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Annotated Sandman: con Leslie Klinger nella stanza delle idee di Neil Gaiman

Creato il 15 aprile 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco
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Annotated Sandman: con Leslie Klinger nella stanza delle idee di Neil Gaiman Vertigo Sandman Neil Gaiman Leslie Klinger In Evidenza Abbiamo parlato con Leslie Klinger del suo lavoro per l’Annotated Sandman. La ricerca di Klinger sfrutta gli script originali, l’archivio di Neil Gaiman e il confronto con l’autore inglese. Annotated Sandman commenta le singole tavole dell’opera ed esplora l’origine di scene e personaggi che compaiono nel racconto di Gaiman, dando quindi una visione del lavoro di ricerca alla base della scrittura di Sandman.
Leslie Klinger è uno dei massimi esperti sui personaggi di Sherlock Holmes e Dracula, sui quali ha publicato e sta pubblicando edizioni annotate [leggi la nostra intervista]. Di recente è stato protagonista di una battaglia legale per la decadenza dei diritti d’autore di opere pubblicate da oltre 90 anni.
Per informazioni sulla sua attività,è a disposizione il suo sito leslieklinger.com.

L’edizione Annotated ha caratteristiche assai particolari. La Vertigo non ha avuto dubbi sulla sostenibilità economica di un simile progetto?
Il progetto si è sviluppato perché lo suggerì Neil Gaiman stesso. Penso che la Vertigo ritenesse che QUALSIASI cosa riguardante Sandman avrebbe venduto. Io avevo alcuni dubbi sul fatto che la DC Entertainment avrebbe sostenuto il progetto, anche dopo avermi pagato; ma sono stati fedeli alla pianificazione e saranno realizzati i quattro volumi previsti; e forse addirittura un quinto.

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Sulla vendibilità di Sandman i dati danno ragione alla Vertigo: secondo le prime stime Sandman Overture #1 ha venduto circa 100.000 copie.
Io non ho idea di quanto abbia venduto il primo volume, ma è un’ottima notizia per l’opera.

Annotated Sandman è realizzato in bianco e nero: questo lo rende un prodotto adatto per chi ha già un’edizione di Sandman (a colori), quindi non si rivolge a nuovi lettori. Perché sceglieste il bianco e nero?
In effetti, discutemmo l’alternativa a colori, ma avrebbe reso i volumi troppo costosi. Un prezzo di 50$ è già elevato; il colore l’avrebbe portato vicino ai 100$. Inoltre, alcune persone mi hanno detto di apprezzare il formato bianco e nero, perché riescono a vedere molti dettagli che con il colore andavano perduti.

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Concordo, ad esempio per il lavoro di Sam Kieth. Quindi: a chi è indirizzata l’edizione Annotated (data la sua esperienza, sono sicuro che lei conosce bene il lettore ideale)?
È pensata per rendere migliore l’esperienza di lettura di Sandman a qualsiasi lettore, mostrando la ricchezza del lavoro. La penso come una sorta di “commento del regista” o la “bonus track” di un DVD. Chiunque abbia apprezzato la lettura di Sandman dovrebbe apprezzare la lettura delle note!

Ma non pensa che un simile apparato finisca per focalizzare il lettore sui “come” e non sui “perché”, ovvero su come fu costruito Sandman e non sui suoi significati?
Lei ha ragione dicendo che io non ho usato un approccio da “critico”. Non intendo dire ad alcuno che cosa “significhino” le storie o perché piangiamo quando le leggiamo o che tipo di reazione dovrebbe avere un lettore. Io tento di arricchire l’esperienza del lettore facendo in modo che comprenda (a) i vari riferimenti coinvolti e (b) quali “fatti” dietro le vicende siano storicamente accurati. Di tanto in tanto ho posto domande al lettore; ad esempio: “chi è il padre di Rose Walker?“.

E simili “trucchi” vanno a creare una sorta di esperienza aumentata, interattiva, poiché il libro interroga il lettore…
Sì, e comunque io dico sempre ai lettori di leggere prima la storia delle note.

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Immagino sia eccitante lavorare a un simile progetto, poiché consente di gettare uno sguardo nella scatola magica delle idee dell’autore. Gaiman è stato collaborativo o l’ha talvolta percepito come una sorta di guardone?
No, è stato molto collaborativo. Abbiamo passato molto tempo parlando delle mie ricerche e di lui. Uno dei miei aneddoti favoriti è a proposito della questione del padre di Rose Walker. Io feci la mia analisi e chiesi a Gaiman che cosa ne pensasse. Lui si grattò la testa e disse che davvero, non sapeva che dire, ma che apprezzava la mia teoria e che dovevo portarla avanti.

Immagino sia stato un momento eccitante!
Naturalmente, per questi aspetti il lavoro su Sandman è totalmente diverso da quello di annotare le storie di Sherlock Holmes o di Dracula: avrei dovuto usare un medium per contattare gli autori.

Be’, a modo suo sarebbe stata un’esperienza eccitante anch’essa…
E Conan Doyle in effetti sostenne di aver “parlato” con Jack London dopo che questi era morto, e pubblicò l’”intervista”.

Conan Doyle aveva una gran passione per lo spiritismo.
Sì, decisamente.

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Sulla collaborazione di Gaiman: discute con lui mentre procede con il lavoro o avete raccolto idee e spunti all’inizio del progetto?
Ci siamo incontrati l’ultima volta tre settimane [quindi a novembre 2013, N.d.R.] fa per discutere del terzo volume.

E che cosa ricorda del periodo in cui lavorò a Sandman? Sta anch’egli (ri)scoprendo il suo lavoro?
Sì, in molti casi deve rileggere le sceneggiature e controllare alcuni dettagli.

Le sceneggiature: mi chiedo perché la Vertigo non le abbia ancora pubblicate!
Alcune sono state pubblicate, ma non penso che Gaiman desideri che lo siano tutte. Ci sono dettagli molto intimi e in alcuni (pochi) casi mi ha chiesto di non usare materiale che in retrospettiva gli appariva tale.

Penso che le edizioni annotate siano caratteristiche dei classici della letteratura…
… E Sandman è destinato ad essere un classico della letteratura!

E penso anche che il mondo del fumetto (appassionati, autori, critici) soffrano si una sorta di complesso di inferiorità nei confronti della letteratura scritta. Non crede che il suo lavoro gratifichi il desiderio del mondo del fumetto di essere considerato parte della cultura alta (ricordo che cosa accadde quando Sogno di una notte di mezza estate vinse il World Fantasy Award).
Lo spero proprio! Sicuramente i critici definiscono Sandman un classico. Ottenere un simile riconoscimento è un processo lungo. Ricordo che Watchmen comparve su una lista dei cento migliori romanzi del XX secolo! A Gaiman piace raccontare una storia: ara andato a un ricevimento (durante la run di Sandman) insieme a un mucchio di gente di New York altezzosa e con la puzza sotto il naso. Si presentò a un uomo come scrittore di libri a fumetti e questi si allontanò velocemente verso ospiti più importanti. Più tardi, nel corso del ricevimento, quello tornò da Gaiman e disse “Perché non mi ha detto che scriveva GRAPHIC NOVELS?“. Ora sì, che era interessato!

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Ho presente l’aneddoto. Il mio punto è che mi aspetto che il fumetto ottenga riconoscimento come un linguaggio capace di raccontare storie. Sono perplesso quando qualcuno dice, di fatto: “il fumetto è letteratura con un altro nome“. Insomma: nessuno dice una cosa simile del cinema!
A me dispiace che l’industria [del fumetto] non si prenda maggiormente sul serio. Rimasi deluso dal fatto che Annotated Sandman #1 non fosse stato selezionato per alcun riconoscimento (sebbene venne selezionato per il Premio Bram Stoker dalla Horror Writers Association come “Best Non Fiction”). Mi piace la visione secondo cui il fumetto sia un mezzo, non un genere.

Il suo punto di vista su Sandman è cambiato durante il suo lavoro?
Sì, decisamente. Quando lessi Sandman per la prima volta, lo trovai molto emozionante, molto efficace nel raccontare, ma: (1) non coglievo molti dei riferimenti all’universo DC (mi ero allontanato dai fumetti per un po’ di tempo); (2) non ero sicuro di alcuni rimandi storici; (3) non conoscevo granché della mitologia scandinava o giapponese. E, sebbene fossi nella classe di inglese al college, non avevo nemmeno compiuto ricerche storiche su Shakespeare. Leggere Sandman per annotarlo mi ha aperto gli occhi su una gran quentità di cose e ha aumentato enormemente la stima della sua qualità.

Finora sono stati pubblicati due volumi di Sandman Annotated: per quando è previsto il terzo?
Il terzo volume è previsto per ottobre 2014; e nello stesso periodo uscirà anche New Annotated H.P. Lovecraft presso W. W. Norton.

Quindi ha lavorato contemporaneamente su Sandman e sul mondo di Lovecraft: ci sono stati cortocircuiti fra le due linee di ricerca?
Certamente. Neil Gaiman è un grande ammiratore di Lovecraft e la sua storia scherlockiana A study in Emerald (1) è ambientata in quel mondo. Gaiman ha anche scritto una variante de L’ombra sopra Innsmouth e di altri racconti lovercraftiani. Comunque, Gaiman ha la propria visione sul significato di umanità. Una cosa che per me brilla attraverso Sandman e che è assente dal lavoro di Lovecraft è l’idea che ognuno ha una storia e che ogni storia è degna di essere ascoltata.

Un ringraziamento a Klinger per la sua partecipazione al nostro speciale su Dream.

Intervista condotta via chat il 26/12/2013


 
 
 
 

Note

  1. Uno studio in verde smeraldo, premio Hugo come miglior racconto breve nel 2004, pubblicato in Italia su Robot #45 e nel volume Da Arkham alle stelle, Bottero Edizioni. [↩]
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