E' stato ufficialmente annunziato, venerdì scorso, ai" media" del Paese, in Angola, da Luzia Inglés dell'OMA, l'avvio del" decennio della donna africana" ossia un periodo temporale in cui l'attenzione della politica e della società civile dovrà essere tutta particolarmente rivolta alla "donna" e ai suoi problemi.
E quest'ultimi, si spera, abbiano poi , a breve,la dovuta soluzione.
Intanto il 31 luglio prossimo si festeggerà nelle città grandi e piccole del Paese lusitano la "giornata della donna africana".
La cerimonia d'apertura, strutturata come "forum" ovvero con possibilità d'intervenire e dibattere, ha visto presente oltre a Luzia Inglés , segretaria generale dell'Organizzazione della donna africana (OMA) anche Carolina Cerqueira dell'Organizzazione Panafricana e i politici locali più influenti.
Al di là dell'ufficialità, la cosa importante sono i problemi reali della vita quotidiana della donna angolana (ed io direi ,con le dovute varianti, delle donne di tutta l'Africa) squaternati sul tappeto della quotidianità non sempre agevole.
E che questi problemi in dieci anni vengano evidenziati e possibilmenti portati a soluzione.Questo è il vero augurio.
Innanzitutto in primo piano c'è il problema "aids" come prevenzione e cura ,unitamente alla sicurezza della donna partoriente.E non riguarda solo l'Angola come ben sappiamo.
Poi sappiamo che esistono i pregiudizi di genere, ben solidificati in società in cui purtroppo il maschio, per antica tradizione, ha la preminenza su la sua compagna "femmina" sia essa madre , moglie o sorella.
Questi saranno certamente i più duri a sconfiggere perché uomo e donna possano insieme istruirsi, lavorare e collaborare, in casa e fuori, in un domani molto ravvicinato.
Ancora, occorre garantire alla donna, che sovente è proprio lei a lavorare nei campi, in società che sono attualmente prevalentemente agricole, una certa sicurezza alimentare per sé e per il sostentamento della propria famiglia. E sempre con iniziative basate sull'istruzione.
Infatti qualsiasi forma di sviluppo di una società, angolana o altro che sia, non può prescindere da cibo sicuro e i struzione per tutti.
Senza queste due priorità perseguite ci sarà sempre e solo miseria materiale e morale.Ovunque.
Perché ivi allignerà la corruzione e quindi la sopraffazione del più forte sul più debole.
E la "storia" passata e presente, quella che leggiamo nei libri,interroghiamo nell'arte, estrapoliamo dai "media", non cessa mai d'insegnarcelo.
Perciò ...auguri, Angola.
E.. buona fortuna ,donne africane tutte.
Siamo con voi.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)