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Anteprima di “Exodus – Finding Shelter” 
a Udine e a Roma l’11 e il 14 marzo

Creato il 10 marzo 2011 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

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«Exodus, movement of Jah people» cantava Bob Marley, il profeta del reggae, che tuttavia non avrebbe mai voluto predire una sorte del genere a Rototom Sunsplash, il più grande festival che in Europa porta avanti il suo messaggio di pace, fratellanza e armonia universale. Eppure di fatto è stato così e dall’anno scorso la manifestazione ha lasciato il Friuli alla volta della Spagna, dove il successo è stato persino maggiore.

Per questo è proprio Exodus – Finding Shelter il titolo scelto per la pellicola realizzata dal regista romano Tommaso D’Elia, che sarà presentata in anteprima a Udine al Visionario e a Roma al Nuovo Cinema Aquila rispettivamente l’11 e il 14 marzo prossimi.

Il film-documentario è prodotto dall’associazione culturale Exodus e da Paneikon, società di produzione che da sempre opera con alcuni fra i maggiori broadcasters mondiali come Rai, Bbc, Canal Plus, Discovery Channel e National Geographic: della durata di 55 minuti, racconta con forte suggestione la vicenda dei tanti ragazzi che hanno creato in Friuli una manifestazione di richiamo mondiale sostenendo un territorio come quello del Comune di Osoppo (Udine) a cui le oltre 150 mila visite che ogni anno il Festival registrava portavano un grosso beneficio in termini di indotto economico e di apertura culturale. Oltre ai più grandi nomi della musica reggae mondiale, la kermesse raduna infatti anche intellettuali di alto profilo per dibattiti e incontri sulla cultura globale, lo sviluppo sostenibile, la pace, la tolleranza, il multiculturalismo e sostiene progetti solidali in Italia e all’estero.

Questa finestra sul mondo si è chiusa però nell’autunno 2009, ed il Festival si è trovato a un bivio: o chiuder baracca e cancellare un’esperienza di cultura “alternativa” unica nel suo genere, oppure far lasciare i propri affetti e cambiare le proprie vite ai membri della sua organizzazione per cercar fortuna all’estero, esattamente come fa un numero sempre maggiore di giovani che in un’Italia che ha ogni giorno più paura della gioventù e del talento vede penalizzata la propria libertà di costruirsi un futuro adeguato ai propri sogni, alle proprie abilità e al proprio merito.

La scelta dei ragazzi dell’associazione Rototom è stata la seconda: l’esodo come scelta di libertà, per continuare a coltivare un sogno. Un’utopia di pace e fraternità – un approccio critico al senso di omologazione imperante – che oggi può sopravvivere in maniera organica solo fuori dall’Italia. Era un rischio enorme: organizzare in terra straniera, senza contatti preventivi né basi consolidate, un festival fra i più grandi d’Europa poteva risolversi in un flop. Invece è stato un trionfo. Benicàssim, località spagnola nei dintorni di Valencia, si è rivelata location ideale nel 2010 e intende continuare a esserlo anche in avvenire.


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