogliermi, a disidratarmi, a morire, intossicata dalle vostre scorie, il risultato della combustione di tutte le mie ricchezze. Mi avete tolto anche l’aria, abbattendo i miei bronchi, uno dopo l’altro. Avidamente, come se la questione non vi riguardasse. Ma come pensate che possa produrla l’aria, eh? Lo sapete quanti miliardi di anni ho impiegato a trovare questo sistema? L’ho fatto per voi, ingrati! E voi, “no grazie” avete risposto.
Siete arrivati una manciata di millenni fa e vi siete riprodotti a dismisura, sfruttando il vostro ospite, io, la Terra. E invece di proteggere e dosare con cura le risorse del vostro supporto vitale, avete depredato senza coscienza, con l’autorità di un padrone. E già pensate di andare su Marte, su un altro ospite, e iniziare di nuovo. Come fanno i virus.

I virus.

I virus, già.
Sai che c’è? Adesso vi fermo io. Ma proprio tutti, eh? Altrimenti non vale.
Un, due, tre, stella! E tutti lì, immobili. Il primo che si muove viene eliminato dal gioco.
Con un virus.
Piccolo, infinitesimo frammento di vita che vi assomiglia tanto. Che amara ironia, vero?
Un virus che si attacca al vostro DNA, in modo da prendervi tutti e solo voi. Come specie. E si riproduce, lavora e viaggia istericamente, velocemente. E consuma l’aria nei polmoni. Come voi.
Peccato che nel DNA non ci siano scritte le vostre colpe, se siete giusti o meno. Altrimenti avrei potuto pensare a qualcosa di meno democratico e più selettivo. Il meglio che sono riuscita a fare è salvare i vostri bambini, i più giovani di voi, quelli che ancora non hanno torti, quelli che resteranno più a lungo con me. E che magari impareranno questa lezione molto più di quanto state facendo voi, che ancora adesso, vi vedo, non sapete far altro che darvi addosso e misurarvi sulla furbizia di eludere le regole. Che amara ironia, pensate pure di essere furbi. Stefania Bergo, "Un, due., tre, stella!" da Andrà tutto bene

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Andrà tutto bene

di Stefania Bergo, Bruno Di Marco, Davide Dotto, Angelo Gavagnin, Elena Genero Santoro, Valentina Gerini, Claudia Gerini, Tamara Marcelli, Vincenzo Mirra, Ornella Nalon, Alessandra Nitti, Silvia Pattarini, Andrea Pistoia
StreetLib – Collana Gli scrittori della porta accanto
Racconti
ISBN 9788835392545
Ebook 2,99€
SCHEDA DEL LIBRO

Quarta

Come gli ambientalisti ci chiedevano qualche mese fa, ci siamo fermati, anche se non lo abbiamo fatto per coscienza ecologica. Restiamo a casa per sopravvivere, anche se ci sentiamo in gabbia e siamo costretti a riprogrammare la nostra quotidianità. Mentre tutto il personale sanitario e i volontari sono impegnati in prima fila per salvare vite umane affrontando la pandemia di Covid-19 a testa alta, noi restiamo a casa. E volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, #iorestoacasa può diventare il pretesto per ripensare alle nostre priorità. In questi tredici racconti inediti ci sono le nostre paure e le riflessioni sul presente, l'incertezza e le previsioni sul futuro. Ma soprattutto la consapevolezza che, in un modo o nell'altro, andrà tutto bene.

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