L’Assemblea Generale dell’Onu ha ufficialmente approvato i nuovi 17 nuovi obiettivi per lo Sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030. L’agenda in 17 punti, a loro volta suddivisi in 169 traguardi specifici è il risultato di intensi negoziati, riunioni e conferenze svoltisi nei cinque continenti negli ultimi anni.
Tra i nuovi Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg), che manderanno in soffitta i ‘vecchi’ Obiettivi del Millennio, troviamo al primo posto la 'fine della povertà' , al secondo ‘fame zero’, al terzo 'buona salute e benessere'. Poi 'educazione di qualità ed eguaglianza di genere'. Al sesto ‘acqua pulita e igiene'. Quindi ecologia (energia pulita, clima, città sostenibili, vivibilità in acqua e terra), economia (crescita economica, lavoro decente, innovazione, consumo e produzione responsabile) e giustizia (ridurre le ineguaglianze, pace e istituzioni forti).
Diversamente dagli Obiettivi del millennio, che si applicavano soltanto ai paesi in via di sviluppo, stavolta tutte le nazioni dovranno lavorare nella stessa direzione. Ogni nazione sarà tenuta a presentare i suoi piani per lo sviluppo sostenibile, i quali devono essere impostati in maniera da sottrarre risorse da attività insostenibili in favore di politiche capaci di migliorare la qualità della vita e rispettare l’ambiente.
La prima sfida che i paesi membri si troveranno ad affrontare sarà quella economica: secondo una stima, per raggiungere tutti i target servono oltre 15 trilioni di euro l’anno.
Un bell'impegno, non c'è che dire.E questo considerando in generale le difficoltà odierne di un po' tutte le economie mondiali e i capricci ripetuti della finanza internazionale.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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