E' ormai assodato che Tolstoj faccia parte dell'Olimpo degli scrittori e, che Anna
Karenina sia uno dei personaggi femminili più intensi della letteratura, non vi
è alcun dubbio. Eppure questo romanzo appartiene a quella categoria che spesso,
purtroppo, si sceglie di non leggere per paura sia troppo arduo e pesante,
vista la mole di pagine che l'autore si è preso la briga di scrivere. Timore, a
dire il vero, perfettamente comprensibile dato che molte di quelle pagine sono
dedicate ad argomenti quali l'agricoltura, la burocrazia e la guerra, argomenti
importanti per l'epoca e senza dubbio per Tolstoj ma cosa vuole in fondo il
lettore, se non sapere cosa ne sarà dei protagonisti, quel che faranno, che
decisioni prenderanno, a quale destino andranno incontro?
Per chi come me, invece, si è preso la briga di leggerlo una seconda volta, in attesa
dell'uscita dell'ennesima versione cinematografica, si è trattato di tornare in
luoghi già noti per ritrovare vecchi amici.
Il film di Joe Wright, interpretato da Keira Knightley nel ruolo di Anna, Jude Law nei
panni del marito Kerenin e Aaron Johnson in quelli del Conte Vronskj, e che
finalmente sarà proiettato nelle sale italiane dal 22 febbraio, sembra avere
una prospettiva completamente nuova, rispetto alle versioni precedenti, dal
momento che il regista ha deciso di rappresentare il film come se fosse
all'interno di un teatro.
La difficoltà di riuscire a portare sullo schermo un'opera letteraria è nota a
tutti ma in questo caso la sfida sembra molto più ardua, forse perché
l'immagine collettiva che si ha dell'autore è quella di un gigante. O forse il personaggio di Anna è talmente intenso e la sua storia così tragicamente reale
da fare in modo che sia amato a prescindere, qualsiasi sia il mezzo usato per
raccontarne la storia.
Tolstoj ha creato un'opera meravigliosa partendo da un'idea, se vogliamo, molto banale,
quella di una moglie che tradisce l'austero marito per un affascinante
ufficiale dell'esercito e che le farà conoscere la vera passione. Tutto qui?
In realtà Tolstoj prende l'idea da un fatto di cronaca e lo utilizza sapientemente,
usando simboli e metafore, per affrontare temi a lui cari quali la fede, il
matrimonio, la famiglia ma anche la gelosia, la fedeltà, il progresso, la
guerra.
Anna appartiene all'alta società di San Pietroburgo, un mondo ipocrita e bigotto che
le volta le spalle appena tradisce il marito Karénin allontanandola, non perché
colpevole di adulterio ma perché incapace di viverlo privatamente rinunciando
alle regole della convenienza. I due amanti vanno a vivere insieme nonostante lo
scandalo li travolga ma, dove è curato solo il fuoco della passione
tralasciando di curare l'amore, facilmente prende spazio la noia e Vronskj è nuovamente
attirato da quella stessa società che continua ad adularlo riservandogli, in
quanto uomo, un trattamento completamente diverso da quello usato per additare
Anna. La gelosia fa il resto e Anna Karenina si uccide.
Una storia costellata di personaggi indimenticabili, ancora attuale per alcuni versi, che
ci permette di conoscere a fondo un'epoca, un impero in declino, un paesaggio
unico nel suo genere.
Non ci resta che aspettare, sedersi in sala e lasciarsi cullare da una storia intensa,
senza dimenticare uno degli incipit più belli di tutti i tempi e capace di far
presagire fin dall'inizio ciò che avverrà, catturando così il lettore per
sempre: "Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo".
Il trailer del film, affascinante e incantatore, capace di per sé di strappare l'applauso
ci fa ben sperare.