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Anna Maria Barbera: Lettere da una Comica di Successo

Creato il 17 maggio 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Postato il maggio 17, 2012 | TEATRO | Autore: Giuseppe Floriano Bonanno

Anna Maria Barbera: Lettere da una Comica di SuccessoCome da tradizione, giunti alla fine della stagione, il Teatro delle Celebrazioni di Bologna offre una rappresentazione di beneficenza, che, in questo caso, è a favore dell’Associazione FA.CE. di Bologna, una Onlus nata nel 1985 per aiutare i genitori di bambini cerebrolesi. Per questa importante causa è scesa in campo l’attrice Anna Maria Barbera con “Caro Amico diLetto… il Reading!”, nuovo spettacolo che prende le mosse dal suo libro “Caro Amico diLetto” edito da Foschi nel 2010. Nata a Torino nel 1962 e diplomatasi alla Bottega Teatrale di Firenze con il grande Vittorio Gassman, Anna Maria Barbera approda ben presto ai fasti della tv ed in particolare raggiunge il successo con “Zelig”, dove interpreta il personaggio, divenuto un vero cult, di Sconsolata, una donna del sud che, emigrata al nord, si esprime usando un suo personalissimo slang che mette insieme dialetto meridionale, parole moderne e termini stranieri legandoli con arzigogolate sintassi al limite dell’invenzione. Non mancano nella sua carriera anche diversi ruoli cinematografici in film non certo imperdibili ma che le fanno ottenere anche alcuni riconoscimenti (in particolare con il ruolo di Anna ne “Il paradiso all’improvviso” di Leonardo Pieraccioni ottiene nel 2004 le candidature al David di Donatello e al Nastro d’Argento come migliore attrice non protagonista). Artista versatile, Anna Maria Barbera ha, come dicevamo prima, al suo attivo anche il volume “Caro Amico diLetto”, una raccolta di 51 lettere, dedicate alle donne, ma rivolte agli uomini. Lo spettacolo ripropone dunque un mix tra il suo ruolo di scrittrice e quello di attrice comica: la serata, infatti, si snoda attraverso la lettura di queste epistole che raccontano della difficoltà tra i due sessi ad incontrarsi e a costruire qualcosa in coppia, denunciando come questo vivere insieme il più grande dei sentimenti pare essere sempre più lastricato di ostacoli verso il raggiungimento di quella auspicata felicità cui tutti tendiamo.

Anna Maria Barbera: Lettere da una Comica di Successo

Ad ogni lettera fa seguito l’esecuzione di un frammento di una canzone romantica, ora struggente, ora appassionata, ora rabbiosa, che viene scelta tra i più famosi e noti brani della tradizione melodica italiana, rivelandoci una Barbera brava e convincente anche nella versione “singer”. Per la gioia di tutti coloro che amano la sua Sconsolata, i passaggi più delicati e significativi dello show vedono entrare in scena la sgrammaticata meridionale che ci dà la sua versione dell’amore, quello innocente, quello appassionato, quello platonico, quello carnale, quello rubato o quello ferito. L’attenzione è sempre alta perché le lettere scandagliano in profondità l’animo umano e mettono a nudo senza sconti uomini e donne descrivendone vizi e virtù. Si scopre così a metà rappresentazione che quello che ci si attendeva fosse un “One Woman Show” tutto battute, ammiccamenti e doppi sensi, con unico scopo quello di produrre grasse e grosse risate, è invece una pièce filosofica che fa riflettere, pensare, talvolta ferendo il nostro intimo. La platea, non pronta a questa spietata seduta psicanalitica su pregi e difetti dell’uomo e della donna di oggi, lentamente si scolla, dando qualche segno di insofferenza, che fa calare nella sala una strana sensazione, mai avvertita prima a teatro, una cappa di silenzio carico di aspettative che induce la brava Anna Maria, vedendo anche alcune persone lasciare il proprio posto, a chiedersi quasi stupita che cosa ha detto di male. Ma è l’ultima parte, quando viene introdotto il tema della morte, a colpire ancor più pesantemente, facendo riflettere su momenti che fan parte della vita ma che nessuno vorrebbe mai dover affrontare. La fine, quasi richiesta da una platea comunque ammirata dalla bravura di questa incredibile e bravissima attrice, arriva dopo quasi tre ore di spettacolo che hanno regalato risate, emozioni, ma soprattutto riflessioni sull’Io che probabilmente quasi nessuno si aspettava di ascoltare e che hanno creato un’atmosfera particolare, ma, a mio avviso, ricca di quel pàthos che soltanto una performance dal vivo di questo calibro riesce a trasmettere.



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