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Antonella Ferrari “ho vinto sul destino”

Creato il 06 giugno 2014 da Assugoodnews @assunta73

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La sua è voce felice. Di quelle che ti strappano un sorriso subito. Mi è spiaciuto non incontrarla di persona ma sono stata contenta di aver trascorso una mezz’ora al telefono con lei. Antonella Ferrari emana una bella energia e lo fa con la consapevolezza di avercela messa tutta per aggirare il destino. Quel destino che l’ha voluta colpire con la sclerosi multipla. Ignaro, lui, che potesse anche darle tutta quella forza necessaria per coronare un sogno: diventare attrice. Antonella recita. E scrive. Lo fa con il cuore in mano. Con la passione. Antonella ama emozionare: che sia con un sorriso o con una lacrima.


Nel 2012 è uscito il tuo libro “Più forte del destino”. Hai raccontato la tua storia, la tua malattia. Perché hai deciso di farlo?

In realtà non ne avevo l’esigenza. Ho ricevuto tante sollecitazioni dall’esterno. Poi la richiesta della Mondadori. E davanti a una casa editrice cosi come fai a dire di no? All’inizio non trovavo nemmeno il perché dovessi scriverlo. Non credevo potesse interessare la mia storia. Poi ho compreso. Ho capito che poteva avere successo. E, infatti, siamo alla quinta edizione. Mondadori aveva ragione. Dovevo scrivere il romanzo della mia vita.

Non ne sentivi l’esigenza, dici. Quanto ti è costato scriverlo?
E’ stato molto doloroso. Mi sono resa conto che avevo rimosso intere parti della mia vita che mi hanno fatto molto male. Ho chiesto l’aiuto di mia mamma e dei miei fratelli per ricordarli. Il libro mi ha aiutato a fare pace con i ricordi. Ho anche imparato il perdono. E’ stata una vera e propria terapia per me. Sono felice di aver fatto questo percorso.

Talmente felice che ne hai tratto uno spettacolo in teatro…
Io amo il teatro. Sul palcoscenico mi sento completamente a mio agio. Ho voluto scrivere il testo e poi ho messo in piedi lo spettacolo con Arturo di Tullio. Sono sempre io che mi racconto. Ci sono tante emozioni: si piange e si ride molto.

Il destino. Che rapporto hai con lui?
Sono molto cattolica, quindi credo che ci sia qualcosa di scritto per ognuno di noi. Però ritengo anche che si possa tentare di vincere il destino, di modificarlo. A me è successo. Se mi guardo indietro vedo un destino che mi avrebbe voluta in sedia a rotelle in piena depressione. Non è cosi. Ho lottato con tutta me stessa con la malattia e sono riuscita a realizzare il mio sogno.

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Cosa ti ha salvata da quel destino?
Il desiderio di cavalcare il palcoscenico. Se non avessi avuto un motivo cosi forte per andare avanti sarei crollata. Sin da piccola sono stata una bambina testarda e piena di vita e di sogni. La malattia si è palesata a 11 anni e da li ho cominciato a combattere concentrandomi sempre su altro. Sui miei sogni.


Sei molto ironica, lo si capisce. Quanto conta l’ironia per te?

E’ fondamentale. E’ una vera alleata della felicità. Io sono cresciuta in una famiglia molto ironica. Ci vogliamo bene e ci prendiamo in giro. Abbiamo imparato tutti a esorcizzare la malattia con l’ironia. Mia nipote mi chiama “la zoppa”, tanto per farti capire. E io rido di questo, perché io stessa mi prendo poco sul serio.


Pregiudizi e stereotipi: quanto devi lottare contro di loro?

Tanto. Ho dovuto dimostrare di essere una vera attrice e di avere capacità. Anche nello spettacolo prendo in giro questa situazione simulando un talk show dove si cerca la lacrima facile. Purtroppo l’idea della disabilità è legata a una persona trasandata, in sedia a rotelle e depressa. Ma non è vero. Non è cosi.

A proposito di femminilità. Qual è il rapporto con il tuo corpo?
Come ogni donna attraverso periodi diversi. In questo momento non amo il mio corpo e fatico ad accettarmi. Le medicine mi gonfiano e vorrei riuscire a perdere i chili di troppo e tornare a essere una taglia 42. Diciamo che è sempre una lotta, come per tutte. Però amo prendermi cura di me.

Quando hai un momento di difficoltà cosa fai?
Il teatro è la mia cura. Quando recito sento profondamente di essere nella mia vita. Nel quotidiano il mio antidoto è il mio cagnolino Grisù. Il solo guardarlo o prendermi cura di lui mi fa stare meglio. In realtà è un effetto che mi fanno tutti i cani. Loro riescono ad amarti in modo incondizionato. Sanno anche perdonare.

La mente, per te, è un’alleata?
La mente è fondamentale. I momenti in cui mi sono preoccupata di più sono stati quelli in cui ho sentito di perdere il controllo della mente. La malattia fisica mi preoccupa molto meno perché una mente sana reagisce.

La felicità per te è…
Fare le cose che amo e poi applaudirmi da sola. Non per vanità ma perché significa essermi goduta il momento.

Se volete scoprire qualcosa di più su Antonella visitate il suo sito o la sua pagina Facebook.



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