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Appuntamenti d’estate: Suad Amiry e Yasmina Khadra a Roma

Creato il 12 giugno 2014 da Chiarac @claire_com_

Causa tesi, impegni e viaggi vari, nelle ultime settimane mi sono persa qualche uscita in libreria. Rimedio subito con il post di oggi: due libri nuovi nuovi e due eventi da non perdere – se siete a Roma, ovviamente.

Lunedì 16 giugno_ore 18 @Biblioteca Rispoli

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La giornalista italiana (basata a New York) Fiamma Arditi presenta il suo Buongiorno Palestina edito da Fazi.

Il libro raccoglie i punti di vista, gli spunti, le osservazioni, le voci (questa parola ultimamente è abusatissima) di ventuno palestinesi – scrittori, artisti, registi, giornalisti, etc. – incontrati da Arditi che ne ha raccolto le testimonianze in questo testo collettivo pensato a realizzato tra gli Stati Uniti e il Mediterraneo.

Tra gli scrittori c’è anche la “nostra” Suad Amiry che sarà a Roma a presentare il libro con l’autrice e lo scrittore e attore Giuseppe cederna, da sempre interessato alla Palestina.

Qui il link all’evento sul sito di Roma Multietnica.
Qui il link al libro sul sito dell’editore.


Martedì 17 giugno_ore 21-23 @Letteratura – Festival internazionale di Roma

Serata Afropolitan: insieme a Alain Mabanckou, Stefano Benni e i percussionisti del Conservatorio di Santa Cecilia 

Lo scrittore algerino (ma francofono e basato in Francia) Yasmina Khadra presenta il suo ultimo romanzo tradotto in italiano: Gli angeli muoiono per le nostre ferite (Sellerio, 2014, trad. dal francese di F. Di Leo), uscito in Francia lo scorso anno con il titolo Les anges meurent de nos blessures, che a quanto pare è stato “uno dei maggiori successi del 2013 e titolo di punta della rentré letteraria francese con oltre 100.000 copie vendute”.

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La sinossi sembra molto interessante (tra l’altro mi piace che lo pubblichi Sellerio, una casa editrice che adoro):

«Mi chiamo Turambo e all’alba verranno a prendermi». Già dalle prime pagine un fatale conto alla rovescia attende il protagonista di questo romanzo. Siamo in Algeria nel 1937, e un ragazzo di 27 anni, arabo e musulmano, è in carcere ad aspettare l’inferno. Nei pensieri e nell’animo di questo giovane intravediamo qual è stata la sua vita, dall’infanzia in una contrada umilissima alla corsa furiosa verso il patibolo. Turambo cresce nell’Algeria coloniale degli anni Venti, e il suo destino sembra condannarlo alla miseria. Ma è bello, forte, passionale, dotato di un raro candore, e attira simpatie immediate. Grazie a questo dono riesce a varcare le porte del mondo francese, abitualmente precluso agli arabi, e il suo potente e veloce gancio sinistro non passa inosservato tra i professionisti del pugilato. Il successo sul ring gli porta fama e denaro, ma come tutti i puri di cuore odia la violenza e sogna l’amore».

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