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Apologia del pesce alla griglia: Ristoratore incapace o genio del marketing?

Da Serial344 @locasciog
Apologia del pesce alla griglia: Ristoratore incapace o genio del marketing?

Ci sono cascato ancora. Anni fa mi ero ripromesso di non tornarci più e invece rieccomi qua: ancora un weekend al mare in questo paesino dimenticato dal turismo di massa. L'ingresso delle stazioni balneari è usato a mo' di parcheggio, equamente distribuito tra passeggini e deambulatori, mentre la spiaggia è il solito campionario di glutei orfani da tempo di ogni velleità di resistenza alla forza di gravità: il posto non è cambiato.

Al diavolo, ormai sono qui e ho deciso che stasera esco, ho voglia di una bella grigliata di pesce. Dopotutto siamo al mare, no? Il metodo è sempre lo stesso: rientrare nei favori di receptionist, autisti di mezzi pubblici, bagnini per arrivare a scardinare lo scrigno segreto che contiene il nome e l'indirizzo del localino giusto, magari conosciuto solo dai residenti ma dal quale si è certi di uscire soddisfatti.

Apologia del pesce alla griglia: Ristoratore incapace o genio del marketing?
Arriviamo nel ristorantino piuttosto presto, siamo tra i primi clienti. É un moderno bistrot a ridosso del mare in stile marinaresco. I mobili di legno bianco slavato fanno da cornice alle corde nautiche appese alle pareti e ai portacandele ricavati da vecchie lanterne riadattate, il tutto in una penombra appena accennata: l'atmosfera è effettivamente da dieci e lode.

Dopo un attento esame del menù decidiamo per una grigliata mista, gamberoni scottati sulla brace e un hamburger con patatine per la bambina, annaffiati da un Vermentino Colli di Luni Lunae attinto dalla generosa cantina. Il servizio impeccabile non ci fa attendere oltre il lecito e con una presentazione coreografica ad effetto arrivano contemporaneamente al tavolo i gamberoni disposti a raggio intorno ad una salsa al brandy, la grigliata ancora frigolante su un letto di insalata e l'hamburger con il bun a parte affiancato da una montagna di patatine. Qui però casca l'asino.

Apologia del pesce alla griglia: Ristoratore incapace o genio del marketing?

I gamberoni appaiono ben cotti, con una succulenza adeguata e con delle grill marks evidenti. Troppo evidenti, quasi "spessorate". In bocca la sensazione di amaro copre qualunque altra cosa. Appare evidente che siano stati cotti su una griglia non spazzolata dai residui della cottura precedente. Ad uno sguardo fugace sospetto un problema analogo con l'hamburger, prontamente confermato da un furtivo assaggio. Anche qui forti sensazioni amare aggravate da uno sgradevole retrogusto di pesce. Stessa griglia? Disgustoso. La grigliata mista sembra promettere di più. Ci sono due seppie, uno spiedino, un gamberone, un trancio di spada e uno di salmone. Anche in questo caso la cottura è perfetta, bella dorata ed invitante con il pesce che cede gentilmente alla pressione della forchetta. Forse le sole seppie sono rimaste un pò troppo "tignose". Anche in questo caso però è la bocca a tradire. É un peccato che si mangi con quella!

Apologia del pesce alla griglia: Ristoratore incapace o genio del marketing?

Il medesimo gusto aleggia come uno spettro su tutti gli elementi e non si avverte alcuna aromaticità: questa è cottura alla piastra, non alla griglia. Il sapore del salmone e dello spada poi, veri testimoni della bravura del griller, non ha spessore, è piatto. Non una marinata, non un intingolo di olio e sapori e nemmeno la fatica di un po' di sale affumicato. Come rimpiango quello che mi cucino a casa! Mi guardo intorno incredulo, possibile che me ne accorga solo io? Coppiette più preoccupate del lume di candela che del contenuto del piatto, una baraccata di amici che si sfondano col bianco della casa e una famiglia allegra e pacciarotta che si ingozza di spaghetti coi frutti di mare in modalità tritarifiuti: deserto gustativo.

Finiamo la nostra cena, pago un conto che lascerebbe presupporre l'esistenza di qualche stella Michelin, cercata invano tra le insegne del locale e imbocco la via di casa interrogandomi sulla serata appena conclusa. La morale della favola potrebbe di primo acchito lasciare intendere un desiderio di lapidazione del ristoratore. In realtà dopo più attenta riflessione giungo ad una conclusione opposta. Il proprietario del bistrot adatta il livello del servizio allo standard richiesto dalla propria clientela. Il problema è proprio il livello della domanda.

Forse vi sarà capitato di mangiare all'estero dei banalissimi spaghetti con il pomodoro. Vi sono piaciuti? Immagino di no. Voi che avete delle aspettative ben precise, probabilmente li avete allontanati con disgusto. Un abitante del luogo, che magari ha vissuto sempre e solo lì potrebbe però considerare normale quel gusto, in quanto semplicemente ignora quanto più buono potrebbe essere quel piatto che noi diamo così per scontato. Dalle nostre parti è la stessa cosa. Quando si parla di griglia la cultura media è scarsa, se si parla di barbecue poi, è nulla. Questa è la verità. E qui subentrate voi. Aiutateci nel nostro compito di divulgazione. Incrementare il livello di cultura sulla cottura col fuoco significa aumentare le aspettative e conseguentemente alzare il livello di servizio al pubblico.

Volete un grilling ed un barbecue migliori? Condividete le vostre esperienze con gli altri.

Qual'è stato il peggior piatto alla griglia o al barbecue che avete mangiato? In quale circostanza? E quale il migliore?


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