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Apple, Twitter e Google: il nuovo mercato della musica

Da Innovationmktg @InnovationMktg

Più di un anno fa (marzo 2013) aveva fatto scalpore una dichiarazione di Will.i.am, famoso frontman dei Black Eyed Peas: “L’industria musicale è morta, ora è il tempo dei geek”.
Negli ultimi anni la musica è passata dal download allo streaming, e diverse aziende hanno fatto successo proponendo agli utenti un accesso illimitato a cataloghi da milioni di brani su abbonamento.
Inutile dire che i big della tecnologia non si stanno facendo sfuggire questa nuova occasione di business.

Ormai tutti sanno dell’acquisto di Beats da parte di Apple. Del resto l’azienda di Cupertino ha sempre avuto l’occhio lungo sul mercato della musica, e voci di corridoio sostengono proprio come questa acquisizione sia un tentativo di tornare all’epoca d’oro di iPod e iTunes.
Beats in particolare è stata scelta da Apple a causa della scelta dei brani, che non dipende, come per altri servizi, solo dagli algoritmi ma è affidata anche a dei curatori.

apple-beats

Il vero leader sul settore però è Spotify, l’azienda svedese che ha ottenuto la preferenza di dieci milioni di iscritti paganti e quasi il doppio di user per la versione free.
Questi dati hanno colpito molto Twitter, che dopo il fallimento di Twitter Music sta pensando ad un’acquisizione.
A spingere per la svolta musicale di Twitter, secondo quanto riportato dal Financial Times, è il chief operating officier Ali Rowghani, che di recente ha avviato trattative anche con SoundCloud, il sito con sede a Berlino su cui musicisti e non solo possono condividere le loro canzoni.
SoundCloud però dalle valutazioni iniziali non sarebbe ideale per posizionare gli ad pubblicitari: a differenza invece di Spotify e Pandora, con le loro capitalizzazioni di mercato (rispettivamente 4 e 5 miliardi di dollari).

Twitter-Music

Altri rumors in casa Google: non sia mai che big G resti indietro. Ma mentre i concorrenti puntano su mercati già ben rodati, Google vorrebbe acquisire Songza. Il servizio è sempre lo stesso, ma il valore stimato è decisamente minore: stiamo parlando di “soli” 15 milioni di dollari.
La particolarità di Songza è quella di creare automaticamente dei mix musicali basati sulle attività degli utenti e sui loro stati d’animo. Per esempio, avete bisogno di relax dopo una giornata di lavoro? Songza sceglierà per voi i più celebri brani di Mozart e Beethoven; siete invece in palestra e avete bisogno della giusta carica? Songza metterà in riproduzione tutta la colonna sonora di Rocky.
Questa app è una delle poche che supportano Chromecast e permette anche di sentire sulla tv la musica in streaming sul proprio smartphone.

google-songza

Insomma, sembra proprio che Will.i.am avesse ragione: la musica si è venduta. Ma guadagna bene.

Valeria Castelli
Autore: Valeria Castelli

Social Media Manager e Web Content Writer presso Innovation Marketing®


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