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Andrea Bajani, Se consideri le colpe

Creato il 21 dicembre 2012 da Stimadidanno
Andrea Bajani, Se consideri le colpe
Scherzando, quando ero piccola mio papà mi faceva notare che nei quadri delle natività San Giuseppe era quasi sempre in ombra, un personaggio del tutto secondario. Credo di aver visto un solo dipinto che raffigura San Giuseppe con in braccio il Bambino, questo di Guido Reni al Museo Diocesano di Milano. Non sono un'esperta d'arte, ci saranno molti altri esempi ma a me è capitato di vedere questo e mi è sembrato anomalo, o forse lo ricordo perché contraddice quello che mi ha raccontato papà. Arriva sempre un momento in cui si sottopone a verifica quello che ci hanno trasmesso i genitori. E' l'essenza dell'essere adulti, adulti veri intendo. Un po' come accade in questo libro di Bajani, Se consideri le colpe, ma con verifiche ben più dolorose delle mie.La figura di un padre evanescente, che fa quel che può - ma proprio il minimo, mi ha fatto pensare alla famiglia descritta come a un presepino: padre, madre, bambino, tutto canonico e ovvio, persino il legame viscerale tra madre e figlio. Ma quando Maria è irrequieta e tutta uno strappo e con un rapporto di coppia inesistente, il presepino si sfalda e il bambinello smette di credere alle favole.Non so se mi ha convinto del tutto questo romanzo, anche se è intrigante ricostruire la personalità determinata e ferita di Lula attraverso il punto di vista del figlio abbandonato da bambino. Il protagonista torna in contatto con lei dopo molti anni di separazione, quando ormai la storia è già scritta ed è triste, con un funerale che si celebra in un paese straniero. In alcuni punti ho trovato le dinamiche un po' scontate, avrei voluto conoscere meglio l'autodistruttiva Lula o cogliere di più i rancori sopiti del protagonista, capire soprattutto che tipo di uomo è diventato con una tale esperienza traumatica come base. Un romanzo che mi ha fatto venire fame e mi ha lasciato insoddisfatta, insomma.Forse l'autore mantiene tutto asettico, anche lo sfondo triste di una Romania spremuta, proprio per far risaltare delle figure simboliche, simulacri di rapporti, favole che nell'esperienza adulta vanno verificate, comprese e - se occorre - perdonate. Dieci per il titolo.Dieci più per la bellissima scena in cui il protagonista è solo nella casa della madre morta e ne cerca la presenza sedendosi su tutte le sedie della cucina. Una scena struggente, l'ho trascritta su measacharir.
PS
Anche questo libro è pescato dalla Lista dei Desideri che alimento attraverso i Venerdì del Libro di Paola. Questa volta è stata la 'Povna in modalità giuggiola a suggerire la scelta con questa bella recensione.

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