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Anelare all'immortalità.

Creato il 16 maggio 2011 da Enricobo2
Non resistendo ai pressanti inviti ho radunato, rimaneggiando un po\Per rimanere in tema libresco, dopo il salone di Torino, bisogna riconoscere che in fondo lo scopo principale di chi vuol pubblicare qualcosa è certo una bramosia di comunicazione, ma anche e forse soprattutto un desiderio di immortalità, di lasciare un segno materiale da qualche parte che possa essere trovato e commentato in futuro. Per ora il web, con la sua eternità non cancellativa sebbene immateriale, non è ancora abbastanza credibile e quindi un libro, con la sua solida tradizionalità risulta più convincente. Ma come fare dopo aver prodotto l'oggetto, a proprie spese naturalmente, ad evitare che finisca direttamente in discarica, anche se nel napoletano rimarrebbero ancora molte possibilità di affioramento, dopo essere stato scorso frettolosamente dagli amici a cui lo hai rifilato e che naturalmente non possono riderti in faccia direttamente? L'ideale sarebbe quello di far finire una copia in un luogo di conservazione importante dove, data la presumibile conservazione del resto, potrebbe approfittare dell'essere accomunato alla roba valida di cui sarebbe infingardamente circondato, fatto già di per sé stesso comprovante il suo valore relativo se non assoluto. Però questa auspicabilissima via non è di facile attuazione. Così per la mia opera prima ho pensato a questo escamotage. Come sapete ho frequentato lo stesso liceo del mio concittadino Umberto Eco, possessore di una nota, preziosa e sterminata biblioteca e approfittando di ciò gli ho inviato la seguente email che pongo alla vostra attenzione:
Egregio Prof. Eco Mi permetto di disturbarla in qualità di suo lettore, ammiratore, concittadino e di vecchio studente, come Lei, del Liceo Plana, cosa di cui meno gran vanto tra gli amici. Riferendomi ad una Sua intervista da Fazio, se non erro, mi sembra di ricordare che Lei abbia detto che, ricevendo una gran numero di libri assolutamente inutili e non interessanti, sarebbe giusto che chi pretenda di occupare uno spazio nella Sua ben nota biblioteca dovrebbe avere almeno la creanza di pagare una quota a titolo generico di rimborso spese, quantificandolo in 40 Euro circa per un dorso di 3/4 cm.  Poiché anche io appartengo alla schiera di pubblicatori a proprie spese (genia che Lei ha ben illustrato nel Pendolo) sarei interessato, non certo per ambizione letteraria, dacché non ho l'anello al naso e la frequentazione del Liceo Plana mi ha reso conscio della mia limitatezza (avevo 4 in italiano scritto in terza liceo), ad essere ospitato nei suoi scaffali, anche se dello scantinato. Nel caso volesse accettare questa mia richiesta, sarei ben lieto di inviarle, unitamente all'assegno di 40 Euro, il mio libro Soffia il vento dell'Est che nonostante possa sembrare incredibile, ha venduto 1 (una ) copia. Anche se mi manca ancora un po' per avvicinarmi alle sue normali tirature, ringraziandoLa dell'attenzione, alessandrinamente divoratore di bellecalda, Le porgo i più cordiali saluti.  Per il momento il professore non mi ha ancora risposto, ma ho buone speranze che lo faccia, nel qual caso vi terrò informati dello svolgersi degli eventi. Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare: Il libro ha visto la luce.Il testamento francese.Lettere dalla Russia.La trilogia di Adamsberg.
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