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Antropologia di una ragazza, di Hilary Thayer Hamann

Da Flavialtomonte

La Rubrica di Scrittura (che nasce proprio oggi) si apre con una notizia – che ho saputo abbastanza tardi – che forse sanno in pochi.

Antropologia di una ragazza, di Hilary Thayer Hamann

Chissà quanti di voi avranno già acquistato o letto questo libro, e chissà a quanti altri sarà piaciuta la copertina.
A me capita spesso, di fronte allo scaffale della libreria, nel genere preferito, con l’attenzione di un bambino, di scovare i particolari più avvincenti di un libro e le scelte dell’autore (o della casa editrice):
- Perché questo soggetto in copertina?
- Perché questo tipo di scrittura?
- Perché la suddivisione del libro in numeri o giorni piuttosto che in capitoli?
Ci sono tante domande, queste domande, che nascono per non essere accontentate. Tutta la curiosità del libro ha la durata della scelta. Dal momento in cui si acquista le domande fatte in libreria, troveranno risposta nell’ultima pagina dell’ultimo capitolo, quando il libro avrà finito di esistere tra le letture quotidiane e comincerà a farsi spazio tra i libri smessi.
In quel momento le risposte saranno sempre più astratte e condizionate dalla storia. Non ci sarà mai nessuno a raccontare le scelte dell’autore (se non l’autore stesso).
Oggi, ci sono io, a darvi maggiori informazioni sulla copertina di “Antropologia di una ragazza” di Hilary Thayer Hamann.
Ebbene, la foto in copertina è di Matilde Perlini, la nostra Matilde Perlini, che ha un blog sul quale pubblica esclusivamente sue foto con tutta l’arte e la passione che la spingono a osare. Ce lo svela su questo articolo come la Fantango abbia scelto una delle sue foto come copertina del vendutissimo libro “Antropologia di una ragazza”.

Anche qui saltano fuori le mie domande retoriche… ma leggendo la trama, di questo libro “Romantico e audace [..] una storia sentimentale che parla di affrancamento e libertà. E lei, Evie, ha la stessa consistenza di quelle ragazze giovani e acute che da sempre incontriamo nei romanzi di formazione” capisco che Matilde, con e nella foto non poteva che rappresentarla a pieno.


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